In una zona periferica di Londra, Bela e Jota, una coppia portoghese con tre bambini, fatica a far quadrare i conti. Quando a scuola si verifica un malinteso con la loro figlia sorda, i servizi sociali si mostrano preoccupati per le condizioni in cui vivono i bambini. 

Listen racconta l’instancabile battaglia contro la legge di questi genitori migranti che vogliono tenere insieme la propria famiglia.”Non sapevo di queste storie che avvengono nel Regno Unito.” spiega la protagonista Lucia Moniz già vista in film come Love Actually “Come madre ne sono rimasta immediatamente affascinata e colpita.”

L’attrice che ha recentemente lavorato con il regista italiano Marco Pontecorvo in Fatima aggiunge “Volevo quindi essere parte di un progetto che raccontasse al mondo quanto accade: penso che il cinema debba renderci tutti partecipi di cose che altrimenti non conosceremmo.”
Listen, diretto dall’attrice e regista portoghese Ana Rocha presentato in anteprima mondiale al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti sembrerebbe ad un pubblico forse un po’ influenzato dalla cronaca, risentire una forte eco della Brexit. “Listen è stato scritto prima.” spiega la regista che ha vissuto a lungo nel Regno Unito “è una storia universale dove non ci sono buoni e cattivi, ma solo la necessità di confrontarsi con tematiche molto complicate che riguardano persone di nazionalità diversa.”

Lucia Moniz, però, osserva “Quando giravamo la Brexit era già avvenuta e quindi – anche se non dichiaratamente – lo spirito del tempo si è, forse, un po’ riflesso nel nostro lavoro. Perché questo è soprattutto un film sulla comunicazione: sulla sua complessità e difficoltà. E’ un film sul nostro tempo.”
Influenzata o meno dalla Brexit, quella di Listen è una storia intensa che si presenta al pubblico in maniera molto diretta e autentica “La sfida come attrice è sempre quella di offrire al pubblico in maniera realistica un ampio spettro di sentimenti umani. Più che l’elemento poetico del racconto che pure è presente ci siamo concentrati principalmente sulla potenza un po’ cruda di una storia che riguarda tutti: in particolare quelli che sono genitori e che si trovano dinanzi a queste complessità.”

Ana Rocha aggiunge “Ho sentito la necessità di realizzare Listen non solo come cineasta, ma anche come madre. Le forme e le sfumature dei diversi lati di una storia, come una sorta di danza tra giusto e sbagliato, mi interessano molto. La cultura e la vita ci strutturano per farci comportare correttamente e rientrare in determinate categorie, ma nulla è esattamente ciò che sembra.Non è così semplice. La capacità di entrare nei panni di qualcun altro può favorire un cambiamento. Valutare in modo astratto spesso dà adito a errori. La separazione come misura preventiva è un punto interrogativo per le mie convinzioni. L’unione, il sostegno e la compassione possono far ottenere risultati migliori.

Questo film per me è una dolorosa esplorazione del modo in cui vediamo, di cioò che giudichiamo o crediamo e di cosa è effettivamente vero.”
Un film denso di emozioni e di sfumature che la regista è lieta di presentare a Venezia in un Festival fatto di persone e non di schermi “Sono spaventata dal Covid perché il mio timore è che possa cambiare per sempre il modo di fruire il cinema.” dice “Non vogliamo perdere la possibilità di vivere l’esperienza cinematografica sul grande schermo. Sarebbe un disastro. I Festival possono tenere alta la fiamma della visione sul grande schermo e della condivisione. Non c’è nulla come il cinema e come l’esperienza di vedere un film in una sala. Non possiamo permetterci di perdere qualcosa del genere.”

 

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