Venerdì 3 Febbraio si celebra la festa di San Biagio, vescovo e martire, protettore dei materassai, dei suonatori di strumenti a fiato, degli otorinolaringoiatri, di tutti noi che abbiamo una gola, dei laringectomizzati, degli animali e delle attività agricole.

Durante la sua celebrazione liturgica in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele incrociate.

Secondo la leggenda Biagio fu medico e successivamente vescovo di Sebaste in Armenia. Fu martire della persecuzione di Licinio con la decapitazione intorno al 316. Quando scoppiò la persecuzione, andò a vivere in una caverna dove guariva con un segno di croce gli animali ammalati. Scoperto, fu rinchiuso in prigione e lì riceveva e sanava gli ammalati.

Un giorno si recò da lui una donna il cui figlio era sul punto di morire soffocato da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola. La benedizione del Santo lo risanò immediatamente.

Fra tanti altri miracoli, merita particolare ricordo anche quello della vedova alla quale un lupo aveva portato via un maialino. La donna, riavuto l’animale, in segno di riconoscenza portò cibi e candele al Santo.

Fin dal VI secolo il greco Ezio di Amida (527-565) citava l’intercessione di S. Biagio come potente rimedio contro le malattie della gola. La più antica citazione scritta sul santo è contenuta nei suoi Libri Medicinales. Nella traduzione latina di Giano Cornario dell’opera del medico greco, si legge: -Se la spina o l’osso non volesse uscire fuori, volgiti all’ammalato e digli «Esci fuori, osso, se pure sei osso, o checché sii: esci come Lazzaro alla voce di Cristo uscì dal sepolcro, e Giona dal ventre della balena.» Ovvero fatto sull’ammalato il segno della croce, puoi proferire le parole che Biagio martire e servo di Cristo usava dire in simili casi “O ascendi o discendi”-.                                                                                   

 Il Santo è inoltre considerato protettore degli animali domestici e propiziatore del raccolto. Il suo martirio, subito con pettini di ferro, ne ha fatto anche il patrono dei cardatori e dei materassai. San Biagio, nella sua qualità di medico, in particolare per la guarigione dalle malattie della gola, è tra i quattordici Santi Ausiliatori, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari, come Santa Caterina d’Alessandria che viene invocata per i mali della lingua.

Il culto di S. Biagio è molto diffuso sia nella Chiesa Ortodossa che in quella Cattolica: particolarmente in Germania e nel Nord Europa. Nel sud dell’Italia ci sono numerosissime chiese a lui dedicate.

Le reliquie di San Biagio sono custodite nella Basilica di Maratea, città di cui è santo protettore: vi arrivarono nel 723 all’interno di un’urna marmorea con un carico che da Sebaste doveva giungere a Roma, viaggio poi interrotto a causa di una bufera a Maratea, unica città della Basilicata sul Tirreno.

SAN BIAGIO PROTETTORE DELLA GOLA

P. Vincenzo Di Blasio

 

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