San Davide re e profeta, lo ricordiamo il 29 dicembre

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Dominò la storia di Israele dalla prima metà dal X secolo avanti Cristo. Abbatté il gigante Golia e ridiede fiducia alle tribù d’Israele che raccolse in un unico popolo forte e rispettato.

Davide è l’uomo che peccò gravemente davanti al Signore, ma che seppe riconoscere le sue colpe e chiederne perdono. A lui il Signore assicurò una posterità eterna (2 Sam 23,5), perché dalla sua discendenza sarebbe nato il Salvatore, il vero Re che avrebbe portato la salvezza fino ai confini della terra, raccogliendo tutte le genti in un unico Israele. Gesù viene definito “figlio di David” (cfr. Mt 22,41-45), “nato dalla sua stirpe” (Lc 1,27; Rm 1,3). In Davide la promessa del Salvatore si storicizza progressivamente e l’Incarnazione del Verbo acquista tratti sempre più concreti.

Altissimo poeta, nei Salmi immortali cantò il dolore, il pentimento, la speranza, la fede. Profeta, vide nell’alta mente illuminata da Dio il Giusto condannato, ucciso, trionfante, e mille anni prima narrò al mondo la passione e la risurrezione di Cristo.        

Nel salmo penitenziale n.37 per confessare la propria miseria e insufficienza si paragona al sordo e al muto:

      «Ma io sono come un sordo, non do ascolto

       e son come un muto che non apre la sua bocca.

      Sono diventato come un uomo che non ode,

      e che non ha repliche sulla sua bocca». (Sal. 37,14s). 

Di Davide è anche il Salmo 41 con la bella espressione
Beato chi ha cura del povero!
Nel giorno della sventura il Signore lo libererà
” (Sal. 41,1).

davide re

P. Vincenzo Di Blasio

 

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