Devozione dei religiosi Gualandiani al Sacro Cuore di Gesù

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La festa del Sacro Cuore fu celebrata per la prima volta in Francia probabilmente nel 1672 e divenne universale per tutta la Chiesa cattolica solo nel 1856.

La più recente pratica legata al culto al Sacro Cuore è la devozione all’icona dell’Amore Misericordioso, nata dalle apparizioni del Signore alla suora polacca Santa Faustina Kowalska. Gesù le apparve il 22 febbraio del 1931, con la mano destra benedicente e con la sinistra indicante il proprio Cuore, dal quale uscivano due raggi, uno di colore pallido e l’altro rosso. Questi raggi significano l’Acqua e il Sangue sgorgati dal suo costato al colpo di lancia ricevuto sulla Croce, e simboleggiano la virtù purificatrice del Battesimo e della Confessione e la virtù rigeneratrice dell’Eucaristia. Tutti i cristiani pregano il Sacro Cuore con queste devote e amorose giaculatorie: Cuore di Gesù, ardente di amore per noi, infiamma il nostro cuore di amore per te. Cuor di Gesù, confido in te. Gesù, mite ed umile di cuore, rendi il nostro cuore simile al tuo. Dolce Cuore del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più! O Gesù di amore acceso, non Ti avessi mai offeso!

Il logo della Piccola Missione per i Sordomuti è tuttora un cuore circondato di spine che irradia raggi di luce

Nelle Costituzioni della Piccola Missione per i Sordomuti al n.43/2018 si legge “La congregazione è consacrata al Cuore di Gesù. A questa fonte di carità, di misericordia e di grazia, i Piccoli Missionari ricorreranno in ogni necessità loro e della congregazione”. Al Sacro Cuore si affidarono i fondatori mons. Giuseppe e don Cesare Gualandi in quegli anni di estrema difficoltà di ogni genere e non solo di salute. I religiosi e le religiose della Piccola Missione per i Sordomuti, gli ex alunni e gli amici degli Istituti Gualandi ogni giorno ripetono ancora “Sacro Cuore di Gesù estendi il tuo regno ai sordi”.

Ecco una breve storia del quadro del Sacro Cuore Quando nel lontano 1884 don Cesare Gualandi aprì la “casina” della Piccola Missione per i Sordomuti a Roma, portò da Bologna un bel quadro del Sacro Cuore di Gesù, che intronizzò nella cappellina di via dei Coronari. Era una copia, da Elisabetta Sirani, del pittore bolognese Alessandro Guardassoni.
Passando per anni di casa in casa, dopo aver vagato in locali in affitto dal palazzo Salimei in via dei Coronari e dal Palazzo Altemps di piazza sant’Apollinare, a Vigna San Filippo ai Parioli, al Palazzo Doria al Circo Agonale (Piazza Navona), al Palazzo Bulla in via dei Gracchi nel quartiere Prati, dal 1913 il quadro è stato sull’altare della cappella maschile dell’ex Istituto Gualandi di Roma, in via Vincenzo Monti, 1. Oggi il pregevole quadro è custodito nella casa generalizia della Piccola Missione per i Sordomuti, sempre in Via Vincenzo Monti, ma al numero civico 3.

Il logo della Piccola Missione per i Sordomuti è tuttora un cuore circondato di spine che irradia raggi di luce.

P. Vincenzo Di Blasio

coroncina divina misericordia

Sacro cuore di Gesù PMS 2020

 

Riflessione di Papa Francesco per la Solennità del Sacro Cuore e Giornata di Santificazione del Clero

“Se una presenza invisibile, silenziosa, espansiva e virale ci ha messo in crisi e ci ha sconvolto, lasciamo che quest’altra Presenza discreta, rispettosa e non invasiva ci chiami di nuovo e ci insegni a non avere paura di affrontare la realtà”. In preparazione alla Solennità del Sacro Cuore e Giornata di Santificazione del Clero, ci lasciamo accompagnare da alcuni passaggi della Lettera di Papa Francesco al Clero romano. Nessuna delle sofferenze o tribolazioni vadano perdute a beneficio dei nostri Pastori. “Cari fratelli, in quanto comunità presbiterale siamo chiamati ad annunciare e profetizzare il futuro, come la sentinella che annuncia l’aurora che porta un nuovo giorno (cfr Is 21,11): o sarà qualcosa di nuovo, o sarà di più, molto di più e peggio del solito. La Risurrezione non è solo un evento storico del passato da ricordare e celebrare; è di più, molto di più: è l’annuncio della salvezza di un tempo nuovo che risuona e già irrompe oggi: «Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19); è l’ad-venire che il Signore ci chiama a costruire.

La fede ci permette una realistica e creativa immaginazione, capace di abbandonare la logica della ripetizione, della sostituzione o della conservazione; ci invita ad instaurare un tempo sempre nuovo: il tempo del Signore. Se una presenza invisibile, silenziosa, espansiva e virale ci ha messo in crisi e ci ha sconvolto, lasciamo che quest’altra Presenza discreta, rispettosa e non invasiva ci chiami di nuovo e ci insegni a non avere paura di affrontare la realtà. Se una presenza impalpabile è stata in grado di scompaginare e ribaltare le priorità e le apparentemente inamovibili agende globali che tanto soffocano e devastano le nostre comunità e nostra sorella terra, non temiamo che sia la presenza del Risorto a tracciare il nostro percorso, ad aprire orizzonti e a darci il coraggio di vivere questo momento storico e singolare. Un pugno di uomini paurosi è stato capace di iniziare una corrente nuova, annuncio vivo del Dio con noi. Non temete! «La forza della testimonianza dei santi sta nel vivere le Beatitudini e la regola di comportamento del giudizio finale» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 109).

 

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