Favino: «Recito il ruolo di un finto disabile per denunciare l’ipocrisia di fronte al “diverso”»

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di Fabrizio Dividi 

L’attore martedì 15 marzo sarà a Torino al Cinema Massaua per presentare «Corro da te», il film con Miriam Leone girato in città

 

«Intanto Pierfrancesco Favino non sbaglia un film».

Parafrasando la canzone di Luca Carboni, la variegata filmografia dell’attore romano si arricchisce di un altro (azzeccato) ruolo da protagonista. In Corro da te di Riccardo Milani (produzione Wildside e Vision Distribution in collaborazione con Sky e Prime con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte), interpreta Gianni, imprenditore e playboy, che per fare colpo su una ragazza disabile si finge paralizzato. «Quel verso che mi ha citato parlava di Dustin Hoffman — esordisce Favino con un sorriso — magari arrivassi a tanto». Poi introduce il suo personaggio: «Con la figura di un uomo così perfido non ci siamo ispirati direttamente ai grandi mattatori del passato, ma certamente la maschera del furbo guascone appartiene alla nostra cultura cinematografica e teatrale». Ma il vero obiettivo del film, dieci giorni di riprese torinesi tra Teatro Regio, via Roma, Circolo Sporting e Porta Palatina oltre a Venaria Reale e con un fugace cameo di Steve Della Casa, non si limita alla rappresentazione del cinismo in chiave comica. «Tutt’altro. Partendo dalla sgradevolezza del protagonista, e con il fondamentale aiuto di associazioni e federazioni sportive per disabili, volevamo mettere in scena ciò che ognuno di noi può diventare al cospetto di un handicap o del “diverso” in generale».

Il personaggio interpretato da Favino, nella sua odiosa ma invidiabile libertà di espressione, riesce infatti a risultare liberatorio, soprattutto in un’epoca dominata dal «politicamente corretto». «Ci sono comunità che giustamente combattono per i propri diritti, ma guardiamoci dall’ipocrisia di un mondo che ti giudica di continuo. Se ci mettessimo a censurare i dialoghi di un attore, per esempio, rischieremmo di limitare il linguaggio stesso dell’arte».

L’assunto che il film di Milani prova a sostenere è semplice: dare ai concetti e ai pensieri il proprio nome, con rispetto. «Un giorno, di fronte a una mia esitazione, un ragazzo mi disse: “Stai tranquillo, chiamami pure handicappato”. In quell’attimo ho capito che l’autorappresentazione retorica è solo una vuota forma di ipocrisia, specie quando ci atteggiamo con un linguaggio educato solo per mondare i nostri sensi di colpa». Come quando, dopo aver assistito all’incontro di tennis su sedie a rotelle, Gianni commenta: «Sembrava proprio una partita normale».

A giocare quella partita c’era Chiara, una straordinaria Miriam Leone nella parte della ragazza disabile. «È stato piacevolmente naturale lavorare con lei, non solo perché è bravissima, ma perché entrambi amiamo vivere il nostro mestiere come divertimento». E l’intesa in scena si vede, come in quel corteggiamento sulle rispettive carrozzine: «Mi fa piacere che sia stato notato; è nato per caso e ci siamo trovati a sorridere girandoci intorno. D’altra parte, raramente viene affrontato il tema della sessualità nella disabilità. Noi lo abbiamo persino trattato con un tocco di garbato erotismo».

Tra le note più malinconiche di Corro da te vi è l’ultima apparizione di Piera degli Esposti, poche settimane prima della sua morte: «Era già malata e la bombola di ossigeno che si vede sullo schermo era vera. Per lei, Milani ha ritagliato un personaggio che mi supera di molto in schiettezza e con cui ho dialogato con meravigliosa alchimia».

Poi Favino ricorda di aver lavorato con l’attrice nel 2008, proprio a Torino in L’uomo che ama. «Quando mi capita di tornare qui sono felicissimo. Torino ti consente di avere più spazi di libertà e di rilassarti; è come se il tempo del mio pensiero sia lo stesso della città. Peccato che abbia un grande difetto. La sua cucina è estremamente pericolosa, soprattutto per chi, come me, ama il buon cibo».

Corro da te sarà proiettato in anteprima martedì 15 marzo alle 20.30 al Cityplex Massaua alla presenza di protagonisti e regista.

 

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