Può un cartone animato rivolgersi veramente a tutti, anche ai bambini che hanno dei deficit sensoriali? Può essere uno strumento capace di educare fin da piccoli all’accettazione delle differenze e alla conoscenza di tipi di comunicazione diversi da quelli a cui siamo abituati? La risposta è sì. In questi giorni Rai Play propone, infatti, “Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa”, un cartone animato rivoluzionario prima di tutto per la sua forte valenza pedagogica. La serie, destinata ai bambini tra i due e i sei anni, si sviluppa in venti episodi e narra le avventure di due simpatici fratellini – Lampadino e Caramella – e dei loro amici animali, incontrati nel MagiRegno degli Zampa, il luogo fantastico a cui i bambini hanno accesso grazie ad una formula magica. Nel MagiRegno degli Zampa i due fratellini vivono avventure semplici ma non banali, talvolta ispirate a temi attuali e raccontate in modo nuovo, ricorrendo a codici comunicativi e a linguaggi del tutto inediti per il mondo dell’animazione. Questi cartoni, infatti, sono stati pensati per intrattenere e stimolare la fantasia di ogni bambino, contro il muro del pregiudizio e della discriminazione, perché divertimento e fantasia sono un diritto di tutti i bimbi. La serie di Lampadino e Caramella punta quindi sulla completa inclusività. È stata appositamente realizzata con tecniche che la rendono adatta veramente a tutti i bambini, compresi quelli con deficit più o meno gravi come non vedenti e ipovedenti, sordi oppure con problemi dello spettro autistico. A spiegarcelo è Andrea Martini di Animamundi, la società che ha prodotto la serie con Rai Ragazzi:

“Lampadino e Caramella è il frutto di una tecnica del tutto innovativa e che prevede uno schema ben preciso: un linguaggio chiaro con tempi narrativi calibrati e ritmo versatile, uno stile di animazione fruibile da tutti, una voce narrante, proprio come un’audioguida, e un commento sonoro armonizzati al contesto per le parti prive di dialogo a vantaggio dei bambini non vedenti o ipovedenti. Poi sono aggiunti sottotitoli con specifica sintassi e traduzione simultanea nella Lingua Italiana dei Segni (LIS), con attori in costume che recitano in live-action inseriti in un fumetto (a vantaggio di bambini sordi). Ma non basta: le forme, la grafica e l’utilizzo dei colori rispettano criteri di percezione particolari in conformità anche con le recenti ricerche delle discipline neuroestetiche che attribuiscono alle forme curve e a uno studiato accostamento dei colori una riduzione del livello di ansia e l’attivazione delle aree del cervello legate al piacere. Anche gli effetti sonori e le musiche sono stati pensati così da non risultare invasivi o fastidiosi per qualsiasi spettatore, compresi i bambini autistici”.

Un’altra immagine dal cartone animato

Ma come è nata l’idea di questo cartone animato?

“Io e Raffaele Bortone, mio socio in Animamundi, lavoriamo nel mondo dell’animazione da molti anni ma non avevamo mai compreso del tutto quanti bambini con problemi sensoriali non potessero godere dei cartoni animati. Poi nel 2015 siamo entrati in contatto con una realtà editoriale di Rieti, Puntidivista, che realizza prodotti per bambini con difficoltà sensoriali. Ci hanno proposto di trasformare in cartoni animati alcuni loro libri. È stata la spinta giusta per intraprendere un progetto che poi abbiamo voluto rendere ancora più completo”.

In che modo?

“Realizzando un cartone animato realmente per tutti, capace di coinvolgere anche i bambini che non hanno deficit sensoriali. Volevamo che i bambini potessero stare tutti assieme davanti allo schermo”.

Una sfida non semplice…

“No, assolutamente. Una sfida che ha visto il coinvolgimento di molte persone e molte professionalità e competenze prima di poter arrivare a mettere a punto la tecnica del Cartoon Able. Fondamentale è stato l’apporto di Puntidivista che ci ha messo in contatto con il mondo delle difficoltà sensoriali. Noi ci abbiamo messo la nostra esperienza nel mondo dell’animazione. Dovevamo trovare un giusto equilibrio tra tanti aspetti”.

E ci siete riusciti? Quali sono state le risposte dei bambini?

“Come detto il percorso che ha portato alla produzione della serie è stato lungo. C’è stato prima di tutto un crowdfunding per sostenerlo. Poi abbiamo presentato il progetto a varie associazioni legate al mondo dei non vedenti, dei sordi e dell’autismo e abbiamo tenuto conto dei feedback che ricevevamo. Puntidivista ha organizzato molti incontri nelle scuole e quindi abbiamo presentato una prima produzione al Festival del cinema per ragazzi di Giffoni del 2018. La platea in quel caso era formata da bambini sia normodotati, sia con deficit. Lì abbiamo capito che riuscivamo a coinvolgere tutti e che eravamo sulla strada giusta. A quel punto siamo riusciti a coinvolgere nella produzione Rai Ragazzi e la serie è entrata nella fase di lavorazione definitiva”.

Una lavorazione che ha coinvolto anche personaggi molto noti, vero?

“Sì, il progetto ha attirato l’attenzione di molti professionisti che hanno deciso di partecipare alla realizzazione della serie. Tra questi lo stilista Renato Balestra e la stella della danza Sabrina Brazzo. Oppure molti hanno prestato la loro voce ai vari personaggi della serie tv, come Giovanni Allevi, Beppe Carletti, Raul Cremona, Gigi e Ross, Vladimir Luxuria, Guillermo Mariotto e Giuseppe Zeno, quest’ultimo voce narrante di tutte le puntate. Insomma, tanti amici hanno voluto dare il loro contributo”.

Proseguirete sulla strada dell’animazione inclusiva?

“Assolutamente. Lampadino e Caramella è il primo passo verso un cambiamento culturale che porti a prodotti che siano sempre più inclusivi fin dall’origine, senza bisogno di adattarli poi per chi ha deficit sensoriali”.

 

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