Torino, Anna ha 11 anni e soffre di mutismo selettivo, l’ansia le blocca la parola. Tranne quando arriva il cane

Al Regina Margherita torna la  pet therapy. E in neuropsichiatria arriva l'orario di visite destinato ai parenti a 4 zampe

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di Simona De Ciero

Anna (nome di fantasia) ha 11 anni, soffre di mutismo selettivo e, anche se avrebbe tantissime cose da dire, l’ansia le blocca completamente la parola. Tranne quando arriva il cane, la cui presenza ha su di lei un vero e proprio effetto liberatorio che la aiuta a esprimere tutta se stessa e, attraverso l’esplosione di tante risate spontanee, infrangere il silenzio e riempire il cuore di tutti i presenti. Già, perché l’amore di un cane può fare miracoli e lo sanno bene all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove la pet therapy, da anni utilizzata come trattamento destinato ai piccoli pazienti di neuropsichiatria, qualche giorno fa è sbarcata anche tra gli operatori sanitari.

Torino, Anna ha 11 anni e soffre di mutismo selettivo, l’ansia le blocca la parola. Tranne quando arriva il cane

Per la prima volta al day hospital di neuropsichiatria infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Benedetto Vitiello), parte «amici a 4 zampe», il progetto di attività assistite con animali finanziato da Fondazione Forma per offrire cicli terapie organizzate in piccoli gruppi, in presenza di un infermiere e un medico specializzando e con la supervisione del neuropsichiatra infantile di riferimento.

«Attraverso la relazione con il cane alcuni pazienti si sono “sbloccati“ arrivando persino a “rianimarsi” – spiegano dall’ospedale. – In particolare, quest’attività è un vero e proprio valore aggiunto nel percorso di cura multidisciplinare dei ragazzi con disturbi d’ansia, dell’umore, ritiro sociale e disturbi del comportamento alimentare». E non è tutto. Nei prossimi giorni al Regina Margherita arriva anche un orario di visita per i parenti a 4 zampe, riservato ai ragazzi ricoverati nel reparto di neuropsichiatria infantile, così da permettere ai pazienti di trascorrere un’ora con il proprio cane insieme ai loro genitori e a un operatore del reparto.

«Mantenere vivo il legame affettivo stabilito con fonti esterne è fondamentale nel trattamento di chi ha subito rotture evolutive importanti, fino anche a non voler più vivere – precisano dal reparto – e in questo gli animali da compagnia sono essenziali perché capaci di rimettere in gioco aspetti di “normalità” e creare un ponte verso l’esterno poiché accudire un cane aiuta a prendersi cura di sé, del proprio corpo, a recuperare una relazione più sana con se stessi, a calmare la rabbia e produce un sano effetto di benessere e relax».

Dopo il lungo periodo di stop dovuto alla pandemia Covid, il progetto amici a 4 zampe è ripreso anche per le terapie di dialisi e nei reparti di degenza. Sally, Spuma e Zedi, i tre cani di Fondazione Forma, perciò, hanno ricominciato a varcare le porte dell’ospedale infantile per andare dai piccoli pazienti.

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