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Aperto anche ai non udenti il corso per assaggiatori Onav

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Sarà aperto anche ai sordi il nuovo corso per assaggiatori di vino promosso dall’Onav.

Grazie al protocollo d’intesa con l’Ente nazionale sordi, stipulato a Milano, le due associazioni hanno infatti deciso di collaborare in maniera fattiva e concreta per rendere accessibili ai sordi le iniziative sulla degustazione del vino. Promotori del progetto, nello specifico, la delegata Onav Mirella Morra e Vincenzo Cantarelli dell’Ens di Asti.

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«Da oltre 10 anni – spiega – l’Onav promuove a Milano corsi di degustazione per non vedenti, organizzati specificatamente per loro. Ora, invece, ad Asti vogliamo far partire un corso pilota, la cui caratteristica principale è quella di essere inclusivo, in quanto le persone sorde potranno partecipare insieme agli altri iscritti grazie agli interpreti della Cooperativa Segni d’Integrazione Piemonte. E posso dire che abbiamo notato un grande interesse da parte loro in occasione di una precedente degustazione che avevamo organizzato».

Il corso inizierà martedì 19 gennaio alle 20.30, con termine il 17 marzo, per 18 lezioni ed esame finale. L’orario previsto per le successive lezioni è dalle 21 alle 23 ogni martedì e giovedì. Tutti gli incontri si terranno al circolo Don Bosticco di corso XXV Aprile 210. Saranno approfondite l’analisi sensoriale e le tecniche di assaggio, la scoperta delle principali aree enologiche d’Italia nonché i concetti elementari di viticoltura ed enologia. Sono inoltre previste due visite didattiche: una al bottificio Gamba, l’altra presso una cantina vitivinicola dell’Astigiano. Inoltre sono state stabilite tre visite al vigneto sperimentale del centro di ricerca per l’enologia a Viatosto.

Il costo complessivo del corso è 340 euro e comprende tessera sociale biennale, valigetta con sei bicchieri da degustazione, libro di testo, libretto delle attività, spilla Onav, schede di degustazione, abbonamento alla rivista ufficiale “L’Assaggiatore”. Il pagamento può essere effettuato tramite bonifico bancario intestato “Onav” presso Unicredit Asti, IBAN: IT 86 J 02008 10300 000102998791, Causale: Quota corso Asti del Sig. (nome e cognome dell’iscritto). Per informazioni: asti@onav.it, Mirella Morra 3491285497.

e.f.

http://www.lanuovaprovincia.it

Giornata della Memoria, non ripetiamo e non dimentichiamo l’Aktion T4

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Violenze e vere e proprie eliminazioni sono state perpetrate fuori e dentro i campi di sterminio nazisti contro le persone con disabilità dal 1939 al 1941: con il nome di Aktion T4 in quella pagina drammatica della Storia fu messa in opera dal regime nazista la soppressione sistematica delle vite ritenute “non degne di essere vissute”.

Prima e durante la Shoah si contano 70 mila vittime disabili solo in Germania.

olocausto-disabiliIn occasione delle celebrazioni legate alla Giornata della Memoria, a Venezia si dedicherà proprio a questo particolare disegno di follia nel più grande disegno folle nazista una serie di appuntamenti. “In Memoriam. Aktion T4: lo sterminio dei disabili” è la mostra organizzata da un gruppo di studenti del corso di laurea in Storia dell’università Ca’ Foscari. Verranno proiettati documentari sulle testimonianze dell’Aktion T4 e lettura di documenti ufficiali: la mostra è il risultato della rielaborazione di materiali redatti dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).

Questo il ricco programma di approfondimenti:
21 gennaio 9.30-18, CFZ: “L’atlante delle stragi: nazisti e fascisti in Italia nel 1943-45”, a cura di Iveser.
27 gennaio 10-13, Auditorium Santa Margherita: “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute: dalla storia al racconto”, con Naomi Brenner e Mario Paolini.
27 gennaio 16-18, CFZ: “Eugenetica senza tabù”, con Francesco Cassata e Fabrizio Turoldo.
28 gennaio 10-12, Liceo Benedetti-Tommaseo di Venezia: “Scienza e razzismo”, con Francesco Cassata e Cinzia Crivellari.
2 febbraio 16-18; CFZ: proiezione documentari su “I sordi, il nazismo e la Shoah” (in lingua dei segni), a cura dell’Istituto Statale Sordi di Roma; con Anna Cardinaletti e Luca Des Dorides.
4 febbraio 10-12, Malcanton Marcorà, sala grande 2° piano: “Primo Levi di fronte e di profilo”, con Marco Belpoliti, Alessandro Cinquegrani e Simon Levis Sullam.
4 febbraio 16-18, CFZ: proiezione del documentario “L’interrogatorio. Quel giorno con Primo Levi”, con Fausto Ciuffi, Cinzia Crivellari e Maria Luciana Granzotto,
5 febbraio 11-13, Aula Berengo – Ca’ Foscari: tavola rotonda su “Arte, Sport, Teatro e Placement per l’integrazione del disabile: esperienze di successo”, a cura del Servizio Disabilità.

In disabili.com:

L’OLOCAUSTO DIMENTICATO DEI DISABILI

Redazione

Unitalsi: lunedì messa per i malati a S. Andrea delle Fratte

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Preside la Celebrazione mons. Paolo Lojudice, Vescovo Ausiliare del Settore Sud della Diocesi di Roma

Sant_Andrea_delle_Fratte_Rome-300x258Lunedì 18 gennaio 2016, alle ore 18.00, presso la chiesa di Sant’Andrea delle Fratte, in via di Sant’Andrea delle Fratte 1 a Roma, mons. Paolo Lojudice, Vescovo Ausiliare del Settore Sud della Diocesi di Roma, celebrerà la Messa con l’amministrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi. Ad animare la celebrazione saranno i volontari dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) di Roma che accompagneranno oltre 30 persone, fra ammalati e disabili.

La celebrazione si inserisce all’interno della settimana di festeggiamenti in onore della Madonna del Miracolo. All’interno della chiesa, infatti, sul lato sinistro della grande navata, si trova un altare particolarmente illuminato, sul quale apparve la Vergine della Medaglia Miracolosa che portò alla conversione l’ebreo miscredente Alfonso Ratisbonne. L’evento poté essere annoverato tra le prime apparizioni di Maria in Italia, approvate regolarmente dalla S. Sede, e Sant’Andrea delle Fratte fu definita da Papa Benedetto XV la “Lourdes romana”.

“Siamo contenti – dichiara Emanuele Trancalini, presidente dell’Unitalsi di Roma – di rinnovare questo tradizionale omaggio alla Vergine della Medaglia Miracolosa, un momento dedicato ai nostri amici ammalati e disabili che farà da tappa di avvicinamento alla Giornata Mondiale del Malato che celebreremo il prossimo 11 febbraio nella Basilica di San Giovanni in Laterano”.

http://www.romadailynews.it/

Capra in Procura, ora vietato accesso

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Dopo l’ingresso di una capretta domestica che martedì è stata vista scorazzare e fotografata nei corridoi della Procura di Bologna, sulla porta dell’ufficio di via Garibaldi è apparso un cartello: “Gli animali non sono ammessi”. La scritta precisa che l’accesso è consentito solo ai cani guida di persone non vedenti o non udenti.

Una capra in procura a Bologna

Il piccolo ovino, di nome Paquito, era stato fatto entrare in una gabbietta dalla proprietaria, che doveva richiedere documentazione in una segreteria. Poi una volta nel corridoio è stato liberato: alcuni presenti hanno scattato foto e l’insolita presenza della capra è stata rilanciata sui social network e su media online.

L’animale era stato fatto passare al varco dei metal detector in mancanza di precise indicazioni, che oggi sono arrivate.

http://www.ansa.it/

 

Lingua dei segni, siti, social: i percorsi dell’Incontragiovani

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Le abilità dei giovani al servizio della comunità. Con questo sottotitolo l’Incontragiovani presenta l’edizione 2016 del ciclo di percorsi “GenerAzioni”.

«Generazioni – spiegano i responsabili – prevede dei percorsi realizzati da giovani “formatori” che mettono a disposizione della comunità esperienze e capacità professionali apprese in ambito formativo o lavorativo, rivolti ad adulti, realtà associative e minori, in base alle caratteristiche del percorso».

di Luca Castelli

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I percorsi sono rivolti a persone di ogni età. Per iscriversi, anche solo ad uno, è sufficiente presentarsi alla prima lezione ma è preferibile prenotarsi contattando lo 039.2893207 (dal lunedì al venerdì, ore 16-19) o informagenerazioni@gmail.com.
Lingua dei segni (LIS), smartphone e tablet, apertura e gestione di una pagina Facebook e creazione di un sito Internet: sono queste le quattro proposte dell’Ig. Le lezioni saranno tenute da esperti del settore. Tutti gli appuntamenti si terranno nella nuova sede dell’Ig, in viale Lombardia 214 (ex Anagrafe) nella saletta staccata dal corpo centrale, che prende proprio il nome “Generazioni”.

“inSegnare” sulla lingua dei segni
Il sabato dalle 15.30 alle 17.
16 gennaio: l’assistente della comunicazione; 23 gennaio: LIS e sordità; 30 gennaio: LIS e altre disabilità; 6 febbraio: testimonianze.
A seguire una seconda parte più teorica: “Segnando si impara”. Date e programma verrano comunicati in seguito. Percorsi tenuti da Anna Diurno, assistente alla comunicazione e interprete LIS.

“Apertura e gestione di una pagina Facebook”
Martedì dalle 19.30 alle 20.30
26 gennaio: creazione di pagine Facebook e strumenti di gestione; 2 febbraio: definizione piano editoriale, moderazione community e gestione delle crisi; 9 febbraio: lettura insight, ottimizzazione delle performance; 16 febbraio: strumenti pubblicitari, varie ed eventuali.
Percorsi tenuti da Marco Sangalli, esperto di social media e comunicazione digitale.

“Mi faccio il sito! Metti on-line le tue idee”
Martedì dalle 19.30 alle 20.30
26 gennaio: il primo sito, per non rimanere impigliati nella rete; 2 febbraio: le prime pagine, andiamo on-line; 9 febbraio: fai vivere il sito, la strategia dei contenuti; 16 febbraio: farsi trovare e diventare “social”.
Percorsi tenuti da Emanuele Riva, designer della comunicazione digitale e non.

Smartphone e tablet
Sabato dalle 15.30 alle 17.
30 gennaio: creare, gestire e imparare ad usare un indirizzo mail; 6 febbraio: come navigare in internet usando l’applicazione; 13 febbraio: come scaricare e usare le applicazioni più comuni; 20 febbraio: uso di applicazioni di sistema (navigatore, fotocamera, lettore musicale, ecc). Percorsi tenuti da Gabriele Pagliari, perito informatico ed esperto di tecnologia.

 

http://www.noibrugherio.it/

Quei reality tritacarne

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«Da donna con disabilità fisica che lavora, cura il suo aspetto, ma senza sembrare un clown, ha relazioni amicali e affettive senza alcun tipo di clamore e sensazionalismo, sogno il momento in cui la TV porterà sullo schermo questo tipo di vita che comprende anche il non essere autosufficienti, l’avere bisogno di altre persone per condurre una vita attiva, ma facendolo con orgoglio e in modo assolutamente normale»: lo scrive Valentina Boscolo, riflettendo su quei reality provenienti dall’America, che trasformano le persone con disabilità in “fenomeni da baraccone”

di Valentina Boscolo

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«In principio erano loro, le Push Girls», scrive Valentina Boscolo

In principio erano loro, le Push Girls, che il 4 giugno 2012 fecero la propria comparsa sui teleschermi di «Sundance Channel». Quattro bellissime ragazze, quelle che attualmente definiremmo delle cougar (ossia “panterone”), con le loro acconciature rock’n’roll, il trucco esagerato e gli abiti sexy, che portavano a spasso per l’America l’orgoglio di essere donne vincenti. In sedia a rotelle, naturalmente.
Il fenomeno Push Girls infiammò la stampa nostrana e anche la sottoscritta che si aspettava una rivoluzione di pensiero in cui finalmente la donna disabile non fosse più vista come una “povera derelitta”, ma come una persona comune dalla vita appagante.
Purtroppo, dopo l’iniziale polverone, in Italia il programma non trovò terreno fertile e si spense come una meteora.
La “disabilità vincente” non sembrava interessare, finché su «Realtime» non sono iniziati a proliferare programmi come The Undateables: L’amore non ha barriere – ove The Undateables sta letteralmente per “Gli impresentabili”, in cui persone dalle disabilità fisiche evidenti venivano fatte conoscere allo scopo di far nascere l’amore tra i partecipanti.
Poi è stata la volta del Nostro piccolo grande amore, in cui Jenn e Bill, due affermati professionisti (lei medico, lui commerciante), affetti entrambi da nanismo, ci hanno mostrato la loro storia d’amore culminata con l’adozione di due bambini anch’essi nani.
Sono seguiti a ruota Piccole donne, format in cui un gruppo di grintosissime donne affette anch’esse da nanismo mostrano la loro amicizia e la loro vita decisamente sopra le righe e costellata di eccessi, e, sempre sulla medesima emittente, My shocking Love, in cui Hanna, una deliziosa diciottenne alta 45 centimetri, ci mostra la sua sfida di cercare il vero amore.

Chi scrive ha una disabilità fisica importante, che fa sì che non possa essere autosufficiente e muovermi se non con una carrozzina. Ho aspettato con ansia il momento in cui la disabilità avrebbe trovato spazio nei mass media, in modo assolutamente scevro da pietismi e da immagini negative. Un’immagine graffiante, accattivante e positiva dell’handicap è quello che ci vuole per scardinare i pregiudizi, mi dicevo. Ma evidentemente sbagliavo.
La TV, come un enorme tritacarne, ha fagocitato le vite “diverse” di queste persone e le ha trasformate in “fenomeni da baraccone”, orride caricature di se stesse. La società americana, per cui questi format sono stati pensati, pullula di freaks [“fenomeni da baraccone”, N.d.R.], ed è assolutamente normale per loro mostrare delle vite patinate, stravolte e assolutamente fasulle per fare ascolti.
Le persone con disabilità, specialmente giovani, superata la fase di lotta interiore contro se stessi, sentono spesso il bisogno di riscatto, di rivincita, come a dire: «Ehi, sono qui!», «Esisto anch’io, vivo e non mi sento un perdente». È così che si inizia a cercare visibilità e risalto anche grazie a questi programmi che, però, non hanno un intento divulgativo e sociale, ma semplicemente quello di sbancare gli ascolti con storie scioccanti.

Personalmente, da donna disabile fisica, che lavora, cura il suo aspetto, ma senza sembrare un clown, ha relazioni amicali e affettive senza alcun tipo di clamore e sensazionalismo, continuo a sognare il momento in cui i media, e in particolare la TV, porteranno sullo schermo questo tipo di vita che comprende anche il non essere autosufficienti, l’avere bisogno di altre persone per condurre una vita attiva, ma facendolo con orgoglio e in modo assolutamente normale.
A mio avviso, la società non ha bisogno necessariamente di estremismi (o sei la disabile “brutta e inutile” o sei la “bellona autonoma e rampante”), ma di verità che possano essere d’esempio, verità in cui i giovani e meno giovani possano identificarsi e trovare stimoli e conforto.

La presente riflessione è già apparsa nel sito del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con il titolo “A.A.A. cercasi disabile cool” e viene qui ripresa, con alcuni minimi riadattamenti al diverso contesto, per gentile concessione.

http://www.superando.it/

 

Una commedia per capire il mondo della sordità

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Billy è un ragazzo sordo. Ma la sua famiglia, perfettamente udente e persa nel vortice del tran tran quotidiano, non ha tempo né voglia di sforzarsi per aiutarlo a comunicare e farsi capire.

di Annalisa Lista

Così, Billy decide di rinunciare a entrare in sintonia con la sua “tribù” di origine.

E s’imbatte per caso in Sylvia, una ragazza che sta per perdere completamente le facoltà uditive. E che, al contrario di lui, è spaventata dal silenzio assoluto. Insieme, s‘immergeranno nella comunità allargata dei non udenti, all’interno della quale potranno finalmente capire chi sono davvero ed essere se stessi. È la trama della commedia Tribes (Tribù) che andrà in scena al Piccolo Eliseo di Roma dal 6 al 24 gennaio. Adattata in italiano da Elena Sbardella a partire dall’opera originale in inglese di Nina Raine, il lavoro esplora i temi dell’incomunicabilità familiare, del significato vero di ascolto e comprensione, dell’approccio alla disabilità

http://www.west-info.eu

La sordocecita’ e il linguaggio delle mani

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Gli individui affetti da sordocecità sono sia cechi che sordi e, dunque, fanno estrema difficoltà a percepire correttamente il mondo che li circonda ed a relazionarsi con le altre persone.

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A loro viene riconosciuta sia l’indennità per la cecità che quella per la sordità ma, purtroppo, a volte tale panacea non basta per rendere la loro vita serena ed appagante. Per tale ragione, è necessario che ai sordociechi vengano messe a disposizione strutture in cui interfacciarsi con personale competente in grado di consentire loro di stabilire un contatto con il mondo esterno indipendentemente dalla disabilità.

La situazione dei sordociechi è molto complessa e deve essere affrontata con particolare scrupolosità.

L’obiettivo, ovviamente, è quello di consentire ai sordociechi di riuscire a combattere l’isolamento con cui sono costretti a fare i conti quotidianamente. Ma come comunicare con un sordocieco? Per prima cosa, è estremamente necessario fare presente che per un sordocieco la comunicazione è a dir poco fondamentale. Comunicando, infatti, il sordocieco riesce ad entrare in contatto con il mondo esterno e, soprattutto, con gli altri. Comunicare con i sordociechi non è affatto difficile. Ovviamente, è necessario tenere presente che il tatto è ciò che consente ad un sordocieco di interagire e, pertanto, di comunicare. Le tecniche di comunicazione sono moltissime e vanno dalla comunicazione gestuale a quella pittografica passando per la comunicazione oggettuale e comportamentale.

Aiutare un bambino affetto da sordocecità è molto semplice. La Lega del Filo d’Oro, ad esempio, da molti anni si prende cura dei sordociechi e li aiuta nel percorso che li condurrà ad una vera e propria rinascita. Il numero dei bambini che nascono sordociechi è in crescita ed organizzazioni come la Lega del Filo d’Oro sono fondamentali per permettere alle famiglie di garantire ai propri bambini la possibilità di conoscere il mondo e di crescere come tutti gli altri. Per fare ciò, però, c’è bisogno dell’aiuto di tutti.

Come?

È sufficiente aderire ai vari programmi di donazioni continuative previste dalle organizzazioni di volontariato. Solo così sarà possibile garantire a tutti i sordociechi un’assistenza costante ed un luogo in cui apprendere, conoscere, imparare e, soprattutto, divertirsi, giocare e comunicare con gli altri.

Aiutare i sordociechi ad inserirsi nel mondo ed a vivere con serenità la propria disabilità è un dovere morale. Talvolta, infatti, probabilmente per superficialità, non ci si sofferma sul fatto che un sordocieco, soprattutto se affetto da tale disabilità dalla nascita, non ha alcuna percezione del mondo e non ha alcuna possibilità di capire cosa lo circonda. Le associazioni di volontariato che si prendono cura dei sordociechi sono moltissime. Grazie ai volontari, i sordociechi riescono a cimentarsi in attività che, oltre ad avere un fine educativo, sono molto divertenti e consentono loro di svagarsi e di non pensare alla complessità della patologia che li affligge.

http://www.ilquaderno.it/