Il progetto di formazione è stato ideato insieme ai 94 Comuni della Marca trevigiana ed è sostenuto da AscoPiave. Il Dg Benazzi: «La Lis è fondamentale per aiutare i ragazzi a parlare tra loro e con gli altri»

di Brando Fioravanzi

Rimuovere le barriere della comunicazione attraverso l’uso della Lingua italiana dei segni (LIS) e della Lis tattile. L’iniziativa, che rientra in una più ampia progettualità in tema di lingua dei segni da condividere in sede di Piani di Zona, è stata illustrata mercoledì mattina a Villa Carisi oltre che dal direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, dal dirigente scolastico provinciale Barbara Sardella, dalla presidente della Conferenza dei Sindaci Paola Roma (che ha lavorato sul progetto assieme ad Annalisa Rampin e Lisa Tommasella, presidenti Comitato dei Sindaci rispettivamente del Distretto Asolo e Pieve di Soligo), dal presidente di Ascopiave Nicola Cecconato e dalla signora Raffaella Fantin Buziol, promotrice dell’iniziativa.

Un momento della presentazione del progetto

Il progetto, che vede coinvolta anche la Cooperativa Socio Culturale che segue il servizio di integrazione scolastica per gli alunni con disabilità sensoriali, prevede l’avvio di due corsi informativi/formativi per rispondere alle necessità delle famiglie e delle istituzioni del territorio provinciale. Un corso sarà destinato agli amministratori locali, con inizio il prossimo 3 maggio per un totale di 9 incontri in videoconferenza, l’altro sarà invece destinato agli operatori. I corsi, realizzati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia (Dipartimento di studi linguistici e culturali comparati), intendono fornire le conoscenze di base o intermedie della lingua dei segni italiana e del suo utilizzo in situazioni di impossibilità a usare la lingua vocale o per la presenza di disturbi della comunicazione verbale in bambini udenti o in caso di sordità.

L’obiettivo dei corsi, realizzati grazie al contributo di Ascopiave, è duplice: da una parte sensibilizzare e rendere i fruitori consapevoli dello statuto linguistico della LIS e dunque delle sue potenzialità nei vari ambiti della vita quotidiana (in famiglia, a scuola e nelle attività sociali) e dall’altra fornire gli strumenti necessari alla comunicazione con persone che la utilizzano come unico strumento linguistico. Questo per favorire le pari opportunità e l’inclusione scolastica e sociale nella vita di tutti i giorni, anche in riferimento agli uffici e/o enti territoriali destinati a servizi per il cittadino residente e/o con domicilio nel territorio italiano. La Lis, oltre che con le persone sorde, si rivela importante nella rieducazione e riabilitazione di bambini e ragazzi affetti da disabilità comunicative diverse, quali l’autismo, le disprassie verbali, la sindrome di Landau Kleffer, la sindrome di down, con o senza sordità associata ma, anche, in bambini e ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento.

Questo il commento del Direttore Generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi: «Si tratta di un progetto importante perché la Lingua italiana dei segni è fondamentale per aiutare i ragazzi a parlare tra loro e con gli altri, e questo concetto deve essere recepito in primis dal mondo scolastico e sociosanitario. Quello presentato oggi è quindi un accordo importante con i Comuni, AscoPiave e il mondo della scuola, compresa l’università di Cà Foscari, per portare avanti una progettualità solidale, un corso che sarà seguito dai nostri operatori sul territorio, come psicologi e logopedisti, che sono poi le persone maggiormente a contatto con minori e disabili».

 

 

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