Gb, la legge sull’aborto trema grazie a questa donna disabile

Nel giorno della Festa della donna, una giovane disabile ha obbligato l’Alta Corte di Londra a decidere se la legge sull’aborto discrimina i disabili permettendone l’uccisione fino al momento della nascita

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L’8 marzo scorso è accaduto qualcosa di impensabile nel Regno Unito.

La Corte di appello di Londra ha infatti deciso di riaprire il caso di Heidi Crowther, 26 anni portatrice di sindrome di Down, e di Maire Lea-Wilson, 33 anni, mamma di Aidan, 16 mesi, portatore di trisomia 21.

Le due donne sostengono che la legge inglese sull’interruzione di gravidanza discrimina i portatori di handicap e viola la Convenzione europea dei diritti umani.

In Gran Bretagna, infatti, i bambini disabili possono essere uccisi nel grembo materno fino al momento della nascita, mentre per i bambini sani il limite è di 24 settimane.

 

 

«Sono felicissima, un regalo per la Giornata della donna»

 

«È una norma che dice ai disabili che non dovrebbero esistere e viola i loro diritti umani», ha dichiarato Heidi Crowther davanti alla corte. «Io mi sento indesiderata dalla società alla quale appartengo».

Nel settembre 2021 l’Alta Corte aveva deciso che il caso comportava problemi di natura morale ed etica e dunque era di competenza del Parlamento, ma la Corte di appello ha ribaltato la sentenza, riaprendo il dibattito sulla questione.

La nuova udienza si terrà tra novembre e dicembre 2022. Se le due donne dovessero vincere, i giudici chiederanno al governo di riesaminare la legge sull’aborto.

«Sono così felice da poter scoppiare», ha detto Heidi a BBC News. «Ancor di più per il fatto che questo è avvenuto durante la Giornata internazionale della donna».

Per chi vuole sostenere Heidi, questa è la sua pagina Facebook.

 

 

 

Le donne abortite in nome dei diritti della donna?

Anche se l’appello dovesse fallire, Heidi Crowther ha mostrato al mondo l’assurdità di uccidere delle bambine, tramite l’aborto, per difendere il diritto delle donne ad interrompere la gravidanza.

L’incoerenza della logica a sostegno dell’aborto era già stata scardinata da Gianna Jessen, sopravvissuta all’aborto e resa permanentemente disabile: «Lo slogan oggi è: “libertà di scelta, la donna ha il diritto di scegliere”. Ma intanto la mia vita veniva soppressa nel nome dei diritti della donna».

C’è una remota possibilità che l’Alta Corte londinese riduca il limite di aborto a 24 settimane anche per i bambini disabili, per lo meno Heidi Crowther ne è convinta.

Ma anche porre un limite temporale risponde ad un’assurdità: perché a 23 settimane e 6 giorni sarebbe legittimo uccidere una bimba non ancora nata, mentre il giorno dopo no?

Come ha spiegato su questo sito web il matematico Francesco Malaspina, lo sviluppo fetale «procede con una meravigliosa continuità e gradualità» e porre un termine «è assolutamente artificiale. Nessuno si sogna di affermare che esista un interruttore collocato al termine della 12° settimana», o alla 24° settimana come nel Regno Unito, «che, scattando, faccia diventare essere umano ciò che prima non lo era».

L’unico vero “interruttore” è al momento del concepimento, lì compare la nuova vita umana e da quel momento si verifica uno sviluppo graduale dell’essere umano.

Dall’8 marzo in Guatemala divieto di aborto.

Sempre l’8 marzo scorso, in Guatemala il parlamento (101 voti favorevoli e 8 contrari) è proclamato illegale l’interruzione di gravidanza con pene maggiorate per i medici che la praticano (oltre ad aver ufficializzato l’incostituzionalità del matrimonio omosessuale ed il divieto di indottrinamento scolastico sul gender).

Il divieto di aborto è giustificato con la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, mentre resta legalizzato quando la vita della madre è a rischio.

Si attende la firma del presidente Alejandro Giammattei per l’entrata in vigore, non è chiaro se lo farà anche se 102 membri del suo partito hanno votato a favore.

La giovane deputata Patricia Sandoval e centinaia di altre donne hanno esultato per l’approvazione della legge: «Quale giorno migliore di oggi per approvare una legge a favore della famiglia!»ha dichiarato la donna in parlamento.

La redazione

 

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