Guerra in Ucraina, Andrea Cisternino: “Non abbandono i miei cani, i miei animali. Io posso morire anche qui con loro”

L’animalista italiano da anni gestisce una struttura per animali a 45 minuti da Kiev: «Questa è una follia, tutto questo è una follia nel 2022. Volete aiutarci? Fermate Putin»

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CRISTINA INSALACO, MARIA PAOLA BATTISTA

Andrea Cisternino nel 2012 ha fondato un rifugio per animali di 20mila metri quadri a 45 minuti da Kiev. Da quando è iniziata la guerra in Ucraina, lui ha deciso di non andarsene e neanche di tornare in Italia, il Paese in cui è nato. «Da anni mi prendo cura di 400 animali, che ho salvato da maltrattamenti e allevamenti – ha detto ieri Andrea Cisternino, in collegamento a “La vita in diretta” – e ho deciso di restare, di non abbandonarli.

Costruire questo rifugio è costato molta fatica, io non me ne vado».

Ha detto in diretta su Rai 1 queste poche frasi mentre all’interno del suo rifugio “Italia Kj2” si trovava al buio, dopo un allarme che era scattato da poco nella zona. Fino a ieri ha aggiornato la sua pagina Facebook con il racconto di quello che sta succedendo, e nel suo ultimo post ha scritto: «Eccomi qui, stiamo tutto sommato bene anche se sparano». Il giorno precedente aveva filmato gli elicotteri russi militari sorvolare il rifugio. «Stamattina il cielo intorno al rifugio era rosso – ha raccontato – continui spari di artiglieria anche durante la notte, non si riesce a dormire. Ho visto 15 minuti fa un colpo di artiglieria cadere lontano dal rifugio ma l’odore della polvere da sparo lo sentivo benissimo, sentivo in lontananza colonne militari che si spostavano, sono passati aerei.

Che Dio ci aiuti e maledica chi ha voluto iniziare tutto questo».

Cisternino, ex fotografo di moda e costume, inizialmente insieme alla moglie Vlada Shalutko si è trasferito in Ucraina per denunciare e combattere le uccisioni dei cani randagi, tra fucilazioni, avvelenamenti e fosse comuni. Poi ha aperto il suo rifugio, accogliendo e salvando animali che sarebbero morti o sarebbero andati incontro a un destino crudele. Nel suo rifugio ci sono cani, gatti, cavalli, mucche, maiali, capre, pecore, oche e galline, e ultimamente ha raccontato di avere fatto rifornimento di cibo per tutti loro e per la sua famiglia.

In questi giorni dice di fare attenzione ad ogni rumore, perché «si vive con l’angoscia ma cerchiamo di essere positivi». Raggiunto dalla giornalista Maria Paola Battista Cisternino racconta: «Si va avanti giorno per giorno sperando che tutto si risolva e che noi ne usciamo tutti bene, animali compresi. La vita nel Rifugio prosegue normalmente, almeno cerchiamo di farla sembrare così, si fanno i lavori di ogni giorno per il Rifugio e gli animali. Che non mi accada nulla ci spero come lo spero per collaboratori e animali poi…qualcuno deciderà».

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E quando gli si chiede che messaggio abbia per l’Occidente risponde: «Il messaggio è che questa è una follia, tutto questo è una follia nel 2022. Per aiutarci si può far ben poco oppure dire a Putin di fermarsi. Potete pensare a noi».

Andrea Cisternino, nato a Roma, nonostante la paura ha quindi deciso di proseguire la sua vita e il suo progetto, di continuare a proteggere ad ogni costo la sua oasi fino a quando sarà possibile. «Io ho deciso che posso anche morire qui – ha scritto su Facebook il 24 febbraio – per i miei animali».

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