P. LUIGI GUALANDI SJ (1832 – 1913), gesuita e appassionato dei sordomuti

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Il Prof. Domenico Gualandi (1788-1865), specialista in psichiatria di fama internazionale, era un uomo di grande austerità e severità, ma al contempo generoso e pieno di attenzioni per i figli. Volle una casa grande per accogliere la prole che sarebbe nata dall’unione con Luigia Naldi, anche lei bolognese e di famiglia benestante. I figli non mancarono, ne ebbero nove di cui ne sopravvissero 7: Giovanni, Francesco, Giuseppe, Cesare, Angelo, Clementina e Luigi.

Domenico aveva un forte carattere e riuscì a educare i figli infondendo loro un grande senso del dovere e una profonda devozione cristiana. Quattro di essi abbracciarono la vita consacrata: don Giuseppe e don Cesare si dedicarono ai sordomuti, creando l’Istituto Gualandi e la Piccola Missione per i Sordomuti, Luigi divenne gesuita e Giovanni, rimasto vedovo, prese i voti nella Piccola Missione, come fratello laico.

Luigi, il più piccolo, nato a Bologna il 28 aprile 1832, dopo gli studi matematici scelse la vita religiosa presso la Compagnia di Gesù e fu professore al Collegio Romano. Per diversi anni fu “intrepido missionario” nella Guiana, America Meridionale. Tornato a Roma, a causa di malattie prese in quel clima tropicale, fu predicatore e propagatore degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio, fino agli ultimi anni di vita.

P. Luigi Gualandi collaborò appassionatamente all’opera di assistenza ed educazione dei sordomuti con i fratelli Don Giuseppe e Don Cesare, fornendo aiuto e consigli per la fondazione della Piccola Missione (1872). Preziosa fu la sua collaborazione specialmente quando la casa dell’altro fratello Giovanni Gualandi divenne, nel 1884, la filiale romana dell’Istituto Gualandi di Bologna.

Direttore spirituale ed efficacissimo animatore dei missionari dei sordomuti sbarcati a Roma, si attivò per il riconoscimento pontificio della comunità, concretizzatosi con l’approvazione da parte della Congregazione dei Religiosi il 6 giugno 1913, appena cinque giorni prima della sua morte. Il successivo Decreto di Lode, datato 1° luglio 1913, da parte di San Pio X, dichiarava la “Piccola Missione ai Sordomuti Abbandonati” congregazione di diritto pontificio (Cfr. Effeta, anno VIII, ottobre 1913, n.8).

Altra consolazione del buon padre Luigi Gualandi fu l’aver potuto assistere, il 21 aprile 1912, alla posa della prima pietra del nuovo fabbricato dell’Istituto Gualandi di Roma sulla collina di Monteverde, nei pressi della nuova Stazione Trastevere, inaugurata l’11 maggio 1911.

Era solito salire a Monteverde per sorvegliare i lavori della costruzione e gioì immensamente quando seppe che erano terminati e pronti per essere inaugurati. Inaugurazione che avvenne, però, l’8 settembre successivo alla sua morte. Dopo aver vagato in locali in affitto dal palazzo Salimei in via dei Coronari e dal Palazzo Altemps di piazza sant’Apollinare, a Vigna San Filippo ai Parioli, al Palazzo Doria al Circo Agonale (Piazza Navona), al Palazzo Bulla in via dei Gracchi nel quartiere Prati, la Piccola Missione e l’Istituto Gualandi avevano finalmente, anche a Roma una degna sede di proprietà.

Con le rendite del suo asse ereditario mantenne per 50 anni un sordomuto all’Istituto Gualandi di Bologna, al quale lasciò anche la sua eredità. Nel numero unico di Effeta (n. 6-7 del giugno/luglio 1913), dedicato all’inaugurazione del nuovo edificio dell’Istituto Gualandi di Roma, tra i principali benefattori, molti dei quali procurati proprio da lui, troviamo anche “Gualandi Dott. Luigi”.

Padre Luigi, colpito da una pleurite causata dall’esposizione al vento sulla terrazza della Casa, rese l’anima a Dio la mattina di giovedì 12 giugno 1913.

Sul periodico La Domenica del Sordomuto (anno VI n. 20 del 29 giugno 1913) e sulla rivista Effeta (Cfr. anno VIII, ottobre 1913, n.8) padre Raffaele Grassi scrisse che, prima di morire, P. Luigi Gualandi, “con la mente lucidissima, col cuore pieno di affetto benedisse nei due sacerdoti addetti all’Istituto di Roma e inginocchiati attorno al suo letto i Sacerdoti da Lui formati alla virtù e allo zelo per l’Opera tutta, i Chierici… che teneva tutti nel cuore, le Pie Sorelle della Piccola Missione a cui aveva sempre diretta la parola del consiglio e della perseveranza, i sordomuti che aveva sempre considerati come figli carissimi nel Signore”.

La sua salma trovò posto al “Cimitero di Campoverano”, vicino alla tomba del fratello Giovanni e della cognata Teresa Gnoli.

P. Vincenzo Di Blasio

 

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