Odoardo Giulio Maria Spisni, Figlio di Leo e di Cerè Olimpia, è nato ad Ozzano dell’Emilia (BO) il 7 febbraio 1910. Nel I922 a Roma entra nello studentato della Piccola Missione per i Sordomuti, dove lo aveva preceduto suo cugino p. Aldo Natali.

II 15 agosto 1928 emette la sua prima professione e nel I932 quella perpetua. È ordinato sacerdote il 1° luglio 1934, dopo avere conseguito, a Roma, la licenza in filosofia e in teologia all’Università Urbaniana di Propaganda Fide. Preso il diploma magistrale all’Istituto Giannina Milli di Teramo, nel 1939 alla scuola di Metodo Girolamo Cardano di Milano ottiene il Diploma di Abilitazione al Magistero ai Sordomuti.

Il suo apostolato lo svolge nelle varie case della congregazione, passando oltre 25 anni a Mogliano Veneto nell’Istituto Provinciale di Venezia, (1940-1958 e 1968-1975) e altri 25 anni nell’Istituto Gualandi di Giulianova (TE) (1935-1940 e 1975-1994), con brevi intervalli a Roma, Bologna e Firenze, sempre presente e molto attivo nell’insegnamento, fino agli ultimi giorni.

Spisni è tomato al Padre venerdì 29 aprile 1994 nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Giulianova. Ha così preferito celebrare il suo sessantesimo di sacerdozio in Paradiso.

I funerali si sono svolti il giorno successivo nella cappella dell’Istituto Gualandi con una solenne concelebrazione presieduta da P. Antonio Loreti, Superiore Generale della Piccola Missione, e la partecipazione di sua ecc.za Mons. Antonio Nuzzi, vescovo di Teramo, di numerosi parroci e religiosi della zona e di alcuni confratelli venuti da altre città. Hanno fatto corona a P. Odoardo le suore, gli alunni con le loro famiglie, gli ex alunni, i sordi del Movimento Apostolico Sordi e dell’Ente Nazionale Sordomuti, parenti venuti da Bologna, amici e fedeli.

«La nostra celebrazione – ha spiegato P. Vincenzo Di Blasio, Direttore del Gualandi – vuole essere l’estremo saluto a P. Odoardo, ma anche un rendere grazie a Dio per aver dato alla Chiesa un sacerdote “saggio e fedele”, un religioso esemplare e zelante, un apostolo che ha speso eroicamente la sua vita per i sordomuti. La sua dipartita ci addolora certamente, ma ci consola il pensiero che la sua vita, spesa interamente per il bene delle anime, gli abbia aperto le porte del Paradiso. P. Odoardo lascia un vuoto nelle comunità del Gualandi, ma anche nella comunità cristiana di Giulianova, la sua città elettiva. Ora lo pensiamo nella gloria dei santi. Preghiamo per la sua anima, preghiamo soprattutto lui, affinché si faccia nostro avvocato presso il trono dell’Altissimo».

All’omelia P. Antonio Loreti ha tracciato un profilo della figura di P. Odoardo, ricordando le tappe più significative della sua vita, mettendone in luce la bontà, la dedizione all’Opera dei Sordomuti, lo zelo per le anime, il servizio per l’ascolto delle confessioni e l’impegno per le vocazioni. «P. Odoardo – ha detto ancora – ci ha insegnato che l’amore dei fratelli e l’amore del Signore sono la ricchezza che dobbiamo cercare». «Padre Odoardo quasi si aspettava la chiamata del Signore. Poco tempo fa mi aveva scritto: “Per me è bene distaccarmi non solo dalla bicicletta, ma anche da tutto il resto perché non può essere lontano il giorno in cui dovrò lasciare tutto. Il mio desiderio è Dio”».

Sua Ecc.za Mons. Antonio Nuzzi ha ricordato “il caro P. Odoardo” esprimendo la sua partecipazione al dolore del Gualandi, unitamente a quella della diocesi intera. «Ringraziamo il Signore – ha concluso – per aver suscitato questo uomo di Dio, per le opere da lui fatte, per il contributo da lui dato alla crescita spirituale del presbiterio… Lo ricordiamo con la sua corona del rosario in mano e ora che abbiamo un avvocato in Cielo speriamo che ci ottenga dal Signore nuovi operai per la sua messe».

Ampiamente ricordato nelle pagine della rivista Effeta di Bologna, dell’Araldo Abruzzese e della Tenda di Teramo, Padre Odoardo riposa ora nel cimitero di Giulianova, nella “Cappella dei Sordomuti”.

Il ricordino di lutto ce lo ricorda così. “L’amore dei fratelli e l’amore del Signore è la ricchezza che dobbiamo cercare. Vivere il Vangelo e osservare le regole della vita religiosa nella semplicità e nella serenità”.

P. Vincenzo Di Blasio

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