Campioni sordi ieri, oggi e domani: un progetto per abbattere le barriere

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Sostenuta dal bando OSO – Ogni Sport Oltre, l’iniziativa della Fondazione Pio Istituto dei Sordi guarda ai giovani e punta a rafforzare la relazione positiva delle persone sorde con l’attività sportiva

di SARA FICOCELLI

VALORIZZARE il passato e abbattere le barriere comunicative che ostacolano ancora oggi la pratica dello sport, soprattutto per i più giovani: questo il senso del progetto “Campioni sordi ieri, oggi e domani”, sostenuto dalla Fondazione Vodafone Italia attraverso il bando OSO – Ogni Sport Oltre, che ha appunto come obiettivo il rafforzamento della relazione positiva delle persone sorde con l’attività sportiva.

Partendo da esperienze già realizzate direttamente e dai partner dell’iniziativa FSSI e Sport and Fun Holidays, il progetto punta all’accrescimento delle competenze tecniche e alla promozione della pratica sportiva per gli atleti sordi attraverso la realizzazione di raduni nazionali multisport e la raccolta di interviste per narrare i successi dello sport silenzioso. Dando “voce” a storie di campioni sordi di ieri e di oggi che ce l’hanno fatta, come Ilaria Galbusera, capitana della Nazionale Volley Sorde e Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, Giovanni Improta, 3 volte campione del mondo di Kick-boxing o Piero Italiani, tuffatore, 6° ai Giochi Olimpionici di Los Angeles nel 1984.

“E poi – spiega Francesca della Fondazione Pio Istituto dei Sordi, nato nel 1854 con l’obiettivo di prendersi cura degli aspetti educativi dei giovani sordi, a seguito della legge sull’integrazione scolastica e artefice del progetto – ci sono le attività per i campioni di domani, dagli incontri con le scuole sul territorio nazionale per favorire l’inclusione e avvicinare i giovani sordi allo sport alla realizzazione dei campi multisport Champions’ Camp per ragazzi sordi e udenti. In questo modo si realizza un percorso che, intrecciando passato, presente e futuro, mostra come queste attività rappresentino un’opportunità unica di crescita e inclusione per le persone con disabilità uditiva”.

Nelle attività che organizza direttamente così come in quelle che sostiene, la Fondazione Pio Istituto dei Sordi mette sempre al centro la persona con disabilità uditiva. Lo sport, in questo senso, realizza a pieno questa convinzione perché nel complesso insieme di lingue, culture e modi di essere che caratterizzano la società di oggi si impone come un linguaggio universale che supera confini, lingue, culture, religioni e ideologie e che possiede la capacità di unire le persone, favorendo dialogo e accoglienza. “Soltanto lo sport – continua Francesca – riesce a unire sia i sordi tra loro, anche insieme agli udenti, rappresentando uno spazio di incontro ‘alla pari’ dove l’integrazione è possibile. Ed è questo che rappresenta il nostro logo: una persona a braccia aperte, che disegna una V a indicare la vittoria ma anche l’accoglienza, in diversi colori… ne abbiamo usati tre a rappresentare i campioni di ieri, oggi e domani ma potevano essere un numero infinito, come infiniti sono i differenti modi di essere al mondo e le potenzialità di ogni persona”.

Tra il Pio Istituto dei Sordi e la Nazionale Volley Sorde c’è un rapporto ormai consolidato, nato grazie al desiderio di raggiungere obiettivi comuni, quali l’integrazione e la valorizzazione della persona sorda, al di là delle sue scelte comunicative, attraverso quello straordinario veicolo chiamato “sport”. La Fondazione Pio Istituto dei Sordi ha sostenuto in questi anni la partecipazione della Nazionale alle Deaflympics di Samsun, da cui le regazze hanno riportato a casa un argento e molta visibilità “grazie al loro straordinario modo di interpretare il nostro inno, – racconta Francesca – e in numerosi ritiri sportivi che le hanno rese più unite e più forti, tanto da conquistare l’oro agli ultimi europei. Tutto ciò ha reso possibili alcuni progetti speciali che testimoniano la loro contagiosa voglia di fare, come il viaggio in Ghana in solidarietà con la Nazionale del Ghana che, seppure ammessa, non aveva potuto partecipare alle Deaflympics del 2017”.

La Nazionale Volley Sorde è un grande esempio di integrazione, nato e quotidianamente tenuto in vita da una comune passione: la pallavolo. La squadra è composta da ragazze che hanno sordità diverse, diversi percorsi riabilitativi e diverse modalità comunicative. C’è chi utilizza le protesi, chi ha l’impianto cocleare, chi si esprime con la lingua dei segni italiana, chi con quella parlata e chi utilizza entrambe le modalità comunicative. “Differenze che si ritrovano sempre all’interno del variegato mondo della sordità – precisa Francesca – ma che attraverso lo sport vengono abbattute, e Nazionale Volley Sorde ne è l’esempio concreto. Il gioco unisce tutte le ragazze per il raggiungimento di un obiettivo comune e incentiva valori importanti come l’unione e la condivisione, ma anche il divertimento, e ha portato questa squadra a crescere moltissimo e a raggiungere traguardi importanti umani e sportivi come le medaglie conquistate negli ultimi due anni”.

La Nazionale, del resto, è il risultato di un percorso preciso. La direttrice tecnica, Loredana Bava, insieme ad alcune delle atlete già presenti ha “aperto” la squadra ad atlete sorde che non avevano mai giocato nella Federazione Sport Sordi e ha lavorato affinché si realizzasse una reale integrazione nel gruppo. “Sicuramente – spiega Francesca – oggi questa è la vera forza della Nazionale, adrenalina alla quale si aggiunge anche un po’ di aspettativa per i mondiali alle porte e per la consapevolezza di aver intrapreso un percorso ricco di risultati in breve tempo, dettati da sacrifici intesi non solo in termini fisici-tecnici”. La Nazionale Sorda, infatti, non è riconosciuta dalla Federazione della pallavolo Fipav, quindi gran parte delle atlete, che si allenano anche in squadre udenti, devono sacrificare risorse economiche proprie, ferie lavorative e permessi scolastici per poter partecipare ai raduni collegiali e alle competizioni internazionali del circuitivo sportivo dei sordi. “Ecco perché, tra di loro, la voglia di vincere e raggiungere risultati sportivi, è sempre accompagnata da una gran voglia di riscatto della propria identità, a livello sociale e sportivo”, precisa Francesca.

Due sono i progetti futuri della Nazionale. Innanzitutto la conquista di una medaglia ai prossimi campionati mondiali per sordi, dove partecipa per la prima volta e che per la prima volta saranno organizzati in Italia dalla stessa Federazione Sport Sordi italia, a Chianciamo Terme, dal 2 al 11 luglio 2020. La manifestazione servirà anche a testare il livello tecnico e a confrontarsi con le altre squadre partecipanti, con rivali agguerrite come gli Stati Uniti e il Giappone, per prepararsi al meglio ai giochi olimpici per i sordi nel  2021. Il secondo obiettivo – che è infatti anche tra quelli del progetto “Campioni Sordi. Ieri, oggi e domani” finanziato da Fondazione Vodafone e attualmente in corso – è quello di promuovere la pallavolo anche tra i giovani, per creare un movimento sportivo esteso e permettere un monitoraggio costante di quelli che saranno i “Campioni di domani”, appunto, in funzione di un ricambio generazionale futuro. Rientrano in quest’ambito non solo iniziative occasionali come l’allenamento con le atlete sorde U12/13 coordinate dalla pallavolista Francesca Devetag e il raduno che si è appena concluso e che ha riscosso tante adesioni, ma anche i Champions Camp 2020 – organizzati da Sport and Fun Holidays, altro partner del progetto -, camp estivi multisport che garantiscono piena integrazione tra bambini sordi e udenti. All’insegna del divertimento.

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