Con Paganini a Salerno la danza oltre il sentire

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SALERNO – Se la danza ha la capacità di raccontare storie e sentimenti, ed è un modello da raggiungere per esprimere al meglio gli stati d’animo, ciò che è accaduto lo scorso venerdì al Teatro Augusteo di Salerno.

La sintesi perfetta della potenza interpretativa e comunicativa, di una disciplina che incanta e fortifica lo spirito, è stata incarnata sul palco salernitano dal maestro Raffaele Paganini. L’associazione culturale “Il Balletto”, sotto la direzione artistica di Federica Ferri e Caterina Andria, infatti nell’ambito nel progetto “Diverso sentire” ha organizzato un evento di danza che ha visto l’esibizione di diverse scuole salernitane e la partecipazione del liceo coreutico “Alfano I” al cospetto dei giovani studenti dell’istituto Filippo Smaldone di Salerno, che ospita e si prende cura da anni, di ragazzi non udenti, accompagnati da suor Gerardina, da suor Sissis Fatima e dalla docente – interprete Natalia Rufrano. Durante le rappresentazioni coreografiche, dei bravissimi allievi, che volteggiando e librando nell’aria, hanno incantato la platea, l’occhio non poteva che andare su Raffaele Paganini che ha ammirato con entusiasmo ed emozione il susseguirsi dei balletti in programma, apprezzando la leggerezza e l’energia che i ballerini sono riusciti a propagare nel teatro.

«Sono onorato di far parte del progetto, – ha dichiarato Paganini – perché l’idea nella sua semplicità è estremamente singolare e nello stesso tempo cela grande sensibilità. Appena me lo hanno proposto, – ha aggiunto – non ho esitato a dare la mia disponibilità, perché trovo sia straordinario avvicinare questi ragazzi a una forma artistica come la danza». “Diverso sentire” nasce dalla convinzione che sentire parte dall’animo e per questo, la danza, può rappresentare un veicolo di comunicazione per trasmettere emozioni anche soltanto con la sollecitazione di un unico senso. Non è necessario l’ascolto della musica e dei suoni per essere avvolti e captare la sua magia. Il limite sensoriale è superabile in quanto il linguaggio corporeo e dell’anima può raggiungere chi è privo della possibilità di ascoltare, come appunto i ragazzi dell’istituto Smaldone. «La danza è una delle prime forme di comunicazione, – hanno affermato le organizzatrici – è un’arte capace di inclusione, perché può oltrepassare tutte le barriere e suscitare emozioni forti e durature».

All’evento erano presenti pure l’assessore alla Cultura Antonia Willburger e il consigliere comunale Paola De Roberto. «Andare a teatro e vedere un balletto, significa piangere, ridere e gioire – ha svelato Paganini – e in questo contesto speciale, la lingua dei segni, con la quale si esprimono i ragazzi non udenti, è molto simile alle movenze di chi danza, sono accomunate dalla potenza comunicativa del corpo e dei gesti». E tutto ciò è stato spiegato con molta semplicità proprio da un ragazzo dello Smaldone, seduto in platea, che appoggiando a lungo la sua mano sul petto, per ascoltare i suoni di un balletto, attraverso il battito del suo cuore, ha regalato al pubblico presente il momento più emozionante della serata.

Maria Romana Del Mese

https://www.lacittadisalerno.it/

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