Lega del Filo d’oro: isolamento totale per chi usa solo il tatto

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Sanitadomani.com – OSIMO: “Se il Paese in qualche modo non si riprende, siamo veramente preoccupati per il futuro dei nostri assistiti”. A parlare è Rossano Bartoli, presidente della Lega del filo d’Oro, una delle istituzioni italiane più note nel campo dell’assistenza ai disabili. La Lega assiste le persone sordo cieche, spesso con anche altre disabilità, mentali e motorie. Un’istituzione che nel 2019 ha seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra 0 e 4 anni che spesso presentano un quadro clinico molto complesso. La struttura di Osimo, la prima realizzata, ogni anno accoglie e aiuta 300 famiglie.

“Noi esistiamo soprattutto grazie ai finanziamenti dei privati – dice Bartoli – Senza questi, non potremmo fornire i servizi ai nostri assistiti. I quali, già adesso, stanno vivendo momenti difficilissimi”. La sordociecità è una condizione che purtroppo tende all’isolamento della persona come condizione quotidiana. Solo attraverso i familiari, gli interpreti e i terapisti si interagisce con la realtà. “Alcuni dei nostri assistiti vive da solo e ha un buon grado di autonomia, a patto ovviamente di essere accompagnato in molte attività – spiega il presidente – Un sordo cieco per fare spesa e commissioni deve fisicamente appoggiarsi a qualcuno. Per accedere alle notizie di attualità deve comunicare tramite il tatto. Se ha residui visivi o uditivi, deve essere molto vicino alle persone per comprenderle. Restare distanziati significa perdere il contatto con il mondo”.

Molti utenti della Lega, soprattutto tra i bambini, sono persone pluriminorate psicosensoriali, con una scarsissima autonomia personale. “In questo momento, le persone disabili sono a carico al 100% delle famiglie. E ci sono tantissimi casi in cui i genitori hanno un’età avanzata; avrebbero loro stessi bisogno di essere aiutati. Invece si fanno carico di una persona che ha bisogno di assistenza h 24. Significa non poter uscire nemmeno per fare la spesa”. Ovviamente ogni tipo di terapia è sospesa a tempo indeterminato, con conseguenze negative. “Quando gli utenti che vivono in struttura tornano a casa anche solo per 10 giorni, noi vediamo qualche regressione – spiega Bartoli – E’ comprensibile che a casa non ci sia il ritmo che si tiene nelle nostre strutture. Possiamo solo immaginare cosa accadrà dopo mesi di interruzione. Il rischio è che qualcuno debba ricominciare il percorso quasi da zero”.

Ma anche chi vive in struttura è messo a dura prova. “Da fine febbraio tutte le visite dei parenti sono sospese. Abbiamo fatto qualche rarissima eccezione, ovviamente comprovata per motivi medici, per quei ragazzi il cui equilibrio psicofisico, dopo parecchio tempo senza un contatto con mamma o papà, era in bilico. Per gli altri, nessuna visita”.

La Lega del filo d’Oro ha lanciato una nuova campagna, #uncontattochevale per ricordare le esigenze delle persone sordo cieche e raccogliere fondi per aiutarle, ora e in futuro. Per ogni informazione è attivo il numero verde 800.904450

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