Robot spezza il dito a un ragazzino durante un torneo di scacchi

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La “rivolta dei robot”, che tanto piace a certi appassionati di fantascienza, probabilmente non avverrà a causa della presa di coscienza di un’intelligenza artificiale malvagia, ma a causa della pigrizia di programmatori che non doteranno le proprie creazioni di sufficienti misure di sicurezza.

Redazione ZeusNews

D’altra parte, che gli utenti vadano protetti innanzitutto da sé stessi dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia progettato un sistema informatico, anche minimale. E ciò è ancora più vero se l’utente è un bambino.

A spingere verso queste considerazioni è quanto accaduto lo scorso 19 luglio a Mosca durante un torneo di scacchi, al quale hanno partecipato anche diversi ragazzini.

Durante uno degli incontri tra un bambino di sette anni – Christopher – e un robot è accaduto però un incidente: il robot ha afferrato una delle dita del bambino e l’ha stretta per alcuni secondi fino a romperla; a quel punto fortunatamente è intervenuto il personale della competizione che ha liberato Christopher dalla morsa del suo opponente tecnologico.

Com’è potuto succedere? Non certo a causa di una maligna volontà del robot. Stando a quanto si può capire dal video – pubblicato su Twitter – e a quanto riportato dai resoconti ufficiali, le regole del torneo prevedevano che il concorrente umano aspettasse che il robot finisse di completare la propria mossa prima di avvicinare le mani alla scacchiera.

Invece, Christopher ha agito troppo presto; il robot ha quindi scambiato il dito del bambino per uno dei pezzi degli scacchi e l’ha afferrato.

Segrey Lazarev, presidente della Federazione Scacchistica Moscovita, ha riconosciuto la gravità dell’incidente ma ha anche precisato come il robot sia in funzione da 16 anni e come questo sia il primo incidente capitato.

«Affittiamo il robot, che s’è esibito in vari posti, da un sacco di tempo. A quanto pare, gli operatori hanno trascurato qualcosa. Il bambino ha fatto una mossa e, a quel punto, è necessario dare tempo al robot per elaborare la propria, ma il ragazzino s’è mosso troppo in fretta, e il robot l’ha afferrato» ha raccontato Lazarev, concludendo: «Noi non abbiamo nulla a che fare col robot».

Christopher, dal canto proprio, una volta medicato è tornato a giocare il giorno seguente, ha completato il torneo e ha partecipato alle premiazioni. I suoi genitori, invece, al momento in cui scriviamo hanno contattato sia la Federazione Scacchistica che le autorità per valutare la possibilità di sporgere denuncia.

 
 
 

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