Emoji: Scopriamo le nuove Emoticons. Il gesto Italiano, i leggendari DoDo e apertura sociale le novità

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Fin dall’antichità l’uomo ha soddisfatto e palesato un certo bisogno di comunicare: non solo verso gli altri esseri umani, ma al di là della propria stessa vita, nella storia, per lasciare un segno indelebile del suo passaggio e divenire quasi immortale, come antichi capolavori studiati ancor oggi dimostrano.

Lo ha fatto, sin dalla preistoria, stilizzando le figure e le scene che lo contraddistinguevano, ovvero venerando con simboli e segni quello che non riusciva a comprendere in quel determinato momento, ma che comunque lo incuriosiva.

Il linguaggio, dai segni primari, ha da sempre caratterizzato il bisogno di civiltà sempre più progredite. Ricordiamo gli egizi con i loro geroglifici che adornano e contornano delle opere immense. Questo bisogno di comunicare in questo modo è tutt’oggi fatto dalle popolazioni orientali come i Cinesi e i Giapponesi, i quali, utilizzando gli ideogrammi, rappresentano graficamente l’idea e il concetto stesso cui fanno riferimento.

Molti popoli hanno deciso di rendere i segni come alfabeto, mentre altri sono rimasti, altri continuano a evolvere i loro stilizzandoli e convergendo verso uno standard internazionale, anche a causa della globalizzazione e del bisogno di scavalcare ostacoli linguistici e muri culturali.

Novità: La Data

Fino a quando, nei nostri tempi, il media più globale di tutti, quello della comunicazione mass-mediatica costruita dai singoli, a fianco dei network, ovvero nei network stessi (pensiamo ai social), ha cambiato e sta cambiando tutto. Ora ci sono gli emoji.

Gli ideogrammi che utilizziamo ogni giorno, in diverse App e piattaforme, sono regolati dal Consorzio Unicode che regola il linguaggio informatico utilizzato per scrivere i testi e ne codifica e decodifica i bit trasformati in segni e figure. Dal 10 marzo la novità sta nell’introduzione di ben 117 nuove emoji e alcune di queste sono veramente incredibili se pensiamo a quanto sta accadendo sul profilo del linguaggio.

Dall’Emoticon all’Emoji

L’emoticon che tutti oramai conosciamo, nasce nel 1982. Introdotta nel linguaggio informatico dallo statunitense Scott Fahlman, ben presto quei tre caratteri speciali che mimavano espressioni antropomorfe, sensazioni e azioni, sono divenuti sempre più frequenti e utilizzabili.

Oggi, attraverso un progressivo ammodernamento di questi concetti, grazie alle emoji, i piccoli pittogrammi inseriti in diverse App e piattaforme di comunicazione social, sono in grado di definire e rappresentare:

  • Azioni.
  • Luoghi.
  • Espressioni del viso.
  • Professioni.
  • Etc.

Spesso chi le usa lo fa in modo personale, inconsapevole, non direttamente connesso al significato stesso di chi l’ha creata e altre volte un segno o un simbolo diviene virale perché una comunità ne sottolinea e ne distingue significati propri, quasi in codice.

La pesca, divenuta virale su Instagram, rappresenta proprio questo concetto e di certo non è funzionale alla voglia o alla passione dei followers per questo frutto.

Come sottolinea lo stesso Consorzio Unicode, gli emoji non sono un linguaggio codificato e lineare, dogmatico, ma potrebbero trasformarsi in qualcosa di simile.

La Novità: No alla Discriminazione

La parola d’ordine per le emoji, così come rappresentato prima di quest’ultima novità, è naturalmente il no alla discriminazione di genere e di qualsiasi altro tipo in linea con quanto scelto nel passato. Nel 2016, Unicode ha voluto rappresentare simbolicamente l’abbraccio virtuale al movimento Lgbtq+ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e Queers) creando l’emoji arcobaleno tuttora utilizzatissima.

Da quel momento il Consorzio ha maturato l’idea di rendere questo linguaggio più inclusivo possibile in modo tale da superare le barriere culturali e creare una cultura tutta nuova, a livello globale grazie a Internet.

Tra le emoji sono arrivate le coppie e le famiglie omosessuali e per ogni professione è possibile scegliere il genere, sia maschio o femmina e il colore della pelle senza distinzioni.

Tra le novità rilasciate a marzo, ci sarà un’accelerazione di questo punto di vista con l’inserimento di un uomo che tiene un neonato in mano allattandolo con il biberon (al pari della madre), ovvero un Babbo Natale unisex o ancora un uomo che porta il velo da sposa.

Il Gesto Italiano e il DoDo

Unicode, oltre a dare grande risalto a questa mentalità aperta del linguaggio e dei segni con i quali poter comunicare in modo lineare il proprio io, ha anche voluto omaggiare il nostro paese, l’Italia.

Il Consorzio ha deciso di inserire, tra i nuovi emoji, uno dei meme che rappresenta di più noi italiani, il tipico gesto, di derivazione pugliese, con cui chiediamo agli altri “Cosa Vuoi?” in tono non certo easy.

Basta porre la mano verso l’alto raccogliendo le dita congiunte in un gesto che Emilio Gadd così descriveva:

Raccolte a tulipano le cinque dita della mano destra, altalenò quel fiore nella ipotiposi digito-interrogativa tanto in uso presso gli Apuli

Dulcis in fundo, per la felicità di chi ha sempre amato questi animali leggendari, Unicode ha inserito anche due nuove figure quasi mitiche e molto simpatiche: gli estinti DoDo e i Mammut.

Se vogliamo saperne di più sugli Emoji di WhatsApp e come fare per installarli, qui trovate tutto quanto serve e le istruzioni per crearne di vostri.

www.lezionieuropa.it/

 

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