Parigi. Cultura e un tetto hi-tech. Ecco le nuove Halles

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Dopo soli 37 anni il Forum creato dove sorgeva il mercato medievale cambia ancora volto. Sotto l’immensa copertura in vetro, un conservatorio e spazi per le arti e l’hip hop. Cresce anche l’area commerciale. Il tutto costerà oltre un miliardo

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di ARTURO COCCHI

Les Halles, atto terzo. Il quartiere parigino, uno dei più antichi della città, sede del mercato medievale prima, dell’antesignano dei mall commerciali dei giorni nostri poi, si rinnova ancora: ed è una rivoluzione. A soli 37 anni dalla nascita di quel Forum che chiunque sia transitato dalla capitale transalpina conosce, ma che ai parigini non è mai piaciuto, cambia completamente fisionomia: lavori kolossal, che dal 2010 hanno trasformato “il cuore di Parigi” in un cantiere a cielo aperto. Il tutto a un costo che supererà il miliardo, a fronte dei 200 milioni ipotizzati all’inizio.

Il simbolo del rinnovamento è la Canopée, l’imponente struttura con tettoia, costata da sola 240 milioni, inaugurata oggi dalla sindaca Anne Hidalgo, per essere aperta una prima volta al pubblico in serata.  Firmata dagli architetti Patrick Berger e Jacques Anziutti, l’opera (il cui nome, canopia, è il termine scientifico con cui si identifica la chioma degli alberi) si estende su un’area paragonabile alla Place des Vosges o alla Cour Carrèe, il piazzale di fronte alla facciata est del Louvre. Con le sue 18mila scaglie di vetro, il tetto sovrasta una vasta zona aperta al pubblico, larga oltre 90 metri.

Le nuove Halles saranno un mix tra centro commerciale e culturale, con spazi dedicati alla cultura ad occupare 6.000 metri quadri, sulle due ali laterali. Una “casa di pratiche artistiche”, in realtà la quarta a nascere nella Ville Lumière, mette a disposizione spazi e sale prove a tutte le associazioni musicali, artistiche e teatrali della città. A Nord altri 1.400 metri quadri ospitano “La Place”, centro hip-hop con annessi sala di registrazione e auditorium da 200 posti, aperto a musicisti, ballerini e “graffitari”. Ancora, l’ala Sud, 2.600 metri quadrati è sede del conservatorio Wolfgang Amadeus Mozart, con 27 sale di musica, 3 sale di danza e una dedicata all’arte drammatica. Infine,  la mediateca “La Canopée-La Fontaine”, tra l’altro accessibile ai non udenti, offrirà uno degli archivi più importanti sulle culture urbane, stampanti 3D e un manga bar.

Ma non è tutto. La Canopée di fatto nasce per unire la “città inferiore a quella superiore”. Al di sotto della tettoia e delle sue nuove proposte, che costituiranno il secondo e il terzo livello della piccola città, il Forum des Halles si presenterà,  ma dal 2017, in una veste completamente rinnovata. Quindici mila i metri quadri ricavati ex novo, per un totale di 75mila: in termini pratici, vi troveranno posto 150 marchi commerciali, contro gli attuali 115. Tra le novità, due nuove brasserie, pensate dallo chef Alain Ducasse e dal designer Philippe Starck, e marchi come Lego, Nike e Sephora. Il tutto, grazie all’adozione di un sistema di illuminazione LED, ridurrà i consumi del complesso ad appena un sesto di quelli attuali.

“Les Halles entrano nel Ventunesimo Secolo”, ha detto il sociologo Jean-Louis Missika, che è anche l’assessore (adjoint) all’Urbanistica della capitale francese. Eredità del mercato medievale “nei secoli, il ventre di Parigi”, dice Missika, fu completamente ridisegnata negli anni Settanta, con la creazione del Forum che nessun visitatore della Ville Lumière può aver mancato. Un successo di pubblico, la cui creazione, con la costruzione di un mondo sotterraneo, viene oggi vista come una ferita. Di qui, appunto l’idea della “canopia” che salda le due città.

Al netto dei pregi e dei difetti del progetto, su cui solo lo scorrere del tempo potrà dire una parola definitiva, uno dei vanti dei suoi creatori è quello di essere riusciti a portarlo (in gran parte) a termine, senza dover “chiudere” quel “cuore della città” che comunque ogni giorno viene attraversato da 300mila persone, né la annessa stazione RATP-RER di Chatelet Les Halles, che con le sue 8 linee tra treni locali e metropolitana ne vede transitare addirittura 750 mila ed è il più grande hub sotterraneo d’Europa, si siano mai dovuti fermare: a periodi, le singole linee hanno bypassato la fermata, ma senza arrivare alla chiusura.

Lo snodo, che a sua volta sta vivendo un profondo rinnovamento, sarà una delle ultime strutture dove i cantieri chiuderanno, nel 2018, prima della consegna del giardino, 4 ettari sulla splendida chiesa di Saint-Eustache, che contrasta con l’avveniristico complesso. Il Forum, ha continuato imperterrito ad attirare 40 milioni di clienti l’anno. Nonostante le critiche e un “decadimento precoce” da cui troppo spesso le grandi opere del design contemporaneo non sono immuni.

http://www.repubblica.it/

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