Coronavirus, mascherine con “l’oblò” per aiutare i non udenti

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Ornella Pozzoni, la mascherina e l'amica Natalina

L’idea semplice ma rivoluzionaria di un gruppo di volontarie di Brivio, ed è subito boom di richieste, dai logopedisti agli attori dell’Arena di Verona

di ANDRE MORLEO
Brivio, 29 maggio 2020 – Le idee semplici sono da sempre quelle vincenti e molto spesso prendono forma proprio quando meno te lo aspetti. “Una sera, in piena emergenza coronavirus, stavo guardando un documentario alla televisione nel quale si raccontava il mondo dei sordomuti. Ricordo esattamente di essermi fermata un secondo a pensare che la mascherina per loro avrebbe significato un problema in più da affrontare”. Inizia così il racconto di Ornella Pozzoni, che il giorno dopo rende partecipe di quell’idea folgorante un’amica più anziana con la quale stava già producendo mascherine di cotone home made. “Quella mattina a Natalina ho detto che avremmo dovuto cominciare a produrre mascherine con “un oblò davanti“ alla bocca“. Sì, le dissi proprio così: lei lì per lì mi guardò stranita come se avessi detto che gli asini volavano”. Dopo un iniziale momento di titubanza, Natalina però si mette alla macchina da cucire e in quattro e quattr’otto realizza la prima mascherina con tanto di “oblò“, come aveva immaginato Donatella.

«E’ davvero semplice: si tratta di una mascherina di stoffa che sul davanti ha una finestrella trasparente in pvc. Mi sono fatta un selfie e ho subito postato la foto su facebook. Nel giro di pochissimo tempo è stato il delirio, hanno cominciato a telefonarmi in tantissimi, soprattutto ristoranti, estetisti e dentisti perché la mascherina con l’oblò permette di vedere parte della bocca e quindi è un vantaggio: migliora l’espressività e le relazioni”.  Tra le persone interessate al nuovissimo prodotto ovviamente anche i logopedisti, che si occupano appunto della cura delle patologie e dei disturbi della voce, del linguaggio e della comunicazione. Nessuno però si sarebbe mai immaginato che uno stock l’avrebbe richiesto anche l’Arena di Verona per i propri attori in vista della riapertura della stagione teatrale. “Siamo state contentissime perchè in questo modo siamo consapevoli le persone che già devono convivere con difficoltà nel loro quotidiano”.

Non è la prima volta che Ornella, Natalina e tutte le amiche di un’associazione di volontariato del paese danno una mano al prossimo. In pieno lockdown si erano messe e produrre mascherine “normali“ in stoffa per ovviare alla cronica penuria di dispositivi di inizio pandemia. “Ne abbiamo prodotte 2.500 e distribuite grazie ai sindaci di Airuno e Cisano Bergamasco. Un grazie di cuore va anche al signor Andrea Perego dell’omonima tessitura di Cisano, che ci offre gratuitamente la stoffa. Il ricavato delle offerte va all’associazione dei City Angels”.

 

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