Le disabilità uditive, di cui sono affette circa 360 milioni di persone (dati studio dell’Oms), pari a circa il 5% della popolazione mondiale, quando colpiscono i bambini sono ancora più gravi perché ne possono compromettere il corretto sviluppo e portare alla sordità.

di Paolo Cesarotti

Per i più piccoli, l’udito è la chiave per imparare a parlare una lingua, studiare ed integrarsi nella società, e le sue disabilità ne costituiscono un limite e un impatto pesanti.

È per questo che nel caso di problemi uditivi, è fondamentale correre ai ripari ancor prima di imparare a parlare, prima dei 12 mesi di età.

Intervenire in giovane età consente, infatti, di poter trarre maggiori vantaggi da una diagnosi tempestiva e poi da un intervento rapido, permettendo di ricevere informazioni uditive in un momento in cui il cervello è particolarmente pronto per imparare una lingua. In questo modo, sia l’udito sia il linguaggio possono svilupparsi in maniera simile a quelli dei coetanei che non presentano disabilità.

Sentire come i bambini

Il tema “Perdita dell’udito nell’infanzia: agiamo ora, ecco come!” caratterizza quest’anno la Giornata Mondiale dell’Udito, voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per creare maggiore consapevolezza sul tema delle disabilità uditive.
A supportare l’iniziativa anche un video, Sentire come i bambini (www.earsofachild.com), promosso da MED-EL, leader nel campo degli impianti cocleari, con il supporto scientifico di HEARRING, la rete globale di esperti nel settore degli impianti per l’udito, realizzato  allo scopo di mostrare quanto sia importante affrontare presto i disturbi dell’udito dei bambini.

 

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