Lamezia piange Antonio Saffioti, è morto il ragazzo simbolo della lotta per i diritti dei disabili

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Questa mattina il cuore di Lamezia si è fermato: Antonio Saffioti, amico di tutti, ci ha lasciato. Una notizia che sconvolge il mondo dell’associazionismo, della cultura, del sociale, ma rattrista anche persone comuni, perché Antonio era amato da grandi e piccoli, ed era stimato per la sua caratura morale, la sua umiltà, il suo essere vicino ai più deboli.

Aveva pubblicato un libro qualche anno fa, assieme al giornalista Salvatore D’Elia, poco dopo il suo intervento di tracheotomia. Voleva essere un esempio, fare testimonianza, far comprendere a tanti disabili, che si trovavano nella sua stessa condizione di salute, che niente è impossibile, che l’unica cosa da abbattere è la paura, mentre l’unica da portare avanti è la gioia per la vita. E così è stato.

Ha combattuto, attraverso il suo entusiasmo, il suo sorriso e il suo carattere, una malattia lunga, la distrofia muscolare. Lo ha fatto però con dignità, non arrendendosi mai e nutrendo un rapporto profondo con la fede. Era stato vicepresidente della Fish Calabria, e aveva partecipato alla vita politica della città, non ha mai smesso di lottare per i diritti di tutti, per ogni forma di pregiudizio c’era una poesia, un monologo teatrale, un pugno alzato a manifestazioni antirazziste.

Antonio era di “sinistra”, e ne andava fiero, proprio oggi che la politica si svuota mancherà a Lamezia il suo attivismo. Per tutti coloro che lo hanno amato Antonio non ha smesso di respirare. La salma di trova attualmente nella camera funeraria Putrino, i funerali saranno domani pomeriggio.

 

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