La sfida di Sharon modella disabile: “L’eleganza è un diritto”

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Il forum a “Repubblica”. In occasione della giornata internazionale dedicata alle persone diversamente abili Mattia Abbate, nostro collaboratore affetto da sma, ha dialogato con l’indossatrice Paolicelli

di MATTIA ABBATE

“La perfezione non esiste, sapersi accettare è la cosa più importante”. E se impari ad accettarti saprai anche dare aiuto a chi non riesce ancora a farlo. “Io vorrei dare forza alle altre ragazze come me”, dice Sharon Paolicelli. Abbiamo la stessa malattia, la distrofia muscolare. La incontro nella sede di “Repubblica” Milano in un giorno che non è uguale agli altri. Il 3 dicembre è la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Io, nonostante le grandi difficoltà, grazie a “Repubblica” ho iniziato a fare il giornalista, Sharon, che ha 29 anni ed è di Lonate Ceppino (Varese) invece si sta costruendo un futuro da modella. E allora partiamo da qui. “Io credo che tutte le persone abbiano diritto all’eleganza — dice Sharon —. Chi disegna i vestiti dovrebbe tenere in considerazione anche i disabili. Per questo alla scuola di moda ‘Olga Fioroni’ di Busto Arsizio stanno realizzando abiti che soddisfano anche chi ha problemi motori ed è costretto a muoversi su una sedia a rotelle. Con loro ho già fatto 4- 5 incontri, ho dispensato i consigli che ritenevo necessari. È un primo passo perché tutti possano provare il piacere di vestirsi bene”. Tutti, nessuno escluso. Perché il sogno di Sharon è che non ci siano più non solo le barriere fisiche ma nemmeno quelle mentali.

“Ho partecipato a una sfilata di moda a Lignano Sabbiadoro. È stato il culmine del progetto ‘Diritto all’eleganza’ dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare della quale faccio parte. Ottanta studenti di Torino e Genova hanno disegnato gli abiti. Io avevo un vestito bordeaux con la gonna a sirena, tanti fiori applicati nella parte inferiore e ancora la pochette e il fascinator”. Tutto bello, sì. Ma è solo un punto di partenza secondo Sharon. “Il sogno che voglio realizzare è una sfilata di moda alla quale prendano parte modelle cosiddette normodotate e modelle disabili. Se la società dei Paesi più civili sta abbattendo le barriere architettoniche è arrivato il momento di eliminare anche quelle mentali. E allora, se il mondo è fatto di persone ‘abili’ e disabili è giusto raccontare le une e le altre senza dimenticare che vivono nello stesso mondo”.

Non pensate che sia facile per una persona disabile avere la determinazione di Sharon. Ci si arriva a quella determinazione, e non tutti sono in grado di possederla. Ti confronti con mille problemi che spesso gli altri non vedono nemmeno. Ma quel che conta, quel che si rivela decisivo è la tua determinazione. “Io per un periodo non breve della mia vita mi sono bloccata — racconta ancora Sharon — non riuscivo ad andare avanti ma grazie alle persone che mi vogliono bene e grazie al sostegno dello psicologo della Uildm di Varese, sono riuscita a reagire e la mia vita oggi è cambiata. Mi sono buttata nelle cose della vita”. Come spesso accade alle persone disabili che riescono appunto a “ribellarsi” vieni colto dalla voglia di aiutare gli altri a fare altrettanto. “Voglio dare forza alle altre ragazze che vivono la mia stessa condizione. Voglio spiegare loro che se impari a crederci puoi essere protagonista. Tutti possiamo farcela e lo dice una che è passata dallo sconforto”. Oggi Sharon cerca un lavoro. E questa è la sua prossima sfida. La sfida di tutti noi con importanti problemi di mobilità. Le tecnologie ci aiutano a vivere meglio. Possiamo studiare, fare sport, ma sul lavoro si trovano ancora tante, troppe barriere.

https://milano.repubblica.it/

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