Turismo accessibile, la parola ai protagonisti

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Chi non è già partito, conta i giorni che lo separano da un’agognata vacanza. I tragici fatti di questi ultimi mesi, fatti di sangue, o la crisi che ha colpito tutti gli italiani forse non si potranno eliminare totalmente dalla testa, ma ci si potrà concedere un break più o meno lungo. Forse persino dalla disabilità.

di | @simfanti Roberto Vitali

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A patto che i luoghi di villeggiatura siano veramente fruibili. E non solo per l’abbattimento delle barriere architettoniche ma anche per quanto riguarda la disponibilità degli operatori ad accogliere e comprendere le necessità delle persone con esigenze speciali. A luglio ho pubblicato un articolo sul mensile Dove (guarda sei destinazioni per tutti) con un quadro sul turismo accessibile che vi ripropongo.

Un turista con disabilità non deve essere un turista di serie B, come sottolinea con forza Roberto Vitali, presidente di Villageforall: «Combatto contro i deprimenti bagni ospedalieri delle strutture turistiche e contro le camere ubicate al pianoterra con vista parcheggio, perché ritengo di avere diritto al bello e alla qualità come tutti. Parlo di accessibilità trasparente, un design rispettoso delle esigenze delle persone, dei luoghi e della loro storia e, non ultimo, del contesto. Non ci servono ghetti, ma ospitalità per tutti».

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La difficoltà è anche data dal fatto che ogni caso è differente, come spiega Sofia Riccaboni, coordinatrice del sito Viaggiare Disabili: «Nell’immaginario comune c’è la persona in sedia a rotelle, ma disabili sono, per esempio, anche i turisti che non vedono o che non sentono. Per questo parlando di hotel forniamo sempre indicazioni sulla presenza di mappe tattili e in braille, avvisi luminosi, guide in lingua italiana dei segni. Ognuno ha le proprie esigenze: diventa quindi indispensabile fornire al viaggiatore schede verificate che contengano tutte le informazioni di cui ha bisogno». Una trasparenza che premia: «Di anno in anno aumentiamo il nostro database. Fino a oggi abbiamo verificato 200 strutture in Italia, cento in Repubblica Ceca e dieci in Slovenia. Dove vogliono andare i nostri utenti? Al mare, la Puglia è gettonatissima, mentre la Basilicata è una meta sempre più di tendenza».

Smettiamo di pensare all’Italia come un paese inaccessibile.«Usciamo dagli schemi mentali che ci spingono a essere esterofili», commenta Luigi Passetto, fondatore di Lptour, agenzia che si occupa di turismo accessibile. E puntualizza: «L’Italia non è il fanalino di coda nel mondo. Le iniziative in realtà non mancano: a volte quella che latita è la comunicazione. Un esempio? Da poco un nostro partner ha lanciato un servizio di noleggio di ausili per le vacanze, con consegna in tutta Italia: a cominciare dalle sedie da mare progettate per entrare in acqua (le job) o per spostarsi agevolmente sulle strade non pavimentate».

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Fernando de Noronha

C’è chi guarda anche alle disabilità intellettive e relazionali, come Planet Viaggi Responsabili, che opera nel settore dal 2012: «Una delle emozioni più forti che ho vissuto – racconta Anna Corradini, responsabile della sezione turismo accessibile – è quando siamo riusciti a organizzare un weekend per un gruppo di disabili intellettivi sardi: stavano seguendo un corso di avvicinamento all’agricoltura. Li abbiamo portati in Veneto a partecipare alla raccolta dell’uva e delle mele. È stata davvero una festa». Si allargano gli orizzonti. Si moltiplicano le proposte. «Il viaggio deve essere sempre tagliato sulle esigenze specifiche del viaggiatore – prosegue Corradini. Svago, ma non soltanto -. Si cerca di far vivere anche esperienze di un certo spessore culturale. Noi proponiamo per esempio un tour sui sentieri della Grande Guerra, oppure una visita per non vedenti al Museo Tiflológico di Madrid. Un lavoro, il nostro, che dà grandi soddisfazioni».

Pietro Scidurlo lungo il cammino di Santiago altro percorso accessibile
Pietro Scidurlo lungo il cammino di Santiago altro percorso accessibile

È della stessa idea anche Emanuele Piunti, responsabile dell’agenzia Movimondo partner dell’associazione Strabordo. «Non è facile pianificare un viaggio per persone con esigenze speciali, ma vedere la gioia nei loro occhi ripaga di tutto». Le destinazioni? «A parte le classiche città europee come Londra o San Pietroburgo, o viaggi itineranti in Portogallo e in Nord Europa, proponiamo anche Paesi più impegnativi, come Cuba o il Canada. Quest’anno abbiamo lanciato l’India del Nord e stiamo lavorando per inserire in catalogo anche la Thailandia». Per Impronte Viaggi, agenzia di Lucca, la destinazione è una sola: l’Africa. Una fauna ricchissima, tramonti incendiari, un incredibile patrimonio etnico e folcloristico: questo offrono il Botswana, il Sudafrica e la Namibia. «In sei anni hanno viaggiato con noi una quarantina di persone con disabilità – racconta il titolare, Carlo Sebastiani -.Tutti, quando tornano, ci parlano di emozioni che avevano perso la speranza di vivere. Ecco come si trasforma un turista con disabilità in un turista e basta». Il tour safari del Botswana, di otto giorni, si svolge con jeep adattate e campi tendati, alloggi e bagni studiati ad hoc. In Sudafrica e Namibia, invece, si fa base in lodge accessibili e vengono usati pickup o veicoli dotati di un sollevatore per le sedie a rotelle. E così anche il sogno un tempo proibito dell’Africa diventa possibile per tutti.

http://invisibili.corriere.it

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