Lorenzo, un talento da 110 e lode

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Lorenzo Nizzi Vassalle è nato a Viareggio ventiquattro anni fa. Il 2 luglio di quest’anno si è laureato con lode in Discipline dello spettacolo e della comunicazione con una tesi dal titolo: “I sordi, l’audiovisivo e i nuovi media”. Lorenzo è il primo studente sordo a laurearsi presso la facoltà di Lettere moderne dell’ateneo di Pisa. Un successo reso possibile grazie anche al supporto dell’USID (servizio per gli studenti con disabilità). A seguire la sua intervista.

1) Tre aggettivi che descrivono la tua personalità.
Se dovessi definirmi con tre aggettivi, il primo sarebbe solare. Cerco sempre di trasmettere allegria e tranquillità in primis a me stesso e poi a chi mi sta intorno. Non mi piace vedere le persone tristi o sofferenti, so bene cosa significa perché ci sono passato da piccolo e ho capito che la vita ci riserva tante sorprese, sia belle che brutte ma le cose bisogna sempre prenderle così come capitano e andare avanti con più tranquillità possibile. Ho imparato che la vita è troppo breve per sprecarla a soffrire.

Il secondo aggettivo che mi potrebbe descrivere è paziente. Ripensando al passato lo ricollego a tutto il lavoro che ho dovuto fare dai 6 mesi ai 14 anni circa con diverse logopediste per arrivare agli obiettivi che i miei genitori si erano posti. Oggi d’altro canto, ho imparato ad avere pazienza in diverse situazioni, soprattutto nella quotidianità, quando devo approcciarmi con il mondo udente che spesso non ha informazioni sulle persone sorde e non sa come comportarsi. Ogni volta devo spiegare le stesse cose, ad esempio in banca, in ospedale o nei negozi devo sempre ricordare di non parlarmi di spalle ma di girarsi per permettermi la lettura del labiale, di parlare piano e non correre, eccetera. Al pronto soccorso spesso chiamano a voce e devo sempre stare all’erta per non perdere la chiamata o avvisare tutti i dottori e infermieri. Prima non avevo molta pazienza ma crescendo e con le esperienze personali ho imparato che averne aiuta tanto sia per se stessi che per gli altri.
Il terzo aggettivo che può descrivermi è curioso, anche se sembra strano dirlo, sono sordo ma chiacchiero tantissimo. Quando conosco persone nuove sono molto interessato ad approfondire l’argomento di cui stanno discutendo, di qualunque ambito si parli ho necessità di soddisfare le mie curiosità, mi piace capire e avere un quadro completo di tutto il racconto. Spesso accade il contrario cioè che la gente è curiosa del mio passato e confrontandoci diventiamo entrambi quasi “investigatori”, io del passato di quella persona e viceversa. Con i miei amici parlando e segnando ci confidiamo tutto nei minimi particolari, a volte andiamo anche oltre, scherzando per poi riderci su.

2) Se dovessi attribuire un colore alla sordità, quale sceglieresti e perché?
Il colore che simboleggia le persone sorde è il turchese che è legato all’acqua marina e c’è un bellissimo motivo di fondo: quando una persona fa il bagno in mare, piscina o qualunque altro posto, automaticamente non sente più, entrando in questo modo nel “mondo dei sordi” si isola completamente dai rumori del mondo esterno e se conosce la lingua dei segni può perfettamente comunicare sott’acqua senza avere l’uso della parola.

3) Quando hai scoperto la LIS e che ruolo ricopre oggi nella tua vita?
Ho scoperto la LIS in modo casuale. In quarta superiore mi hanno dato un’assistente alla comunicazione, figura professionale che collabora con l’insegnante di sostegno. Può fare affiancamento o lavorare da sola e funge da mediatrice tra il sordo e il mondo degli udenti. Nel mio caso l’avevo per tradurre inizialmente in modo scritto e poi con la LIS ciò che diceva a voce la mia professoressa di inglese (dovete capire che per me la lettura labiale in inglese è molto difficoltosa poiché lo scritto è diverso dal parlato). Con questa figura ho scoperto il mondo della LIS, ho conosciuto persone che oggi mi sono amiche e che mi hanno trasportato nel mondo dei sordi dove molti segnavano e io ho imparato subito. È come se avessi ritrovato delle radici nascoste che aspettavano solo di emergere. E il tutto è accaduto naturalmente. Con la LIS sono diventato bilingue (prima ero solo oralista cioè parlavo) e sono in grado di comunicare senza problemi sia con i sordi che con gli udenti.

4) Hai avuto delle esperienze come educatore scolastico. Qual è l’insegnamento più importante che hai ricevuto stando a contatto con i bambini?
Ho avuto una bellissima esperienza come educatore sordo con bambini della materna, elementari e medie. È stata un’esperienza bellissima, mi ha meravigliato quanto i bambini apprendano subito e con molta partecipazione i segni, senza nessuna difficoltà. Siamo riusciti a fare tanti giochi di laboratorio tutti assieme. Mi ha affascinato la bellezza di essere circondato da bambini udenti che già dopo poche lezioni segnavano per comunicare con me e anche tra loro, creando in questo modo una bellissima inclusione. Magari fosse successo anche ai miei tempi così avrei riscontrato meno difficoltà nel comunicare.

5) Cosa pensi debba fare la scuola per favorire l’inclusione degli studenti sordi?
Secondo me la scuola dovrebbe fare diversi miglioramenti per includere il bambino sordo andando incontro alle sue esigenze. Ognuno è un mondo a sé, per cui bisogna valutare caso per caso partendo in primis dalla comunicazione del bambino (oralista, segnante o bilingue). Se oralista può essere tranquillamente affiancato da un’insegnante di sostegno o assistente alla comunicazione, se segnante da un interprete professionista in modo da capire perfettamente la lezione. Purtroppo a causa dei tagli economici risulta difficile ottenere tutto questo.

6) Quali servizi hai avuto a disposizione durante il periodo universitario?
Durante il periodo universitario, che come tutti sappiamo è diverso dalle superiori, le lezioni hanno una durata minima di un’ora e mezza e io non riuscivo a seguire il labiale in maniera costante, è come guardare un punto fisso per un’ora e mezza. Allora sono stato affiancato da un tutor che prendeva appunti mentre io cercavo di seguire la lezione, se non ci riuscivo totalmente leggevo gli appunti e cercavo di comprendere l’argomento. Alla fine del secondo anno mi hanno fornito un computer con il programma Dragon che consiste nel dare il microfono al professore (un tecnico prima registrava la voce in modo che il programma la riconoscesse) e mentre lui parlava veniva trascritto in tempo reale, mediante stenotipia, ciò che diceva. In questo modo riuscivo a seguirlo meglio, anche se sempre affiancato dalla tutor che controllava che fosse tutto regolare. Ero il primo studente sordo ad avere questo servizio e usandolo per la prima volta ho potuto contribuire alla segnalazione e risoluzione di alcune anomalie. Per le ultime lezioni mi hanno dato un’interprete e i compagni mi passavano gli appunti.

7) Quali argomenti hai trattato nella tua tesi?
Ho diviso la tesi in due capitoli: nel primo ho parlato del potere delle immagini prendendo spunti importanti dalla storia dell’arte e mostrando che è rimasto sempre lo stesso, è stata invece la condizione esterna e sociale a darne un significato ben preciso. Ad esempio nel Medioevo l’interpretazione di un quadro religioso aveva una chiave di lettura diversa da quella del Rinascimento. Ho fatto poi dei collegamenti con il cinema muto, fruibile sia dal pubblico sordo che udente. Nella seconda parte della tesi ho parlato esclusivamente della sordità facendo una panoramica generale di come è nato l’ENS (Ente Nazionale Sordi) e di come i sordi siano arrivati a essere autonomi oggi, grazie all’aiuto di una fortissima evoluzione tecnologica. Infine ho parlato di diverse applicazioni che usiamo per poter comunicare e dei diversi servizi di cui usufruiamo ma che purtroppo poche persone conoscono. L’obiettivo finale era quello di dimostrare che noi sordi lottiamo in continuazione per arrivare al pari degli udenti e vogliamo far capire che basta veramente poco per essere inclusi nella società. Come ad esempio effettuare delle prenotazioni con il cellulare in modo scritto e non a voce, parlare con il dottore e così via. Cercare dunque di dare più informazioni possibili a chi non conosce questo mondo.

8) In che modo i social hanno cambiato la comunicazione delle persone sorde?
I social network hanno cambiato tantissimo il modo di comunicare, in primis hanno insegnato alle persone sorde un miglior uso dell’italiano, cosa del tutto impensabile con i mezzi di comunicazione tradizionali. Con la tecnologia invece è tutto scritto stimolandoci moltissimo ad apprendere. Poi se parliamo di Facebook e Instagram a noi si è aperto un mondo nuovissimo: possiamo leggere articoli legati a tutti gli eventi sia italiani che mondiali, comunicare con i nostri coetanei, farlo con i video in LIS o per iscritto, scambiarsi opinioni, creare gruppi, organizzare eventi e tantissime altre cose che prima non potevamo fare. Quando c’era il telefono fisso, per organizzare qualcosa eravamo costretti a ritrovarci tutti insieme e a parlarne di persona ma impiegavamo molto tempo. Altrimenti dovevamo ricorrere a qualche udente anche se spesso si venivano a creare degli equivoci.

9) In un mondo sempre più tecnologico, quale pensi possa essere il futuro della LIS?
Prima di tutto spero con tutto il cuore che venga approvata la legge sulla LIS in modo da facilitare la comunicazione e l’integrazione di chi è segnante. Per esempio se un sordo che ha difficoltà con l’italiano va in un museo non riesce a capire, è come se facesse una passeggiata senza capire cosa ha intorno. Se venisse approvata la LIS, basterebbe fare un video in LIS e affiancarlo alla targhetta per spiegare l’opera che il sordo ha davanti a sé. Sarebbe importante avere la figura dell’interprete in diversi posti pubblici come l’ospedale per facilitare la comunicazione, spesso il sordo lo chiama e se lo porta con sé. Vi faccio un esempio: tempo fa sono andato al pronto soccorso per un problema personale e stavo male, venivano fatte le chiamate in modo vocale senza nessun segnale visivo, io ho avuto la fortuna di avere accanto il mio compagno udente che mi avvisava quando venivo chiamato. Mi domando: “ma se fossimo stati entrambi sordi come ci saremmo dovuti comportare?”. Se venisse approvata la LIS, verrebbero eliminate tante difficoltà che possono sembrare banali ma che invece sono importanti.

10) Quali sono i tuoi prossimi traguardi da raggiungere?
Nel futuro ho diversi obiettivi, in primis realizzare un sogno che ho da quando sono nato: imparare a creare gioielli seguendo un corso che inizierà a breve. Con l’esperienza da educatore sordo ho scoperto che mi piace lavorare tantissimo con bambini e adulti sia sordi che con altre disabilità e affiancarli per farli sentire integrati, quindi direi di puntare sul sociale. In ogni caso vedremo cosa mi riserverà il futuro

di Michele Peretti
redazione@viverefermo.it

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