La solitudine resta solo per le persone anziane?

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A Padova, a Villa del Conte esiste un Assessorato alla solitudine che resta solo per particolari esigenze dei suoi abitanti, specie per le persone anziane, dove vivono nell’ambito burocratico della vita sociale .

Questa notizia è resa nota dal “Corriere della Sera” del 14 febbraio 2020, non può che suscitare ammirazione per il concetto di idealità e di praticità sociale. Da tempo in Italia si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia, trascurando l’assistenza ai malati gravi, ai disabili, ai emarginati insomma al mondo della povertà, della disabilità, della sofferenza, del dolore . Nei casi ad un finire la vita in maniera intenzionale (eutanasia attiva); nel caso “budget del ricoverato”( una licenza di uccidere ! ) cioè omissione di soccorso (eutanasia passiva), nel caso in cui un disabile abbandonato al suo destino per carenza di risorse Sanitarie necessarie.

Sono vicende umane che vogliono essere selettive sulla vita e sulla morte dei suoi membri ed al rispetto dell’individuo-persona.

Tutto in contrasto con Ippocrate, il padre della medicina, in una parola la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, mentre la politica deve dare nel rispetto della libertà, la dignità della persona.

A fronte di queste posizioni, si pone il cristiano alla luce della Fede, l’uomo della strada nel senso del vivere, la società che attende condizioni umane capaci di assicurare l’assenso ad ogni vita, anche la più inutile e senza valore.

Con tutto il rispetto che abbiamo verso questi “malati”, occorre ascoltarli ed aiutarli affinché la vita di un morente diventi accettabile aspettando che la natura compia il suo ciclo naturale.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° “ andiamo avanti con speranza”

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

 

 

 

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