Elettroshock e Braccialetto Elettronico esistono ancora in Italia?

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La  n/s Petizione, Cristiani per Servire al punto 12 riporta : ”nuove Terapie in Psichiatria evitando il ricorso all’elettroshock, allo shock insulinico, alla lobotomia, agli psicofarmaci, in particolare di quelli “retard” che hanno prodotto tragedie umane inaccettabili e lesive della salute del paziente, ai legacci e cinghie di contenzione”

Premesso che non conosciamo se è ancora in vigore la Circolare dell’ex-Ministro della Sanità del 2.12.1996 con la quale viene ignorata l’efficacia dell’elettroshock, all’epoca rivalutata per alcune patologie mentali, non possiamo affermare se sia una terapia adeguata o meno. Si può comunque osservare che per le malattie mentali con le leggi 180 e 833 s’intendeva superare quello specifico sistema di “curare” ipotizzando la riconversione delle Strutture e Cure capaci di garantire interventi integrati e dignitosi per il malato psichico  nelle varie fasi del suo trattamento. Anche se la legge n.561 del 31.12.1999 della Regione Piemonte all’art. 3 la terapia T.E.C. può essere praticata col consenso informato, tuttavia all’art.4 fissa i limiti di utilizzo escludendo bambini ed anziani Se questo “trattamento” è ancora in funzione oggi fine anno 2019, (a parte la legge n.561 sopra citata) ripeto, non lo sappiamo, comunque sarebbe un ritorno alla violenza irrispettoso della dignità della persona umana.

Tale metodo oltre ché essere un ritorno al passato che si intende cancellare, è in netto contrasto con la volontà del Legislatore che vuole porre fine, con le Leggi sopra citate, alla sanzione di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani, inoltre in antitesi con i pareri di vari ed autorevoli Specialisti. Lo stesso dicasi per le Terapie massicce di Farmaci che, pare, si diano ai pazienti in TSO ( Trattamento Sanitario Obbligatorio ) o ricovero normale, tanto da renderli socialmente accettabili e poi dimessi, per essere riammessi qualche settimana o qualche mese dopo. Questi atteggiamenti oltre che essere anti terapeutici sono anche pericolosi, per parere del Mondo Scientifico, perché i neurolettici sono sempre più forti e con effetti collaterali seri. Per quanto riguarda gli OPG, oggi fine 2019 divenuti REMS, la cui “scomparsa” doveva avvenire molti anni or sono, adeguando la Normativa Penale a quella Civile, pare, proposto in fase sperimentale dalla ex Barcellona Pozzo di Gotto (ME) Sede di uno dei più importanti tra i 6 Istituti Penitenziari per malati di mente, che si voglia applicare il braccialetto elettronico a quei “malati” che hanno commesso reati minori e che sono sottoposti a misure di sicurezza limitative della libertà personale.

La n/s Associazione “Cristiani per servire” ha proposto nella Petizione n.9 alla Camera dei Deputati e con il n.1 al Senato della Repubblica una Indagine Parlamentare sull’uso e l’impiego illegale (se ancora esistente) della terapia dell’elettroshock e della possibile applicazione del braccialetto elettronico, modalità che contrastano con la volontà del Legislatore “che intende Leggi 180 e 833) garantire interventi integrati e dignitosi per il malat psichico nelle varie fasi del suo trattamento “.  Per ambedue i “sistemi”, elettroshock e braccialetto elettronico, nonché per altri “trattamenti”  e psicofarmaci si chiede il rispetto della dignità e dei diritti civili, anche secondo la volontà  del Legislatore che ha voluto porre fine alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani assicurando un concreto miglioramento del trattamento terapeutico socio-assistenziale-riabilitativo,(se efficace).

Commento sull’elettroshock e braccialetto elettronico.

Sull’elettroshock di cui alla Circolare del Ministro della Sanità del 2.12.1996 in cui viene volutamente ignorata l’effimera efficacia di questa terapia e vengono taciuti i suoi effetti deleteri ormai fin troppo noti, è giusto che sia conosciuta la posizione presa dal Ministero della Sanità, oggi 2019 della Salute, il quale con quella Circolare rivalutava alcune patologie mentali su parere del Consiglio Superiore della Sanità. Questa terapia prima permissiva in un primo Decreto ed in un secondo più restrittiva, non possiamo affermare se essa sia adeguata o meno.

Sappiamo che la Regione Piemonte il 31.12.1999 con legge n.561 ha cancellato la terapia dell’elettroshock, la Psicochirurgia, la Lobotomia Prefrontale e Transorbitale soprattutto sui bambini, gli anziani e le donne in gravidanza, per quest’ultime salvo espressa richiesta di applicazione della TEC (Terapia Elettro convulsionante), Pratiche Sanitarie che pare siano ancora in uso nel mondo ed in Europa, mentre in Italia, pare, che il Lazio, Veneto e Toscana la utilizzino ancora (cfr. Avvenire 04.01.2000 pag.12) , ma è da verificare!

Questa Pratica per la Consulta Nazionale per la Salute Mentale e la Società Italiana di Psichiatria l’hanno definita un “ritorno alla violenza bruta che esclude il prendersi cura della persona” ( “La Sicilia 25.8.1999 pag.19), dove lo stesso Quotidiano riportava la notizia che il Consiglio Provinciale di Catania aveva approvato una Mozione inerente l’uso terapeutico, ancora vigente nella Provincia, dell’elettroshock per la cura delle malattie mentali. Questo “trattamento” è un ritorno alla violenza irrispettoso della dignità della persona umana, principi ancor più ribaditi dall’art.1 del Decreto Legislativo 18.6.1999.

Tale metodo è un ritorno al passato che si intende cancellare è in netto contrasto con la volontà del Legislatore che ha voluto porre fine, con le Leggi sopradette, alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani, inoltre in antitesi con i pareri di vari ed autorevoli Medici Specialisti.

La nostra Associazione ha denunciato più volte l’uso illegale di questa terapia (vedere SIR n.70 del 29.09.1999) chiedendo una verifica di quanto si “vociferava” ed è una vergogna , un atto di inciviltà , un oltraggio alla dignità dell’uomo, ed è per questo che abbiamo richiesto nella nostra Petizione che il Parlamento Italiano avvii una indagine conoscitiva sull’impiego della terapia dell’elettroshock in Italia.

La terapia Elettroconvusionante o elettroshock, secondo quanto è risaputo, scarica dai 180 ai 460 volts sul cervello ed è stata inventata come sistema per alleviare le pene dei maiali avviati al macello.

Lo Psichiatra dell’epoca Guido Carletti pensò “benevolmente” di doverla sperimentare sull’uomo.

Gli Specialisti in Materia affermano che questo “metodo” produce danni fisici e morali rilevanti : un forte attacco convulsivo (maggiore di quello epilettico) danneggia lo stato protettivo del cervello, favorendo la penetrazione delle sostanza nocive, rompe i vasi sanguigni creando emorragie cerebrali, danneggia la memoria ed il proprio io svuotandolo dei ricordi  e delle sensazioni della vita, calpestando ogni singolo diritto umano del paziente. Pare che in passato sia stato usato anche come punizione .

 

Ricordiamo, inoltre, che nei casi in cui possono derivare diminuzioni permanenti (com’è possibile che avviene con l’elettroshock) dell’integrità fisica o rischi per il paziente nei Trattamenti Sanitari e nelle Sperimentazioni Cliniche, il consenso del paziente non può mai essere presunto, ma validamente prestato per iscritto, salvo i casi di infortunio in cui la persona è in stato d’incoscienza o in pericolo di vita. Ma in altri casi il paziente, tra l’altro, deve avere la piena capacità di intendere e volere (Decreto Ministero della Sanità 27.4.1992 – Dichiarazione di Helsinki giugno 1964 e successivi).

Con le Leggi 180 e 833 del 1978 si è inteso superare quei “specifici” sistemi di cura con la riconversione delle strutture capaci di garantire interventi integrati e dignitosi per il malato psichico nelle varie fasi del suo trattamento. Per il braccialetto elettronico già proposto in fase sperimentale da Barcellona Pozzo di Gotto, ex Sede dei più importanti tra gli ex 6 Istituti Penitenziari per malati di mente e l’elettroshock, il reinserimento e la risocializzazione (finalità garantite anche da Provvedimenti Legislativi riguardanti le condizioni invalidanti delle persone affette da ogni tipo di minorazione), sono i temi dominanti delle linee-guida per la chiusura degli ex-O.P., ”mirate” ad una corretta Assistenza ed ai necessari interventi riabilitativi di tutti gli ammalati di questo tipo, considerandoli persone invalidate da lunghi periodi di Ospedalizzazione o di permanenza nelle famiglie.

I “malati” già ospiti degli ex-Ospedali Psichiatrici Giudiziari, oggi 2019 REMNS, non possono, a nostro modesto avviso e per mancanza di una specifica Legge, che seguire le stesse modalità e diritti degli altri “malati”, considerati e tutelati “nel rispetto della dignità e dei diritti civili” garantiti dalla Costituzione secondo la volontà del Legislatore che ha voluto porre fine alla sanzione ufficiale di privazione della libertà e di segregazione di esseri umani assicurando un concreto miglioramento del trattamento terapeutico socio-assistenziale-riabilitativo. Al cittadino qualunque, infine, non resta che sottolineare il paradosso conseguente la gestione della Sanità Pubblica che invece di migliorare, a nostro modesto parere, il mondo della sofferenza ne ha aumentato confusione e disagi creando uno stato di evidente difficoltà nella società.

In questa ottica serve una legislazioneguida che garantisca e tuteli i diritti di tutti i membri della comunità, soprattutto di quelli che hanno una vita psicologicamente drammatica perché venga garantito “ogni diritto inviolabile dell’uomo” che richiede “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà sociale” come recita la nostra Costituzione.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con fiducia “!

Previte

 

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