“La squadra della speranza“? Una sfida che tutti insieme possiamo vincere nell’ambito Sanitario Psicofisico!

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Il “gioco” sul Parlamento Europeo che nascerà dalle Elezioni Europee 2019, deve tenere conto delle n/s Petizioni al Parlamento Europeo dove i risultati si raggiungono con il gioco di “squadra della speranza”.

La Corte Europea – Bruxelles

E ’un momento cruciale in questi mesi dell’anno 2019 per la malattia mentale che gioca la più importante partita della “squadra” composta di quanti lavorano senza soste per rendere efficienti le necessità, per concludere e mettere a servizio della Comunità italiana, Europea compresa, gli ambiti risultati attesi da molti anni anche in Italia, dove “sostenere” la squadra è fondamentale, è un bene di tutti, una sfida che tutti insieme possiamo vincere !

Tutti sappiamo che la Costituzione Europea è la “Cart” che ribadisce la difesa e la tutela della dignità della persona, compresi i “più deboli e bisognosi” com’è nel Preambolo Generale, al fine della non discriminazione di cui al Titolo III° art.II-81 comma 1° e nel Preambolo della Parte II° comma 3°.

La Comunità Europea ha voluto porre al centro della sua azione la persona come indice generale di rispetto dell’essere umano e nel contempo di difesa dei diritti fondamentali della stessa, disconoscendo in parte i diritti dell’handicappato mentale.

Scriveva il dr.Thomas Hammarberg ex-Commissario per Diritti Umani del Consiglio d’Europa nel “Punto di vista” pubblicato il 21 settembre 2009 a Strasburgo, “ nonostante i recenti progressi in materia di diritti umani, ancora oggi le persone con problemi mentali o disabilità intellettiva incontrano difficoltà nell’esercizio del proprio diritto di assumere decisioni che li riguardano” E richiamando le disposizioni della “Convenzione per i diritti delle persone con disabilità” dell’ONU, continua nell’affermare che “ la loro capacità giuridica è limitata, a volte ne sono addirittura privati” sollecitando “l’adozione di politiche che garantiscono la piena capacità giuridica dell’individuo” e conclude “che le persone disabili siano messe al centro dei processi decisionali per la loro piena partecipazione nella società.” Tutto questo ritenendo che la Legge Italiana n.180/1978, legge che ha deciso la chiusura degli Ospedali Psichiatrici ribadita dalla legge 833/1978, non ha adeguatamente previsto una serie di misure e strutture atte a tutelare la salute mentale dei cittadini, specie quelli affetti da gravi psicosi o aiutare le famiglie dove insiste un malato psichico, che dura da ben 40 anni . Una vera follia che si ripercuote nella società . Di tutto questo ho voluto proporre, con altra ulteriore Petizione del 1 ottobre 2011 rubricata al n.1003/2011 al Parlamento Europeo e successive, una serie di misure precise volte a rimediare ai gravi disagi prodotti, anche in ambito europeo, da persone con problemi psichici nel pieno rispetto dei loro diritti e della loro dignità ed aiutare le famiglie nelle quali convivono questi “desaparecidos della n/ civiltà”.

La motivazione del Ricorso è costituita dalla carenza nella Costituzione Europea del mancato riconoscimento delle persone portatrici di handicap psichici, che in Italia come in Europa, sono in continua estensione e costituiscono un peso sociale e sanitario non indifferente, ne consegue che è necessaria ed urgente una Normativa, Risoluzione, Direttiva Comunitaria uguale e con la valenza e validità in tutti gli Stati dell’Unione Europea . Mi permetto rilevare anche se nel settore della Sanità Pubblica ed in particolare quella inerente la salute mentale l’azione comunitaria può essere solo complementare alle politiche nazionali, tuttavia è necessario ed impellente migliorare la salute mentale della popolazione UE, soprattutto, nel provvedere legislativamente e costituire una strategia comunitaria in tutti gli Stati Europei che rileviamo carente o differente nell’applicazione. I cittadini europei, i cui timori sono ampiamente giustificabili, richiedono coraggio e risposte concrete dal parte del Parlamento Europeo, soprattutto quando è in gioco la salute nonché la sicurezza dei cittadini, messa in pericolo dalle conseguenze prodotte dalla malattia mentale, perché l’autentico progresso, passa attraverso l’ascolto di quanto anela la gente nell’assoluto rispetto del bene della persona o di ogni persona in qualsiasi situazione si trova, “ ricordandone” le necessità nelle prossime elezioni europee.

Questo principio in cui crede il genere umano deve portare a considerare che non sono le semplici affermazioni che possono essere di riferimento ad una dottrina, ad un principio dottrinale, ad una valutazione giuridica, ma al supremo concetto del diritto alla vita ed alla sua protezione sancito dai Trattai Internazionali che costituiscono un valore della vita umana.

Quindi il diritto alla tutela  della salute, anche psichica, ha una sua priorità e come tale esige sia in Italia che nell’Unione Europea un’ intervento in modo coordinato, coerente, valido.

Per queste giuste motivazioni, a mio sommesso avviso, “ le persone svantaggiate, compresi i più deboli e più bisognosi ” come afferma in maniera lodevole il Preambolo del Trattato che adotta la Costituzione Europea, hanno diritto a non vedere negati quei Provvedimenti Legislativi che il Consesso, soprattutto quello futuro 2019, deve assumere nel ruolo attivo della Sanità Pubblica in uguale, ripeto, valenza e validità in tutti gli Stati membri della UE, anche se in separata organizzazione di applicazione. Per il bene comune, è auspicabile che si possa arrivare ad una omogeneità d’intenti mirati al concetto della solidarietà, perché il malato psichico di qualunque Stato Europeo è cittadino anche europeo.  E’ auspicabile che la solidarietà di tutto il Parlamento Europeo, quello di maggio 2019, possa approvare una Normativa d’Adeguamento Comunitaria, necessaria ed urgente molto attesa dall’opinione pubblica, per vincere con la “squadra della speranza” quel progetto condensato nella Petizione n 1003/2011 nella ricerca del bene comune.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

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