10 ottobre 2018: Giornata Mondiale della Salute Mentale

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I tanti Convegni, Giornate, Manifestazioni sulla materia, secondo il n/s modesto avviso, non risolvono la problematica mentale, né le condizioni dei malati, delle loro famiglie, soprattutto quella, non vi è alcun dubbio, della sicurezza dei cittadini !

Nella possibilità o meno di rimuovere gli ostacoli che si frappongono verso i malati psichici, i Convegni, le Giornate, le Iniziative hanno tentato di spiegare questa grave ed urgente situazione che perversa in Italia, ma nonostante questo le Istituzioni sono sorde, addormentate, silenziose, questo da rabbrividire !

Tutto ciò per sensibilizzare il cittadino sui problemi di Salute Mentale nel ricordo dell’uomo-malato debole ed indifeso, che come tale, non viene “aiutato” dalle risorse globali stanziate ancora insufficienti, come ci ricorda l’OMS, per l’espandersi dell’aumento delle necessità distribuite in maniera difforme tra nord e sud nel mondo.

Il temi centrali della “Giornata Mondiale della Salute” di quest’anno 2018 voluto dall’ONU riguarda la tecnologia per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità non trova riscontro, ma solo inutili chiacchiere che non hanno risolto, proposto, introdotto suggerimenti dalle Istituzioni, ma evidenziato che l’uomo e la famiglia sono in pericolo da disordini mentali o neurologici, depressivi, demenziali .Molti problemi di salute sussistono e nel maggio 2013 l’Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato un Piano d’Azione fino al 2020 ritenendo prioritario la coordinazione dei Servizi Sociali e Sanitari per trattare in forma più adeguata la Salute Pubblica a partire dall’adolescenza fino alla tarda età .Secondo i dati Istat ultimi nel Rapporto Annuale del 28 maggio 2014 “tra i 28 Paesi della UE, non parlando di quello che succede oggi 2018, l’Italia è settima per la spesa in protezione sociale” ed “ esso ci offre uno spaccato degli andamenti demografici, delle condizioni di vita delle famiglie e delle politiche di welfare del n/s Paese” e “ la spesa destinata alle persone con disabilità, nel 2011 è stata pari in Italia al 5,8% “ a fronte del 7,7% della media europea, non citando l’oggi !.Il Capitolo 4 del “ Rapporto” non considera la situazione economica delle famiglie con almeno un membro con disabilità, figuriamoci dove insiste e persiste un malato psichico dove i “tagli” sono reali .

In Italia le persone con più di 65 anni ,oggi 2018, costituiscono il 15% della popolazione anziana e nel 2025 saranno del 25%, eppure mancano Case di Riposo in grado di garantire una adeguata assistenza di tutta la popolazione autosufficiente e non, le cui condizioni quotidiane di arretramento dei Servizi Sociali e Sanitari sono notevoli lasciando al lucro attivissimo ed alla speculazione dell’iniziativa privata. Ci chiediamo se questa carenza non sia una forma di strisciante eutanasia mascherata.

Spesso e volentieri si “coltiva” e si diffonde il concetto di una “certa filosofia”, al fine di ottenere una corretta e maggior informazione verso la malattia mentale, intesa a superare lo stigma sociale, l’esclusione, il pregiudizio, la discriminazione. Così non và !

Lo stigma sociale, cioè l’impronta il suggello la vergogna la paura il timore di essere additati alla gente, è ipotesi vecchia e stravecchia che poco sussiste nell’animo umano e nella solidarietà del quotidiano, perché non è qui che si devono ricercare queste evenienze e queste affermazioni lasciano attoniti, smarriti, sconcertati le famiglie di questi “desaparecidos della n/s civiltà .La vergogna da stigmatizzare è nelle leggi 180 e 833 del 1978 che non hanno sufficientemente programmato Servizi Specifici in Strutture adeguate, lasciando solo i Servizi di Diagnosi e Cura negli Enti Ospedalieri Generali, dove a volte non esistono Reparti di Accettazione per urgenze in TSO. Dove poi esistono i malati vengono riempiti di psicofarmaci o manciate di pillole sufficienti da far tornare a casa il sofferente mentale dopo 7 giorni ( salvo altra conferma) ai sensi dell’art.35 legge 833.E’ vergognoso e profondamente contradditorio che ancora esistono cliniche private, 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari ora REMS, persone con disordini mentali nelle carceri . Ma ci rendiamo conto e si rendono conto le Istituzioni di queste situazioni ?

Allora per riprendere parole del Segretario Generale della CEI “ bisognerebbe chiedere alla gente se sta trovando le risposte non annunciandole, ma affrontandole “.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza !”

 

Previte

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