Il mondo della disabilità e tre grandi recenti Papi della Chiesa Cattolica

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La riconoscenza del mondo della disabilità a Benedetto XVI da me espressa a suo tempo per rinuncia al Pontificato come disse lo stesso “con l’animo carico di grande dolore”, è immenso e pieno di riconoscenza per il sostegno ricevuto da questo grande Papa che ha sempre testimoniato con immenso fervore verso i più deboli, i più emarginati, i più bisognosi .Ma è necessario con un sussulto di carità accogliente anche da Papa Francesco, un vero papà, perché da sempre riesce a dare voce a chi voce non ha, a tutto il mondo della sofferenza, a chi è costretto a subire a titolo di elemosina l’appagamento di un sacrosanto diritto di cittadino debole, fragile, indifeso, emarginato

Il mondo della disabilità, del dolore, della sofferenza auspica che questi due grandi Pontefici continuino a benedire ed a pregare per gli ammalati e saranno ricambiati con grande affetto di tutti .Ma andiamo con ordine : il 13 maggio 1992 il Santo Padre Venerabile Giovanni Paolo II° istituiva la “Giornata Mondiale del Malato” da tenersi ogni anno, come infatti avviene sempre, l’11 febbraio in cui si ricorda la Beata Maria Vergine di Lourdes.

Essere in ascolto, in grande ascolto, delle necessità degli infermi con una efficiente solidale assistenza e solidarietà è problema di Sanità Pubblica, ma diventa di grande attualità quello avvertito dalla Sede Apostolica , compito che deve essere rispettato per tutti, soprattutto, per il cristiano obbediente alla Morale Cattolica nell’essere sempre accanto a chi soffre, come la Madre del Salvatore ha fatto ai piedi della Croce.Alle grandi conquiste nella tutela della salute, non si possono e non si devono dimenticare i tentativi di legalizzare l’eutanasia, discriminando, per non dire eliminare, le nuove ricorrenti emarginazioni dettate dalle situazioni in cui “vivono” i malati.Purtroppo avviene quello che ho chiamato budget del ricoverato 2013/2018 , una significativa quanto raccapricciante notizia dove, pare, si tende ad abbandonare al loro destino, dimettendoli dalle Strutture Ospedaliere per lo più anziani, disabili psico-fisici, in fase terminale, un “meccanismo” un “risparmio” una “notizia” inquietanti che si può definire, senza tema di smentita, pura eutanasia, un reato, una omissione di soccorso.Siamo di fronte ad una superficiale cultura che sottrae alla ragione il perché si soffre e si muore ed è necessario affrontare con la logica le motivazioni che ogni persona porta nella propria coscienza, mentre va aumentando il permissivismo smodato ed aberrante, con un relativismo che dilaga, mortifica e modifica la dimensione etica della vita.E’ essenziale, doveroso, non procrastinabile che le Autorità Sanitarie e Pubbliche adottino opportuna vigilanza al fine di garantire ad ogni persona il diritto a continue e specifiche cure fino al compimento naturale dell’uomo malato

Ancora una volta vogliamo ricordare quanto ci è pervenuto dalla Soglia Pontificia non solo come un evento-storico, ma come un rinnovato richiamo alla verifica ed alla considerazione delle necessità di tutti gli ammalati.

Ma non possono essere dimenticati i familiari, le loro giuste ansie, le loro attese speranze, le loro problematiche necessità, mentre la società civile, malgrado una pseudo solidarietà esteriore, continua a chiudersi nel guscio del proprio egoismo.Non può essere disatteso il pensiero anche nei riguardi di tutti quegli ammalati, anche cronici, che portano nel loro corpo anche i segni di una grande sofferenza psichica, “situazione” che in Italia è “disattesa” da oltre 40 anni.Nell’istituzione della “Giornata Mondiale del Malato” il Santo Padre Wojtyla si è affidato alla protezione di San Giovanni di Dio, di San Camillo de Lellis fondatori di strutture che da secoli curano ed assistono anche i malati mentaliNon si può dimenticare che tre Papi diversi, uno polacco, Papa Wojtyla, fedele al Suo spirito battagliero ed alla Sua capacità  di relazione con i Governi e la parte laica ; l’altro tedesco, Papa Ratzingher con il tono risoluto, ma nel contempo pacato, Papa Francesco con il suo garbato modo di porgere l’annuncio del Santo Vangelo, sono stati e sono di pungolo nel quadro politico-sociale per quanto concerne la problematica della sofferenza psico-fisica.Gli uomini di buona volontà, soprattutto noi cattolici, siamo chiamati a tenere alta la coscienza della grandezza del carattere e del valore sacro della vita, che nell’odierna società della violenza il rispetto dell’uomo-malato è disatteso, restando sempre indifeso ed amareggia il constatare che malgrado ogni sforzo l’egoismo cresce sempre più.Un particolare ricordo ed un fervido ringraziamento da parte del mondo della sofferenza, al contributo dato tema così cruciale come quello del servizio alla persona umana, particolarmente a quella che si trova in situazioni di maggior debolezza e fragilità.Le “avversità”, comunque, non devono farci perdere il senso che il Dio della Vita, il Dio Creatore, il Dio della Pace ci ha donato il bene più prezioso : la vita per la continuazione dell’uomo.

Questi Pontefici hanno sempre invitato le Autorità Tutte affinché investano sempre più energie in strutture sanitarie che siano d’aiuto e di sostegno ai sofferenti, soprattutto verso i “ più dimenticati od emarginati”.

Previte

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