“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum“, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri!

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Questa allocuzione latina, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri Avv. Giuseppe Conte, ci proviene da un Sermone di Sant’Agostino ispirato da una frase di Cicerone, ci vuol chiarire che è umano commettere errori, ma è diabolico perseverare ed insistere nell’errore !

Questi concetti dovrebbero richiamare la n/s società ad adottare un modello di civiltà e cultura indispensabili per coltivare il valore della vita in tutte le sue fasi dal concepimento alla nascita, come afferma Papa Francesco, sostenendo una autentica “ cultura dell’incontro” nella solidarietà tra uomini e donne impegnati a superare la crisi demografica e con essa tutte quelle anomalie che toccano “ chi è ammalato, anziano, non autosufficiente con forme di ricorso mascherato all’eutanasia ed all’aborto “, in poco alla completa solidarietà sociale .

Una forza di vita “ per prosperare una comunità umana “ nella consapevolezza che “ un popolo che non si prende cura degli anziani, bambini e giovani non ha futuro perché maltratta la memoria e la promessa “ ( 9.11.2016, Messaggio CEI per “ 36° Giornata per la vita “.

Ma la vita quotidiana persevera nella sua normalità, ripetendo quegli errori dei quali si rende compartecipe .

Un sollecito richiamo “alla persona fragile, bisognosa affidata alle cure ed alle mani provvide degli altri “, qualità che oggi agli Operatori Sanitari dovrebbe essere fattiva, in quello che San Camillo de Lellis ripeterebbe ai Suoi collaboratori : “ più cuore in quelle mani, fratello, più “cuore ! e che le RR Suore Figlie di San Camillo compiono nelle Case di Riposo sparse in tutta Italia .

Solidarietà sociale dovuta all’influsso di idee filosofiche e dottrine di uguaglianza e libertà, ma soprattutto a quella immensa “rivoluzione” storica che è stato il cristianesimo perché si diffonda nel mondo l’idea di fraternità universale, di una comune appartenenza alla famiglia dei figli di Dio, perché nell’uomo d’oggi vi è il desiderio di Dio, di giustizia, pace, serenità .

La Chiesa Cattolica ricorda spesso che la sofferenza umana può essere alleviata e non va lasciato solo chi è malato nel corpo e chi soffre nella psiche, con la necessità di donare agli infermi una efficiente assistenza come chi, in breve, é :

1.) affetto da patologie dolorose, in specie in fase terminale, al quale vanno applicate tutte le cure possibili ;
2.) come l’anziano “dimenticato” dai parenti, trascorre i tempi della vecchiaia nella perfetta solitudine subendo una maggiore sofferenza ;
3.) come la donna nella “ inattesa gravidanza” a volte “vede“ nell’aborto una efficace soluzione del proprio problema;
4.) come per attenuare i dolori della malattia e dell’agonia, alcuni vedono nell’eutanasia il “senso” più pratico ;
5.) come chi subisce l’abbandono delle cure o l’accanimento terapeutico quale malato terminale .

In questi nostri “strani tempi”, logiche di convenienza ci vorrebbero allontanare dal rispetto della vita, della sofferenza e dalla solidarietà per l’individuo, sia esso grave o cronico, quale “moda” che ho chiamato “budget del ricoverato” che costituisce una significativa indicazione, drammatica ed inquietante, se vera, ( e questo ce lo devono chiarire le Istituzioni in risposta alle n/s Petizioni dal 18 marzo 2013, che tende ad abbandonare al loro destino per lo più ammalati anziani, disabili o persone in fin di vita, dimettendoli anzi tempo dalle strutture ospedaliere per il superiore concetto del risparmio senza una adeguata protezione alternativa : budget del ricoverato .

Se questa “forma” si allarga , lo ripetiamo da molto tempo, sarebbe un meccanismo anomalo, incivile ed anticristiano, una eutanasia mascherata, “fuori” dall’Ordinamento Giuridico italiano, una omissione di soccorso, un reato penale.

Ma ragioni antropologiche ci portano ad incontrare e considerare anche coloro che portano nel loro corpo la sofferenza dell’anima, come alcuni definiscono di natura psichica : Petizione 2013, La vita è un dono del Creatore e va rispettata.

E’ indubbio che da tempo in Italia, come abbiamo sempre detto, si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia, trascurando problemi di assistenza ai malati non solo di natura grave, ma cronici, spingendo la società ad essere selettiva sulla vita e sulla morte dei suoi membri attraverso una, anche se impropria, licenza di uccidere in contrasto con gli insegnamenti di Ippocrate, il Padre della medicina e quale “testamento alla Sanità” , l’invito ad adottare il principio della protezione della salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze .

Le famiglie dignitose nel loro dolore, non scendono in piazza a gridare il loro disagio.!

E’ incontrovertibile un segno di marcata speranza per creare una unità d’intenti sui problemi delle impostazioni ideologiche o sociali, perché prevalga per tutti, soprattutto per i cattolici, quel dire e fare “ dobbiamo essere umili con umiltà reale, con nome e cognome” (Papa Francesco 14 giugno 2013 Santa Marta )

La n/s società, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri Avv. Giuseppe Conte, ha bisogno oggi di solidarietà rinnovata e non essere nell’errore umano, perché perseverare è diabolico. Eccome !!!

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II° : “ Andiamo avanti con speranza !”

Previte
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