Il cittadino ha diritto di voto? Al “Rosatellum“ perché non far decidere il popolo con un Referendum la Legge Elettorale?

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In uno Stato democratico quale è l’Italia, il cittadino in regime di uguaglianza libertà fraternità, partecipa attivamente alle funzioni statali .

Questo cittadino costituisce il popolo ( parola magica ! ), cioè da coloro che appartengono stabilmente allo Stato in cui risiedono .

Ora nella “posizione” in cui si trova il Parlamento con la Legge Elettorale, il rosatellum proposto e contestato, perché  il cittadino non può avere il diritto di usufruire dell’art.75 della Costituzione “ per deliberare l’abrogazione totale o parziale di una legge o di un atto avente valore di legge “ ?

Le norme di attuazione del Referendum abrogativo sono state introdotte con legge 25 maggio 1970, modificata nell’agosto 1987 con la Legge 332, per consentire lo svolgimento di cinque consultazioni popolari nel novembre successivo.

Dal 1970 il popolo è stato convocato per decidere sull’abrogazione di leggi cinque volte : nel 1974 sul divorzio, nel 1978 per l’ordine pubblico e finanziamento ai Partiti, nel 1981 per l’ergastolo, fermo di Polizia, porto d’armi e di proposte abrogative sull’aborto per iniziativa dei Radicali, l’altra del Movimento per la Vita, nel 1985 sulla contingenza, nel 1987 sulla responsabilità dei Giudici e tre sul Nucleare.

Infine i Referendum sono uno strumento di democrazia e di partecipazione diretta, ma presuppongono che gli elettori siano pienamente consapevoli sulla natura dei quesiti proposti.

La richiesta di un Referendum sulla Legge Elettorale, oltreché per una questione di democrazia e di giustizia, è un esempio di una prassi che coglie lo spirito della n/s Costituzione per definire la Politica, col P maiuscolo come la definisce Papa Francesco (30/4)2017 Piazza San Pietro alla Azione Cattolica )-.

 

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza

Previte

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