51° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

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La 51° Giornata Mondiale delle Comunicazioni avverrà il prossimo 28 maggio, festa dell’Ascensione del Signore e la Direzione Teologico-Pastorale della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede desidera promuovere e incoraggiare la condivisione di risorse pastorali e produzioni multimediali sviluppate dagli Uffici di Comunicazione Sociale delle Chiese locali.

Nel tweet del 9 maggio 2017 sul suo account @Pontifex, Papa Francesco scrive: “Tutti hanno un contributo da dare alla società, nessuno è escluso dall’apportare qualcosa per il bene di tutti”.

Questo è l’invito rivolto agli Operatori della Pastorale delle Comunicazioni nel Messaggio di Papa Francesco “ Non temere, perché io sono con te. Comunicare speranza e fiducia nel n/s tempo”.

 

Il vero potere della comunicazione è la “ prossimità ”, sottolinea Papa Francesco nella cultura dell’incontro, anche di natura mediatica che deve tendere al servizio del bene comune, nella verità, giustizia, morale, riconoscente della dignità della persona e questo è molto importante per la vita, anche, del cattolico  .

Ampio spazio viene dato nel “Documento” all’ambiente digitale ed anche qui, esorta il Papa, il cristiano è chiamato ad offrire la sua testimonianza ed a raggiungere le periferie esistenziali .

In un mondo che diventa  sempre più piccolo, dove permangono divisioni, insistono odio, guerre fratricidi, la comunicazioni sociali, ci domandiamo, possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri e la cultura dell’incontro la possiamo considerare una predisposizione non solo a dare, ma anche a ricevere dagli altri ?

In questo la comunicazione mediatica può aiutarci, se si ha l’opportunità “di avere maggiori possibilità di incontro e di solidarietà fra tutti ”, anche se insistono  aspetti problematici, costituiti da una velocità dell’informazione, la quale “supera la nostra capacità di riflessione e giudizio”. Queste considerazioni non giustificano, continua il Pontefice, essere un rifiuto dei media sociali; piuttosto ci ricordano che la comunicazione è, in definitiva, una conquista più umana che tecnologica a servizio di un’autentica cultura dell’incontro .

Nell’Anno di Grazie 2017 corriamo il rischio che alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale, dove terminato “ l’Anno della Misericordia” dato con l’obiettivo di farci riscoprire la n/s Fede, della quale ne abbiamo fortemente necessità, i cui contenuti fondamentali sono nel Catechismo della Chiesa Cattolica, di cui ricorre i già 20 anni della sua pubblicazione, soprattutto quello di affiancare la Fede ai credenti che quotidianamente non dimenticano di affidare con coraggio la loro esistenza al Signore ed in questo i mass media sono stati grandi amplificatori .

Nel nostro mondo quasi centrato da un secolarismo sempre più evidente, da un permissivismo smodato, da un relativismo crescente, da un egoismo egocentrico, da un supeficialismo effimero, dalle mille “insidie” che dilagano, modificano e mortificano la dimensione etica della vita, quanto è emerso nell’ Anno della Misericordia deve spingere i cristiani e non cristiani a ritrovare una nuova evangelizzazione e partecipazione alla crescita della Chiesa per il bene di tutti .

Finalità che possono, ripeto, aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri nella cultura dell’incontro tanta cara a Papa Francesco .

Ormai quasi giornalmente assistiamo a drammi che avvengono nelle famiglie che producono in ogni cittadino un senso di pietà, una costernazione, una indignazione indescrivibile, anche, per come i mass media trattano i diversi episodi drammatici nei quali sono coinvolti menti psichicamente malate, dove hanno trovato, anche, la morte bambini nelle famiglie, singoli cittadini, dove avvengono stupri, violenze tra adolescenti ed aggressività tra consanguinei e nelle famiglie dove spesso, ormai troppo spesso  ci scappa il morto !

La stampa evidenzia gli effetti degli avvenimenti senza soffermarsi ad approfondire e denunciare le cause che possono determinare gli episodi, anche e soprattutto tragici che avvengono nelle famiglie, ma si evidenzia la descrizione cronologica del fatto, così in maniera superficiale perché è molto importante far salire l’indice di interessamento del pubblico .

La solidarietà sociale, principio altamente etico che ogni uomo deve “dare” ai più sfortunati della vita ai più bisognosi e più diseredati, è un concetto che deve indurre tutti,  ad essere portatori non solo di diritti, ma di doveri di uguaglianza e pari dignità sociale più volte richiamata dalla nostra Costituzione.

Gli eventi delittuosi ci dovrebbero far riflettere e sperare che di fronte ai duri temi della vota dovrebbero emergere sempre più il rispetto della dignità della persona, mentre una cultura falsa e trasgressiva sta cercando di svuotare il vero significato della vita.

 

Come si legge nel S. Vangelo con il quale Matteo descrive l’episodio avvenuto sul Lago di Tiberiade ci rimanda al mistero della Chiesa che continua il suo Esodo nella storia, dove la barca “si agita” a causa di un vento contrario e si chiede l’aiuto al Signore .

Questo tratto del S. Vangelo “fotografa” tutte le difficoltà interne ed esterne, in quanto viviamo tempi assai difficili, in tempi di crisi oltreché economica, anche morale, però il mondo non è tutto buio ricordando quanto diceva S. Paolo : “dove abbonda il peccato sovrasta la grazia “ : la Fede che salva (Matteo 14, 22, 36)

Con l’irrealismo ci dobbiamo tutti risvegliarci dal torpore e dall’incoscienza, non come Feuerbach, il fisolosofo tedesco critico della Religione Cattolica che diceva “La fede è come le lucciole, ha bisogno del buio per risplendere” . E’ vero che spesso  siamo in bisogno di conoscere il buio per scoprire che vi è una luce, quella luce che ci dà il conforto, coraggio, luce che illumina le n/s ottenebrate menti e coscienze.

Insomma un comunicare efficacemente per evangelizzare ed educare, per far respirare nella società la presenza del quel Dio Creatore e Salvatore del quale, certamente in maniera inequivocabile, vi è una notevole necessità ed urgenza .

In un mondo di speranze fragili, sembra assai importante che la comunità cristiana tenti di acquisire dalla Fede occhi capaci di intravvedere la spiga nel seme che marcisce.

Ma il firmamento buio di speranza è il cielo dei bisognosi, dei disabili fisici, degli handicappati psichici, delle persone anziane, dei malati terminali, di tutti i loro familiari e la comunità cristiana è interpellata ad essere più presente e con più slancio partecipativo con loro su questa frontiera dell’emarginazione.

Il Magistero della Chiesa Cattolica insegna nei Comandamenti della Carità “ama il prossimo tuo come te stesso“ e “ la Chiesa è cattolica perché è la casa di tutti : tutti sono figli della Chiesa e tutti sono in quella casa” (Papa Francesco Udienza Generale Piazza San Pietro 9 ottobre 2013 ) .

Questo è monito per quei cristiani in quanto “ la Chiesa ha bisogno del fervore apostolico e non essere cattolici da salotto senza coraggio anche di dare fastidio alle cose troppo tranquille ( Papa Francesco 16 maggio 2013 Chiesa Santa Marta Vaticano), ma il traguardo è ancora molto lontano , perché la strada è stretta e la via è lunga.

 

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° :” Andiamo avanti con speranza!

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.

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