13 maggio 1978/13 maggio 2017: 38 anni di silenzi deleteri per la malattia mentale! Nessuno ha ricordato la data!!!

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I malati mentali, ancora oggi maggio 2017, sono sempre più trascurati, mentre i disagi restano nel mondo della disabilità, della sofferenza, del dolore !

Il 13 maggio 1978 il Parlamento Italiano approvava la legge 180, o legge Basaglia  ispirata dalle teorie dello psichiatra veneziano Franco Basaglia, che poneva fine all’istituzione manicomiale, sanzionando che il malato di mente è un malato da curare e non da segregare e che il “manicomio” non era un luogo di cura, ma un’istituzione da abbattere.

I trattamenti innovativi prevedevano il blocco dei ricoveri, ma a tutt’oggi maggio 2017 poche cose sono cambiate non solo dal punto di vista della terminologia, ma anche per la carenza di aiuti, anche Legislativi, alle famiglie di questi “desaparecido della nostra civiltà.”

Il pensiero o la filosofia basagliana si incentra in quella cultura antiistituzionale diffusasi negli anni ’68 / ’70 pieni di ideologie e di entusiasmi, introducendo il decentramento, la continuità terapeutica tra Ospedale e Territorio, lavoro in equipe, formazione professionale per gli Operatori, prevenzione ed eventuale inserimento sociale dell’individuo “malato”.

Nasce la legge 180 tra forti polemiche anche in seno al Parlamento Italiano : tutti volevano la Riforma, votò contro il MSI, i liberali si astennero, tutti gli altri Partiti votarono a favore.

Viene approvata dal Parlamento Italiano sotto la spinta minacciosa di un Referendum Abrogativo nella convinzione che il “manicomio” avrebbe riportato una maggioranza schiacciante, determinando il passaggio dal concetto custodire a quella terapeutico.

Quella legge è stata emanata priva del Regolamento d’Applicazione, ha vietato la costruzione di nuovi “manicomi” decretando la progressiva chiusura  di quelli esistenti, trasferendo le funzioni amministrative dalle Province alle Regioni, istituendo Reparti di psichiatria all’interno degli Ospedali Generali prevedendo ricoveri coatti solo in circostanze eccezionali e per brevi periodi, avviando la nascita dei servizi di salute mentale alternativi al “manicomio”.

La legge ed il pensiero di Basaglia, poi fu “trasferita” nella legge 833/1978, imprimendo una svolta storica all’assistenza psichiatrica, smantellando la convinzione della pericolosità sociale del “malato psichico” e la necessità del suo internamento.

Ma cosa non ha funzionato nella legge 180 ? Una serena valutazione dei limiti terapeutici vigenti nell’epoca, una frettolosa emanazione, sotto la minaccia referendaria, una non prevista emarginazione del “soggetto” per nulla distinguibile dal vecchio “manicomio”.

Il Basaglia non condanna il “manicomio” solo per lasciare intatta l’identità del psichiatra, del psicologo, umanizzando la “gestione” più dolce a quella violenta, ma la necessità di eliminare il “manicomio” soprattutto là dove si poteva riprodurre in comunità terapeutiche o cliniche private.

Con l’entrata in vigore della legge 180 :

 

1.)   per decenni Basaglia ha cercato di curare i malati psichici fuori degli ospedali ;

2.)  viene vietata, ripeto, la riapertura e la costruzione di nuovi “manicomi”, introducendo la norma che “accertamenti e trattamenti sanitari sono volontari”;

3.)  il Trattamento Sanitario Obbligatorio a base di farmaci antipsicotici dura solamente 7 giorni e deve essere richiesto da un psichiatra, firmata dal Sindaco e convalidato dal Giudice Tutelare;

4.)  tutti gli interventi relativi alla prevenzione, cura e riabilitazione devono essere attuati di norma dai servizi e dai presidi psichiatrici extra ospedalieri.

 

In quel di norma si nota la lacuna in cui la psichiatria ha vissuto e vive tutt’ora in aperta ambiguità perché :

 

a.)   si dà mandato al privato di interagire con costi elevati per cure;

b.)  nei Reparti Ospedalieri a volte non esiste la presenza psichiatrica ed i pazienti vengono sottoposti a terapie massicce di farmaci tanto da renderli socialmente accettabili e poi dimessi, per essere riammessi qualche settimana dopo, con costi economici non indifferenti.

 

In analisi la “legge” ha due movimenti d’interpretazione perché alcuni sostengono che :

1.)   la legge 180 va rivista (a.);

2.)  bisogna potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale, il reinserimento lavorativo (b.)

 

a.) La 180 va rimodernata, perché parzialmente inutile, mentre il privato copre il 50% delle esigenze del pubblico con alti costi.

 

b.) Siamo favorevoli al potenziamento dei Dipartimenti di Salute Mentale.

Contrari a quanti dicono e sostengono per nessun Ricovero o Ospedalizzazione Pubblica, negando la cronicità (forse pensando di curare con la buona parola in alberghi a 5 stelle) favorendo in tal modo il lucro ed i business privati, come in atto sussiste.!

Le norme che regolano la 180 vanno rivedute in una proposizione che renda ragione e giustizia, perché ancora oggi questa “problematica” ha compiuto un cammino tra demagogia e conflittualità ( dobbiamo sottolineare che il Concordato Testo Unificato Burani-Procaccini sulla Riforma dell’assistenza psichiatrica è letteralmente sparito dall’agenda parlamentare dall’aprile 2005 : quelli che hanno compiuto questa mostruosità, questo pateracchio e cattiveria ne dovranno rispondere alla loro coscienza !

La situazione sociale mostra segni di grande preoccupazione in seno alla gente, in quanto la politica non ha provveduto a ritenere questa “problematica” prioritaria, malgrado le continue tragedie senza fine che avvengono quasi quotidianamente nella società, dove le vere vittime di questo grave ed urgente disagio sociale sono i “malati psichicamente gravi”, a volte per la dimenticanza ed il disinteresse delle Istituzioni, a forme di eutanasia.

Le famiglie lasciate nella loro grande solitudine possono “crollare” di fronte al “problema” per cui a volte si assiste ad estremi rimedi, tragedie, ripeto, che quasi quotidianamente apprendiamo, increduli, sbalorditi, sbigottiti dai mass media.

Nella Riforma da noi ampiamente richiesta in unione con la pubblica opinione, ancora una volta vogliamo “indirizzare” le Istituzioni per tenere conto in maniera precipua due necessità:

  1. a) l’autorizzazione al TSO ( Trattamento Sanitario Obbligatorio ) anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni;
  2. b) la realizzazione di Strutture Territoriali di Riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravi un carico insostenibile di disagio, costi, pericoli e sacrifici.

Queste due modifiche o necessità, sono da adottare, ripeto, con le dovute garanzie di rispetto del paziente e dei suoi familiari ( come sosteniamo, fra altre necessità, nelle n/s Petizioni.)

Purtroppo non hanno trovato attenzione in Parlamento il Testo Concordato Burani-Procaccini, “sparito misteriosamente dall’aprile 2005 dall’Agenda Parlamentare, dove era “abbinata” al Testo Unificato la n/s Petizione n.23 .

Dopodiché il nulla ! che dura tutt’oggi maggio 2017 .

 

1.) Per i Servizi di Riabilitazione la competenza deve passare alle Regioni, onde consentire una più rapida rilevazione dei comportamenti anormali di pazienti noti o di persone ignote. Purtroppo la psichiatria continua ad essere “dimenticata”, malgrado l’evidenza di un’area di disagio estremamente critica ed in continuo aumento.

2.) La “problematica” non è solo sanitaria, in quanto l’aspetto sociale non è secondario; mancano sostegni economici alle famiglie che si prendono in carico l’assistenza dei pazienti, il famoso “Dopodinoi”, cioè un Fondo Economico nel quale confluire quelle parti di patrimonio ecc. che in eredità andrebbero ai “malati” il giorno che resteranno soli.

3.) Adeguamento degli assegni di assistenza per chi ne ha diritto, comunque 279,47 euro mensili di media consentono solo di sopravviver e costituiscono una autentica vergogna per un Paese che dice di essere civile e consentono solo di sopravvivere ). Tematiche che competono ai vari Ministeri.

4.) La prevenzione dei disturbi di comportamento  e di psicopatie in età evolutiva in Italia non è stata mai affrontata pur sapendo ed a conoscenza del mondo medico che questa preventiva azione può consentire le psicosi ed in particolare la schizofrenia in modo migliore e più efficace. E’ “raccomandata vivamente” dalla Risoluzione del Parlamento Europeo n. 2006/2058 (INI).

5.) Un servizio di pronto intervento a domicilio.

6.) La possibile attivazione della ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali.

7.)  Il riconoscimento della deducibilità dal reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere per “ricoverati” in strutture private o religiose pere i dimessi dagli ex-ospedali psichiatrici.

8.) Nuove terapie in psichiatria evitando il ricorso all’elettroshock, ai psicofarmaci.

9.) Aumento dei posti letto da 15 a 30 anche per i minori.

10) Riqualificazione degli Operatori Sanitari.

11.) Come sono stati utilizzati i proventi dalle alienazioni di ex-aree degli Ospedali Psichiatrici.

12.) L’uso di parte del gettito dell’8/000 dell’IRPEF a sostegno di progetti di strutture. Inoltre oltre i normali finanziamenti previsti dal Servizio Sanitario Nazionale, l’utilizzazione di una parte dei proventi derivanti dalla gara per le licenze UMTS ( Universal Mobile Telecomunication System ) il telefonino di 3° 4° ecc. generazione.

13.) La promozione di una Indagine Parlamentare :

a.)  sulla situazione in atto dell’assistenza psichiatrica;

b.) sull’uso ventilato dell’applicazione del braccialetto elettronico sui detenuti” nelle nuove REMS ( Strutture Sanitarie gestite dalle Sanità Territoriali ) e sull’uso illegale dell’elettroshock

  1. c) conoscere quale “collocazione” è stata disposta per le pensioni non riscosse, depositi bancari, postali od altro giacenti nelle banche od uffici postali:

14) Dotare le strutture di ricovero di spazi verdi esterni.

15.) L’emissione di un Testo Unico per raccogliere le diverse normative sull’handicap oggi troppo frammentate:

16.) Richiesta della Relazione Trimestrale del Ministro della Salute sulle iniziative adottate a livello nazionale e regionale. Per quanto ci è possibile conoscere l’ultima Relazione del Ministro della Salute risale al 21 gennaio 2005.

17.) L’indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione”  sul tema della malattia mentale come ipotizza la “Commissione Europea – Direzione Sicurezza Sociale Integrazione delle Persone con Disabilità, Ufficio di Bruxelles in risposta a n/ richiesta prot. n. 15406 del 14 novembre 2000.

Al Parlamento ed al Governo in carica un invito particolare ed urgente affinché provveda ad approvare una legge-quadro che dia uniformità di applicazione, in tutte le Regioni, a questo ambito socio-sanitario a tutela dei diritti di questi “desaparecido della nostra civiltà”, in ottemperanza dell’art.32 della nostra Costituzione.

 

La n/s Associazione ha già chiesto al Parlamento in questa 17° legislatura con due Petizioni in itinere, Servizi Specifici in strutture adeguate e norme legislative aderenti alla realtà che non si deve più nascondere : budget del ricoverato    Petizione 2013  ,  ancora vergognosamente giacenti nelle singole Commissioni Parlamentari .

 

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II°: “ Andiamo avanti con speranza !”

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto né gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti .

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