Il Sinodo dei Vescovi nel 2018 sarà dedicato sui ‘Giovani’

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La notizia è stata appresa dal mondo giovanile con sorpresa, ma con grande riconoscenza, anche soprattutto, considerando che i giovani si trovano, disorientati, perplessi, quindi è necessario per non dire urgente riscoprire, anche, l’educazione integrale che resta non solo quella dell’apprendere scolastico , ma anche quella dei valori morali che trovano nelle radici etiche il loro riferimento fondamentale .

Hotel-Roma-citta-del-vaticanoIn un mondo in movimento, come ogni giorno constatiamo, che modifica continuamente il sistema di vita, la società civile, spesso egoisticamente ripiegata su se stessa , non dà ancora la piena disponibilità a porre attenzione verso chi vive in difficoltà e sofferenza.

Bisogna considerare anche il mondo giovanile della disabilità, oltre le barriere architettoniche, anche quelle intellettive .

Nelle difficili situazioni in ambito sociale dei giovani ed anche, soprattutto degli adolescenti ( e questo è purtroppo “cosa “ quasi quotidiana) , occorre promuovere l’educazione morale come affannosa ricerca della maturazione della coscienza e non del possesso dell’avere, come affermava Papa Paolo VI° riferendosi alla n/s società che “ non è quella dell’essere ma dell’avere “. Il resto non conta !

Il continuo evolversi di eventi delittuosi di vario genere, non dimenticando le difficoltà incontrate dai giovani meno fortunati della vita che ogni giorno incontrano difficoltà di natura architettonica in ogni attività della vita sociale, comunque non si devono dimenticare quei giovani sul cui sfondo emerge la disabilità fisica, nonché l’alterazione della mente, ma questa “ difficoltà” ci porta a considerare questa disfunzione una malattia che distrugge il morale ed il fisico, che affligge giovani e ripeto adolescenti, causando una vera e propria calamità sociale.

Decifrare le radici antropologiche da cui scaturiscono e si sviluppano l’accettazione od il rifiuto della promozione culturale in tema di solidarietà ed umanità, è difficile poterlo accertare, ma tutti sappiamo che la solidarietà sociale apre le porte alla speranza .

Quel quasi quotidiano catastrofismo, quel rinnegare col silenzio ogni diritto ed aiuto morale, quel continuo diverbio politico allontana tutto e tutti dalla coscienza, concentrando in un sordido egoismo ogni interesse in perfetta armonia contro il senso della solidarietà, porta questo mondo giovanile ad emigrare prepotentemente all’estero, dove possono trovare un lavoro che in Italia è ormai una difficile “ lettura “.

Quella solidarietà sociale da parte dei “grandi”, anche delle persone adulte , dovrebbe tendere a guidare la dinamica morale dei giovani verso una crescita di sensibilità con i problemi sociali, con l’esempio di una visione pienamente umana della cruda realtà quotidiana, quale impegno di vicinanza sociale verso tutti specie verso le persone più deboli e bisognose.

La solidarietà sociale è un concetto meritevole che induce ad essere non solo portatori di diritti, ma anche di doveri verso tutta la società, anche da parte dei “grandi”, soprattutto, verso quella vasta categoria di sfortunati che da anni aspettano risposte adeguate alle loro aspettative. E non sono pochi in quasi ogni settore della difficile vita quotidiana !

Ma ognuno aspira a star meglio, quasi disattendendo e dimenticando quella conclamata solidarietà verso quelle persone, deboli, bisognose, emarginate, che hanno gli stessi diritti di quanti vivono in società e che trovano una difesa morale nella parole della Chiesa Cattolica Universale, come giustamente si indirizza il “ grido” di Papa Francesco.

Al di là delle barriere architettoniche che non dovrebbero più esistere, ben più dure sono le barriere intellettive che offendono tutti, abili e disabili, ritorcendosi contro chi le continua a porre in atto, mentre la società civile può trovare su questo terreno interessi comuni di solidarietà, specie là dove le famiglie provate dalla disabilità psico-fisica di qualche suo componente fatica a stare al passo, ad interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche allo sguardo per timore di perdere.

Lo Stato esperto di umanità e socialità non ascolta, non sente, non vede, negando quindi intrinsecamente la necessità dell’incontro e del dialogo col mondo, spesso giovanile della disabilità, privo di ordinati intendimenti socio-pedagogici per ricercare e rimuovere i contenuti negativi di quelle necessità.

All’evidenza, pare, che le Istituzioni non posseggono più da tempo la capacità di captare le necessità del cittadino, restando molto, lontane, troppo lontane, molto lontane da una dura realtà ! E’ proprio la capacità di ascolto dello lo Stato Italiano ed Europeo che manca !

I disabili psico-fisici lottano da anni per ottenere legali diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto per far conoscere il loro status sociale che ogni giorno incontrano e che rende la loro esistenza molto difficile, oltre quella dei loro familiari e della società.

In questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto, con i sofferenti queste patologie , mentre tutti continuano a coltivare la speranza, ad anelare attenzione al mondo della sofferenza, malgrado che i trascorsi  “Anno 2003 dichiarato dalla Comunità Europea Anno dei disabili”, l’Anno Internazionale dedicato dall’ONU alla Famiglia, i dettami della Costituzione Italiana ed Europea e le leggi finanziarie non siano stati presenti ed efficienti .

Non osiamo credere che la sola indizione della “Giornata Nazionale per la Salute Mentale” del 5.12.2004, anche se viene apprezzato il riconoscimento al Presidente del Consiglio On.Silvio Berlusconi sull’inizio di promozione di eventuali provvedimenti per la salute mentale , oppure quel “tavolo tecnico” avvenuto il 17 marzo c.a.( e non più proseguito !) nella Sala Verde di Palazzo Chigi nel quale vennero da me presentate in 9 punti le necessità impellenti del “momento” per i disabili psico-fisici , siano la sintesi dei programmi di tutti i Governi e delle Assemblee Legislative..

 

L’opinione pubblica, Signori della Politica, chiede ed aspetta di più , perché non si può più ignorare quella attenzione preferenziale per chi è più debole ed indifeso!

Dignità per un rigoroso rispetto del loro essere e dei loro diritti di disabili psico-fisici, speranza perché questi diritti siano attentamente e finalmente valutati.

La semplice considerazione della dignità umana e della speranza, ci porta a pensare che non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre ed essere  solo promotore di salute, ma sembra essere necessario ed urgente una mobilitazione delle coscienze, quale strumento che dica non solo dov’è la malattia e come curarla, ma anche dove può essere ricercato il modo od i possibili piani terapeutici d’intervento e quelli normativi da parte delle Istituzioni , per aiutare le famiglie coinvolte e succubi di queste difficoltà.

L’opinione pubblica, le famiglie, la comunità civile, tutti attendiamo che il Governo ed il Parlamento con sensi di responsabilità diano vita ad una vera giustizia sociale,  ad una normativa di riorganizzazione dei Servizi Sociali, ad una legislazione adeguata, efficace, chiara e categorica libera da forme che ne sviliscono l’applicazione verso il mondo dei deboli, dei bisognosi, dei sofferenti, dei poveri, come anella Papa Francesco in quel Sinodo dei Vescovi nel 2018, piuttosto che incrementare o seguire la litigiosità politica, senza che emergenze ed esigenze siano lasciate nell’angolo più buio del “buon senso”.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° ;” Andiamo avanti con speranza !”

 

Previte

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