In fabbrica ora si parla anche la lingua dei segni

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Per la prima volta in un’azienda bresciana e italiana a integrare la comunicazione delle assemblee sindacali entra un traduttore «Lis» – la lingua dei segni dedicata a uomini e donne con deficit uditivo.

di Flavio Archetti – 9 nov 2017

Succede alla Streparava di Adro, dove grazie all’impegno del sindacalista Fiom Ercole Bellini, della traduttrice bornatese Francesca Garza, e naturalmente della dirigenza dell’azienda franciacortina leader del settore delle produzioni per l’automotive, da qualche settimana un dipendente in difficoltà nel comprendere contenuti e dinamiche dei dibattiti delle assemblee, si è visto cambiare la vita professionale e di relazione con i colleghi.

La storia delle difficoltà e dei «rischi di esclusione» ha ormai qualche anno, visto che l’uomo è in Streparava dalla fine degli anni Novanta. Vent’anni in cui non si è arreso alle difficoltà ed è sempre stato presente a ogni incontro. Proprio grazie alla sua costanza e alla tenacia di chi tra i problemi ha imparato a non mollare, è riuscito a far breccia nell’animo del collega Ettore Bellini, che grazie al suo ruolo di sindacalista impegnato – rsu in Streparava e membro del consiglio direttivo provinciale di Fiom – ha portato il problema all’attenzione dei vertici bresciani del sodalizio sindacale, e lo ha risolto

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