La legge 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come legge 104/92, è il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate“. 

di Clelia Tesone

All’art. 1 la normativa introduce il testo con quelle che sono le finalità principali con lo stesso perseguite. Con esso, il legislatore intende:

 garanti[re] il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”.

La funzione principale assolta da tale intervento legislativo, dunque, è stato quello di consentire l’integrazione delle persone disabili e consentire loro una vita libera, autonoma e dignitosa.

A tal fine sono stati previsti una serie di incentivi, consistenti in detrazioni fiscali ed agevolazione, assegni previdenziali e permessi congedo per i c.d. caregiver.

Vediamo brevemente qual è la disciplina prevista dalla Legge 104 del 1992.


Cos’è la legge 104 del 1992?

La legge 5 febbraio 1992 n. 104, più nota come legge 104 del 1992, è il riferimento legislativo “per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate“.  Dunque, questo si sostanzia nel riferimento normativo principale per la disciplina dell’assistenza ai disabili. Presupposto della normativa è quello di assicurare l’autonomia sia finanziaria e di mezzi a predetti soggetti. Proprio per tale ragione che essa prevede alcune rilevanti disposizioni anche con riferimento a coloro che convivono o si prendono cura dei disabili, i c.d. caregiver.

Il testo della legge 104 opera con riferimento a vare forme di tutele sia in ambito:

  • lavorativo,
  • scolastico,
  • agevolazioni assistenziali e previdenziali riconosciute dall’INPS.

Oltre a prevedere le modalità di accertamento dell’handicap da parte delle commissioni mediche incaricate.

Per quanto sia una normativa di ampia applicazione e non di recente introduzione, il testo della legge 5 febbraio 1992 n. 104 rimane ancora difficile da comprendere per molte persone.

Per tale ragione dunque che la trattazione che ci impegniamo ad offrire ha proprio l’obiettivo di consentire anche a chi non conosca il gergo legale di comprendere al meglio il suo fondamentale contenuto.

Cosa prevede la legge 104?

Il testo della legge 104 è intervenuta a colmare un vuoto normativo di rilevante importanza sociale.

Il legislatore con tale intervento in qualche modo rivoluzionato il modo di intendere la disabilità. Le integrazioni e le modifiche successivamente intervenute hanno certamente accresciuto l’efficacia delle disposizioni previste nel testo originario della legge 104.

All’art. 1 la normativa introduce il testo con quelle che sono le finalità principali con lo stesso perseguite. Con esso, il legislatore intende:” garanti[re] il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società”.

La norma, invero, si propone alcuni rilevanti obiettivi:

  • previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana;
  • il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;
  • persegue il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali e assicura i servizi e le prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, nonché la tutela giuridica ed economica della persona handicappata;
  • predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata.

I destinatari della normativa

L’articolo 3 della legge 104 individua quali sono i destinatari delle misure ivi contenute.

In particolare, la norma individua una definizione di persona handicappata, come colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che causa difficoltà di apprendimento, relazione o integrazione lavorativa.

Sono considerati tali tutte quelle persone con una minorazione fisica, psichica o sensoriale, la quale ha come principale conseguenza:

  • difficoltà nelle relazioni, nell’apprendimento o nell’integrazione lavorativa,
  • un processo di emarginazione o di svantaggio sociale,
  • riduzione dell’autonomia tale da rendere necessario un intervento di assistenza permanente, sia nella sfera delle relazioni che in quella individuale.

Le due categorie di cui all’art. 3

L’articolo 3 della legge 104 individua invece le ipotesi di handicapp prese in considerazione dalla Legge 104, distinguendo in due principali categorie.

In specie al comma 3 si prevede una particolare categoria di soggetti disabili portatori di patologie gravi. In particolare sono portatori di una grave disabilità coloro che abbiano ridotto l’autonomia personale, correlata all’eta’, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravita’.

Le situazioni riconosciute di gravita’ determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.

Procedura di accertamento della disabilità

La legge 104 del 1992 prevede poi all’art. 4 anche la disciplina sul procedimento di accertamento della disabilità.

La procedura per l’accertamento dell’handicap ha come finalità quella di consentire l’accesso alle agevolazioni riconosciute. Tale compito spetta alle ASL, mediante le commissioni mediche appositamente istituite ed integrate da un operatore sociale e da un esperto dei casi da esaminare.

L’handicap viene appurato a seguito di un esame medico svolto dinanzi a una commissione presente in ogni Asl. La commissione è composta, oltre che da medici, anche da psicologi e assistenti sociali.

A tale scopo la commissione medica potrà redigere verbali di accertamento o di revisione anche solo su atti, nel caso in cui l’interessato presenti adeguata documentazione sanitaria, che consenta di valutare il caso in maniera obiettiva.

Le agevolazioni per i portatori di handicap

La legge 104 del 1992 prevede una serie di agevolazioni per i portatori di handicap e i membri della loro famiglia per consentire agli stessi una vita autonoma e dignitosa.

La normativa consente di ottenere una serie di permessi, a cui si aggiungono anche una serie di agevolazioni fiscali e detrazioni sia per le cure mediche che per le prestazioni assistenziali, per la rimozione delle barriere architettoniche e per l’acquisto di auto e mezzi informatici.

I permessi lavoro retribuiti

L’art. 33 della Legge 104 del 1992 prevede una serie di permessi lavoro retribuiti. Questi ultimi sono rivolti ai lavoratori dipendenti che prestano assistenza a loro familiari, di beneficiare di permessi retribuiti e periodi di congedo straordinario.

I permessi e i congedi possono essere riconosciuti:

  • alle persone disabili in situazione di gravità;
  • ai genitori, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità;
  • al coniuge della persona disabile in situazione di gravità;
  • ai parenti o affini entro il 2° grado della persona disabile in situazione di gravità.

Tale beneficio può essere concesso per un periodo non superiore tre giorni mensili, regolarmente retribuiti, se ricorrono alcuni requisiti fondamentali:

  • essere lavoratori dipendenti, anche part-time, e assicurati per le prestazioni economiche di maternità presso l’INPS;
  • la persona che chiede o per la quale si chiedono i permessi sia in situazione di disabilità grave riconosciuta dalla Commissione Medica Integrata;
  • mancanza di ricovero a tempo pieno della persona in situazione di disabilità grave.

Al fine di ottenere il permesso in questione deve essere presentata istanza telematica all’INPS. Potrai autonomamente assolvere a tale onere, oppure ricorrere anche ad un patronato oppure al Contact Center Multicanale.

Le agevolazioni fiscali

Oltre ai permessi, la Legge 104 consente di ottenere anche agevolazioni fiscali. In particolare ricordiamo:

  • detrazione per l’acquisto di veicoli: detrazione IRPEF 19 per cento sul costo del veicolo (fino a 18.057,99 euro), IVA 4 per cento sull’acquisto del veicolo; esenzione dal pagamento del bollo; esonero dell’imposta di trascrizione per i passaggi di proprietà.
  • detrazione IRPEF figli a carico con una maggiorazione di 400 euro;
  • inoltre, detrazione spesa di assistenza i familiari con una persona disabile a carico, hanno diritto a dedurre integralmente dal reddito le spese di assistenza;
  • detrazione spese sanitarie sono detraibili totalmente le spese sanitarie relative all’acquisto di mezzi per la deambulazione, spese mediche specialistiche, acquisto di poltrone per inabili e minorati.
  • detrazioni spese per l’abbattimento di barriere architettoniche: detrazione IRPEF per le spese relative a costruzione di rampe, installazione di ascensori.
  • ulteriori detrazione IRPEF 19 per cento sull’acquisto di mezzi informatici e IVA al 4 per cento.
  • assegno al nucleo familiare maggiorato.
  • esonero da visite fiscali per patologie connesse alla disabilità.

Assegno pensione di invalidità

La Legge 104 prevede anche una prestazione assistenziale consistente in un assegno previdenziale. A tal proposito, invero, distinguiamo tra tre tipologie di sussidi:

  • assegno di invalidità, per riconosciuta riduzione della capacità lavorativa superiore al 67 per cento in presenza di almeno 5 anni di contributi versati di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni;
  • pensione di invalidità (o assegno d’invalidità civile) è invece riconosciuta nel caso invalidità superiore al 74 per cento;
  • pensione di inabilità, riconosciuta dalla Commissione medica dell’Inps al lavoratore privato al quale è riconosciuta l’inabilità totale al lavoro.

 

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