La scuola statale Antonio Magarotto integrata per sordi e udenti potrebbe perdere alcune classi.

Un taglio disposto dall’Ufficio scolastico della regione Lazio e che prevede la chiusura di cinque sezioni. Un dramma annunciato per gli alunni sordi, destinati ad essere ricollocati in scuole prive di una didattica specializzata.

di Paola Palazzo

A rischio la sede romana dell’Istituto Magaratto. La scuola statale integrata per sordi e udenti, che conta altre due sedi a Padova e Torino, potrebbe perdere alcune classi. Un taglio drastico disposto dall’Ufficio scolastico della regione Lazio e che prevede la chiusura di cinque sezioni: la prima e la seconda del liceo scientifico scienze applicate, l’indirizzo grafico, elettronico e quello dei servizi commerciali. “Abbiamo ricevuto questa notizia inaspettata otto giorni fa – ha dichiarato ai microfoni di Fanpage la preside della scuola Isabella Pinto – io ho risposto che con cinque classi mancanti la scuola chiude”. Un dramma annunciato per gli alunni sordi, destinati ad essere ricollocati in scuole prive di una didattica specializzata. “È come chiedere ad un italiano di frequentare una scuola dove si parla un’altra lingua senza alcun tipo di supporto”. Il Magarotto è attrezzata con tecnologie avanzate. “Abbiamo specifici set per i sordi in tutte le classi – ha spiegato la preside – qui le Lim, le lavagne interattive multimediali, sono state inserite a partire dall’anno 2000. Abbiamo assistenti alla telecomunicazione sempre disponibili durante le ore scolastiche”.

“Non ci sono abbastanza docenti specializzati per sordi”

L’Istituto Magarotto era da tempo in difficoltà per la mancanza di personale scolastico adeguato. “Qui non vi sono insegnanti di sostegno generici – ha sottolineato Pinto – ci sono docenti specializzati solo per l’insegnamento ai sordi”. Peccato che non siano sufficienti per coprire il numero degli alunni non udenti. “Considerando tutte e tre le sedi, meno del 25% del corpo docente è specializzato”. Si tratta di una qualifica monovalente (che vale quindi solo per la sordità) e per ottenerla sono necessari dei corsi specifici. L’ultimo si è tenuto almeno 13 anni fa e adesso in tanti si avviano alla pensione.

“Più volte nel corso degli anni ho cercato un contatti diretto con il ministero per provvedere all’avvio di nuovi corsi, ma mancava la volontà”. Quest’anno sembrava la volta giusta. L’Istituto stava collaborando con la facoltà di Scienze della formazione dell’Università RomaTre per organizzare nuovi corsi e farli partire al più presto. “Quasi due settimane fa ne ho parlato con il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri, il quale si era mostrato favorevole all’iniziativa”. Poi, qualche giorno dopo, la cattiva notizia: cinque classi in meno a partire dall’anno scolastico 2021-2022. “Non ce lo aspettavamo. Non conosco le ragioni della scelta e sembra si sia voluto agire con la logica del risparmio”.

L’istituto Magarotto ha tre sedi in Italia: Roma, Padova e Torino

La scuola Antonio Magarotto è un’Istituzione Scolastica Statale Specializzata per l’insegnamento agli alunni sordi per tutti i gradi di studio. Conta tre sedi in tutta Italia: Roma, Padova e Torino. Nella sede romana ci sono 363 studenti tra sordi e udenti: 45 nella scuola d’infanzia, 73 nella primaria, 65 ragazzi delle medie e 180 delle superiori. Padova e Torino ospitano due scuole superiori, la prima con 30 alunni tutti sordi, e la seconda con 184 tra udenti e non. Inoltre a Roma è presente un convitto che accoglie gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Pare che al momento il taglio riguardi solo la sede della Capitale.

La prossima settimana si terrà un incontro tra l’Ufficio scolastico regionale e la preside dell’Istituto. “Mi hanno richiamato per trovare un punto d’incontro – ha concluso la preside – presenterò due proposte: unire più indirizzi per quanto riguarda le materie generali, lasciando divisi solo gli insegnamenti specifici per i vari settori, oppure tagliare le classi meno richieste”.

Una piccola speranza per gli studenti sordi del Magarotto, tornati solo da poche settimane sui banchi di scuola. “Durante il confinamento è stata dura, molti ragazzi mi hanno scritto di voler tornare in classe a tutti costi. Alcuni si sentono estremamente soli in famiglie di soli udenti”.

 

 

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