La vita insidiata da menti psichicamente instabili anche in ambito UE

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Tutti sappiamo che la salute è un patrimonio inestimabile e per tutti costituisce una norma fondamentale per garantire la pace, la giustizia, la serenità fra i popoli .

La definizione di salute proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità del 22 luglio 1946 la definisce “come uno stato di completo benessere fisico, mentale, sociale e non solo assenza di malattia o di infermità”.

La Condizione Sanitaria dei singoli individui, delle famiglie, delle comunità e delle Nazioni, specialmente Europee, è determinata da variabili condizioni ambientali, biologiche, psicosociali, socio-culturali, economiche, politiche .

In Europa fattori Economici riguardanti la Sanità Pubblica “sono di competenza degli Stati Membri”, come ha risposto la Commissione per le Petizioni della Commissione Europea alla n/s Petizione n.146/99 inoltrata  nel 1999  ( per la prima volta in Europa una Associazione che solleva il “problema”), tuttavia continua la Commissione : “ i problemi relativi alla salute mentale acquistano un’importanza crescente nelle discussioni al vertice delle Istituzioni Europee ( risposta del 29 maggio 2000 CM\412554IT. Doc. PE 290.531).

Ma ci devono dire come risolverli questi problemi ! Quindi la Questione Economica colpisce la pianificazione e l’attuazione Sanitaria nonché l’accesso alle Cure Sanitarie, la qualità dei trattamenti, la ricerca ecc

La promozione della salute, la prevenzione delle malattie connessi alla salute ( fumo, droga, malattie sessualmente trasmissibili, violenza ecc.), sono responsabilità congiunte per tutti gli Stati, per quanto ci riguardano quelli nell’Europa .

Ora nell’ambito della salute mentale in UE  tali considerazioni assumono una rilevanza particolare.

a.) L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia che 450 milioni di persone nel mondo sono affette da problemi mentali, neurologici o comportamentali e che 873 mila persone si suicidano ogni anno. Il disagio mentale costituisce una vera e propria emergenza Socio-Sanitaria.( Fonte OMS).

b.) Il 25% dei Paesi non ha una Legislazione in materia; il 41% non ha una Politica definita per la Salute Mentale; nel 25% dei Centri Sanitari i “malati” non hanno accesso ai Farmaci Psichiatrici essenziali ; il 70% della popolazione dispone di meno di un Psichiatra per 100.000 persone.( Fonte Chiesa Cattolica).

Per promuovere la salute mentale, la Unione Europea punta sulla prevenzione :

1.) In “Europa” i disabili sono oltre 50 milioni : 1 su 10 incontra difficoltà con barriere architettoniche, 1 su 7 soffre di depressione o ansia, si calcola su circa 18 milioni di persone la sola depressione “brucia” il 4% del PIL ; 1 su 3 soffre di disturbi mentali ; il numero dei suicidi supera quello dei morti per incidenti stradali.

Ogni anno, sottolinea il “Libro Verde” della Commissione Europea, oltre il 27% delle persone dai 18 ai 65 anni soffre di qualche forma di disturbo mentale. La depressione, primo disordine funzionale della persona umana, colpisce oltre il 6% degli europei, spesso i giovanissimi ne soffre il 4% degli adolescenti e più del doppio (il 9%) dei diciottenni. Pericolosa, poi, la depressione post-partum, da non sottovalutare gli ambienti scolastici, il lavoro ecc. Il triste primato dei suicidi, in Europa, conta ogni anno oltre 58 mila vittime contro le 50.700 per incidenti stradali. Il numero più alto di suicidi è in Lituania con 44 vittime ogni 100.000 abitanti, ma tassi alti si segnalano in Ungheria il 25,4%, in Finlandia il 19.9%, in Austria il 17%, in Francia 16,8%, in Polonia 14,7%, nella Repubblica Ceca il 13,7%,in Danimarca il 13,0%,in Svezia il 12,2%,in Germania l’11,5%, in Irlanda il 10,5%,in Olanda il 9,!%,in Gran Bretagna il 6,8%, in Spagna 6,8%, in Italia il 6,0%.

Questi aridi dati statistici sono in continua evoluzione per cui non è possibile “avvicinarsi” ad ottenere una cruda realtà quotidiana !

2.) In Italia la qualità dell’assistenza è carente, i Centri di Salute Mentale sono raramente aperti 24 ore al giorno, mentre i Servizi Psichiatrici si trovano in posti precari, con porte sbarrate e dove legare, pare, le persone violenti, è una consuetudine.(vedi Ospedali Psichiatrici Privati, Giudiziari oggi 2019 REMNS, Carceri) .

Sono passati 41 anni dalla “rivoluzione” dalla Legge 180/1978 voluta ed ispirata dal Prof. Franco Basaglia Psichiatra veneziano, che “ordinò” la chiusura dei “manicomi”, ma da allora la Legge è rimasta in buona parte “lettera morta”, ricorrendo  facilmente in molte zone del Paese ai Trattamenti Sanitari Obbligatori ( TSO), senza che il Parlamento od il Governo Italiano abbiano rivisto le Leggi che hanno autorizzato la chiusura degli ex-Ospedali Psichiatrici ed esprimere una Normativa che tuteli i sofferenti mentali le loro famiglie e per la sicurezza di tutti i cittadini.

Con le Petizioni n.5 e n.6 al Senato della Repubblica e col n.9 alla Camera dei Deputati del 28 maggio 2008 da parte dell’Associazione “Cristiani per servire” è stata richiesta una legge-quadro, strumento primario di tutela, di specifiche Misure Legislative d’intervento sulla malattia mentale.

Spesso ci colpisce il reiterato ricorso a richiedere misure atte a combattere lo stigma sociale, che ritenere di emergenza i malati mentali, considerando, forse, più maggior attenzione verso degli animali domestici ( per i quali non nutriamo nessuna disaffezione), collocando i primi nella serie B dell’etica sociale e morale .

Lo stigma sociale, la famosa impronta, il suggello, la vergogna, la paura ed il timore di essere additati alla gente, non sussiste nell’animo umano e nella solidarietà del quotidiano, perché non è qui che si devono ricercare queste evenienze.

La vergogna da stigmatizzare è nelle leggi 180 e 833 del 1978 ed i vari “Progetti-Obiettivi” che si sono susseguiti in Italia, i quali non hanno garantito assistenza, strutture adeguate, finanziamenti programmati alla prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale ( per quanto possibile) dei “malati”, non prevedendo l’obbligo di cura se non quando il “malato” diventa pericoloso per sé e per gli altri. L’esclusione, anzi direi, l’emarginazione avvilente dei malati non viene compiuta da parte della gente.

La famiglia non è garantita perché non trova il posto giusto onde curare il proprio congiunto, perché questo tipo di malati non possono essere curati in casa, né si può tenere in casa questo genere di malati. Si deve combattere la cultura dell’assistenzialismo che ghettizza il malato .

 

Non è possibile tacere di fronte alla continua aggressione alla serenità della vita quotidiana, anche in ambito UE !

 

La famiglia è “bombardata” da :

a.)  stupri, molto ricorrenti, mostruose azioni che danneggiano irrimediabilmente la dignità umana ;

b.) violenza, spesso spicciola tra gli adolescenti ;

c.) aggressività, tra consanguinei dove spesso ci scappa il morto e questi episodi, nella maggior parte, spesso derivano da menti non solo perverse, ma psichicamente instabili.

Non essere sensibili a questi problemi e nello specifico quelli sopraccitati, significa deludere sempre più le aspettative della società che alterna a volte insoddisfazione ed a volte indifferenza sintomo inconfondibile di malessere.

 

Quale valore viene attribuito alla vita umana, visto che  a volte occorre richiedere la sicurezza dal folle gesto, anziché la libertà del gesto ?

Questo “ andazzo” rischia di traghettare gli Stati membri della UE verso una cultura dell’egoismo sfrenato, del gelo sempre più emergente e dell’indifferenza latente da una metodologia che si va affermando autonoma e svincolata da ogni rapporto con la Legge e quello che è più grave esercitata dai giovani e dagli adolescenti.

Per queste ragioni di necessità e gravità, le famiglie di questi sofferenti e la pubblica opinione anelano ad  un esame sollecito del problema “malattia mentale” da parte del Parlamento Europeo, affinché si possa addivenire ad una concreta soluzione di questo grave ed urgente disagio sociale, e da parte dell’Associazione “Cristiani per servire” nel Ricorso n. 44330/06 alla “Corte Europea per i Diritti dell’Uomo” di Strasburgo, per almeno ottenere una Sentenza che dia il “via” ad una Direttiva Comunitaria adeguata, efficace, chiara e categorica libera da forme che ne sviliscono l’applicazione, in ugual misura e validità uniforme per tutti gli Stati membri della Unione Europea, è stata bocciata !

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II°: “ Andiamo avanti con speranza ! “

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

 

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