Malattia mentale sotto l’aspetto sociale!

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Sono passati oltre 41 anni dal 13 maggio 1978 da quando con la Legge 180 furono chiusi i “manicomi” e con la Legge 833 si proseguì a tutelare “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e “la tutela della salute sia fisica e psichica che deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana”.

In un clima fortemente politicizzato ed ideologizzato di lotta anti-istituzionale venivano tolte le cancellate dai Reparti Psichiatrici, aperti i cancelli esterni e la fiumana di persone con sofferenza psichica si è sparsa nei centri abitati, con le conseguenze che si riscontrano quasi ogni giorno con diverse metodologie e fatti che sono molto preoccupanti, inverosimili, allarmanti.

Il cittadino si domanda : è migliorata la situazione dei malati psichici dopo l’entrata in vigore della “legge Basaglia” che ha “chiuso” i manicomi e quali benefici ha apportato nelle famiglie italiane.

La rivoluzionaria idea del Basaglia di chiudere i “manicomi”è stata una grande conquista, ma ahimè! non ha previsto strutture alternative. Una Legge che va migliorata, anzi modernizzata : in poche parole ha introdotto il principio di volontarietà della cura, che non ritengo logico, e lasciata alle Regioni la responsabilità di organizzarne l’applicazione.

“Mantenere costante l’attenzione sui problemi del disagio mentale”, queste sono state le finalità e la Conclusioni individuate dalla XII° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati su “Indagine conoscitiva sulla chiusura degli ospedali psichiatrici”, del 16 luglio 1997, al fine di assicurare uno strumento agile di controllo Politico e Parlamentare.

La Commissione riteneva opportuno procedere alla istituzione di un Comitato Permanente che possa continuare l’azione iniziata con l’Indagine Conoscitiva mantenendo costante attenzione sui problemi connessi col disagio mentale (da Atti Parlamentari 12° Commissione Affari Sociali 13° Legislatura).

Sono passati 21 anni da quel 7 ottobre 1998 da quando la n/ Associazione ha presentato una Petizione per la riforma dell’assistenza psichiatrica, con le Opere don Guanella e don Orione, specialmente per sopperire alle esigenze delle famiglie in cui insistono sofferenti il disagio psichico.

Per la quarta volta l’abbiamo ripresentata il 15 aprile 2008 :

1.) col n.5 è stata annunciata all’Assemblea del Senato della Repubblica il 28 maggio 2008 (prot. n.231/s.IX° Seduta antimeridiana, Allegato B ) ed assegnata all’esame della XII° Commissione Igiene e Sanità (“Legge-Quadro in materia di assistenza psichiatrica”);

2.) col n.9 è stata annunciata all’Assemblea della Camera dei Deputati il 28 maggio 2008 (prot. n.2008/0015270/GEN/TN) ed assegnata alla XII° Commissione Affari Sociali (“Riforma dell’assistenza psichiatrica”), unendo con ( “Norme per il recepimento della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU).

3) ormai non ricordo il numero delle Petizioni, ma tutto è rimasto alle Conclusioni di cui sopra.

Il cittadino si chiede spesso : forse la Politica, non vuol “vedere”, “ascoltare”, sentire ? Certamente dimostra di essere sorda!

In questi anni, sono state “scaraventate” centinaia di migliaia di famiglie nella disperazione e nell’angoscia a vivere giorno e notte direttamente il rischio ed il dramma conseguente con la presenza in esse di un malato di mente, “subendo” sulla propria pelle le conseguenze, come tutt’ora avviene con gli episodi di lucide follie anche per l’uomo della strada per il cittadino qualunque quasi quotidianamente, ”costringendo”  alcune famiglie in alternativa, ad accollarsi onerosi costi di ricovero in strutture private in un rimedio peggiore del male.

Ma la famiglia italiana e la pubblica opinione è turbata, indignata, preoccupata.

La famiglia non può esprimere la sua protesta, il suo dissenso, il suo rammarico per come non vengono affrontati problemi di enorme rilevanza come il disagio psichico che a volte, purtroppo, altera l’equilibrio della famiglia stessa, né alzano bandiere in continui cortei od in pseudo “ proverbiali digiuni”.

Cosa deve fare lo Stato Italiano ?

A meno di interpretare l’attuale assenza di una legge-quadro, da noi da tempo auspicata, come una normale carenza degli Organi Legislativi, questo atteggiamento non deve impedire che si possa discutere di eventuali miglioramenti o adeguamenti che vogliamo “suggerire”.

Il grave problema dei disabili di mente deve essere risolto, dopo, ripeto, molti anni dalla emanazione delle Leggi 180 e 833 che hanno “chiuso” i manicomi senza peraltro disporre strutture atte alla prevenzione, cura ed eventuale inserimento sociale dei “malati”, con una Legislazione adeguata ed efficace, chiara e categorica, libera da forme di burocratismo che ne svilisce l’applicazione e diluisce la responsabilità sia degli Enti Locali che dei soggetti.

Deve inoltre, lo Stato Italiano, provvedere al ruolo integrativo a livello economico qualora l’Ente Locale risultasse inadempiente per carenza di fondi. Come affrontare il “bubbone” malattia mentale ?

Con una Legge-Quadro Nazionale per incarnare quei principi innovativi delle Conclusioni di quella “Indagine Conoscitiva” del 16 luglio 1997.

E’ necessaria una legge-quadro per :

  1. tutelare la dignità e la salute dei sofferenti psichici;
  2. adottare servizi specifici in strutture adeguate;
  3. garantire la sicurezza di tutti i cittadini.

 

  1. Ancora una volta vogliamo “indirizzare” le Istituzioni per tenere conto in maniera precipua due necessità:
    1. l’autorizzazione al TSO ( Trattamento Sanitario Obbligatorio ) anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni;
    2. la realizzazione di Strutture Territoriali di Riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravi un carico insostenibile di disagio, costi, pericoli e sacrifici.

 

Queste due modifiche o necessità, sono da adottare, ripeto, con le dovute garanzie di rispetto del paziente e dei suoi familiari ( come sosteniamo, fra altre necessità, nelle n/s Petizioni.)

Purtroppo non hanno trovato attenzione in Parlamento il Testo Concordato Burani-Procaccini, “sparito misteriosamente dall’aprile 2005 dall’Agenda Parlamentare, dove era “abbinata” al Testo Unificato la n/s Petizione n.23. Dopodiché il nulla !

2.) Per i Servizi di Riabilitazione la competenza deve passare alle Regioni, onde consentire una più rapida rilevazione dei comportamenti anormali di pazienti noti o di persone ignote. Purtroppo la psichiatria continua ad essere “dimenticata”, malgrado l’evidenza di un’area di disagio estremamente critica ed in continuo aumento.

3.) La “problematica” non è solo Sanitaria, in quanto l’Aspetto Sociale non è secondario; mancano sostegni economici alle famiglie che si prendono in carico l’assistenza dei pazienti, il famoso “Dopodinoi”, cioè un Fondo economico nel quale confluire quelle parti di patrimonio ecc. che in eredità andrebbero ai “malati” il giorno che resteranno soli.

4.) Adeguamento degli assegni di assistenza per chi ne ha diritto, comunque, 285,66 euro mensili di media consentono solo di sopravviver e costituiscono una autentica vergogna per un Paese che dice di essere civile e consentono solo di sopravvivere ). Tematiche che competono ai vari Ministeri.

5.) La prevenzione dei disturbi di comportamento  e di psicopatie in età evolutiva in Italia non è stata mai affrontata pur sapendo ed a conoscenza del Mondo Medico che questa preventiva azione può consentire le psicosi ed in particolare la schizofrenia in modo migliore e più efficace. E’ “raccomandata vivamente” dalla Risoluzione del Parlamento Europeo n. 2006/2058 (INI).

6.) Un servizio di pronto intervento a domicilio.

7.) La possibile attivazione della ricerca scientifico-farmacologica sulle malattie mentali.

8.) Il riconoscimento della deducibilità dal reddito complessivo agli effetti IRPEF delle spese socio-alberghiere per “ricoverati” in strutture private o religiose pere i dimessi dagli ex-ospedali psichiatrici.

9.) La chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari( oggi 2019 divenuti REMS ( Strutture Sanitarie gestite dalla Sanità Territoriale e di quelli Privati o Convenzionati. Una altrettanta     vergogna in difformità delle leggi 180 e 833.!

10.) Nuove terapie in psichiatria evitando il ricorso all’elettroshock, ai psicofarmaci.

11.) Aumento dei posti letto da 15 a 30 anche per i minori.

12.) Riqualificazione degli Operatori Sanitari.

13.) Come sono stati utilizzati i proventi dalle alienazioni di ex-aree degli Ospedali Psichiatrici.

14.) L’uso di parte del gettito dell’8/000 dell’IRPEF a sostegno di progetti di strutture. Inoltre oltre i normali finanziamenti previsti dal Servizio Sanitario Nazionale, l’utilizzazione di una parte dei proventi derivanti dalla gara per le licenze UMTS ( Universal Mobile Telecomunication System ) il telefonino di 3° 4° ecc. generazione.

15.) La promozione di una Indagine Parlamentare :

a.)  sulla situazione in atto dell’assistenza psichiatrica;

b.) sull’uso ventilato dell’applicazione del braccialetto elettronico sui detenuti” in OPG e sull’uso illegale dell’elettroshock

    1. conoscere quale “collocazione” è stata disposta per le pensioni non riscosse, depositi bancari, postali od altro giacenti nelle banche od uffici postali:

16) Dotare le strutture di ricovero di spazi verdi esterni.

17.) L’emissione di un Testo Unico per raccogliere le diverse normative sull’handicap oggi troppo frammentate:

18.) Richiesta della Relazione Trimestrale del Ministro della Salute sulle iniziative adottate a livello nazionale e regionale. L’ultima Relazione del Ministro della Salute risale al 21 gennaio 2005.

19.) L’indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione”  sul tema della malattia mentale come ipotizza la “Commissione Europea – Direzione Sicurezza Sociale Integrazione delle Persone con Disabilità, Ufficio di Bruxelles in risposta a n/ richiesta prot. n. 15406 del 14 novembre 2000.

Ma perché chiedere una  nuova Indagine Parlamentare ?

Perché i risultati sono sempre negativi.

Cito l’ultima : nella XIV° Legislatura il Documento Conclusivo sull’Indagine Parlamentare autorizzata dal Presidente del Senato della Repubblica in data 28 novembre 2005 “sullo stato dell’assistenza psichiatrica in Italia e sull’attuazione dei Progetti-Obiettivo per la tutela della salute mentale”, inizia con questa letterale affermazione ; “ La definizione di salute mentale è ancora lontana dall’essere universalmente condivisa; ciononostante, non si può negare che la logica basagliana – per cui la malattia mentale rappresenta una condizione sociale da accettare e non vera e propria patologia da curare – si è rilevata essenzialmente fallimentare e quindi intrinsecamente debole”. ( Resoconto Sommario Senato della Repubblica n.312 del 1 febbraio 2006 ).

Come proseguire nell’applicazione di quella legge-quadro ?

A n/s parere l’Ente Pubblico che dovrebbe porre in essere la legge-quadro nazionale sopra auspicata sul riordino dell’assistenza psichiatrica è la Regione nei modi che suggeriamo :

1.) ogni Regione dovrebbe censire i “soggetti” interessati all’assistenza, per poi offrire strutture idonee sia per accogliere i malati e sia per la terapia:

2.) secondo il principio di sussidiarietà dovrebbero essere coinvolti gli Enti Locali Territoriali presenti nelle singole Regioni, cioè la Provincia ed il Comune che non dovrebbero mai essere assenti, come attesta  al punto 40) la Risoluzione n.2006/2058 INI del Parlamento Europeo;

3.) si è indicata la Regione solo per motivi di funzionamento, in quanto né le Provincie né i Comuni sono in grado di svolgere un compito così delicato;

4.) il coinvolgimento della Regione, si formalizza a livello economico, sociale, assistenziale e decisionale;

5.) al primo posto vanno indicate le cure terapeutiche, affidate a specialisti di comprovata esperienza, coadiuvati da personale ausiliario;

6.) la Regione deve programmare la creazione di strutture di accoglienza degne della persona-malata nel rispetto della sua dignità. Quindi nessuna delega a strutture alternative per la funzione di cura ed assistenza. L’eventuale delega per necessità a strutture private deve sottostare al controllo degli organismi di tutela.

Quale altro organismo è necessario ? Nel difficile processo di riorganizzazione un ruolo rilevante e molto importante potrebbe svolgere la famiglia, la quale dovrebbe impegnarsi a fornire al “congiunto bisognoso” tutti quei mezzi che giovano alla sua salute e nello sforzo di aiutare gli handicappati psichici non può essere assente la Comunità Ecclesiale, sia a livello Diocesano che Parrocchiale.

La n/s Associazione ha sempre cercato di considerare il problema di primaria importanza nonostante si siano spente le luci e sia calato il sipario su quello che è e deve essere ritenuto un vero dramma in un clima di vera emergenza per la comunità tutta di fronte alla quale sono auspicabili delle opportune modifiche Legislative.

Il cittadino crede possibile una riforma della Legge sulla malattia mentale oggi che si “predica” la stagione delle riforme ?

La politica “starnazza” riforme, ma non vedo alcun intenzione né dal Governo, né da nessuna parte Politica andare verso una riforma, anche se è in gioco la sicurezza dei cittadini, per le violenze, dettate da menti psichicamente instabili, nei confronti dei quali a volte si scatena  una violenza inaudita. Le lacune della attuale gestione della patologia mentale sono dovute in parte alla carenza di cure e strutture residenziali terapeutiche che affrontino il problema, anche dei pazienti che necessitano di cure prolungate e non che ricevono qualche pillola.

A proposito, in tema di pazienti che necessitano di cure prolungate e costose, cos’è il “budget del ricoverato”, oggetto di una curiosità morbosa da parte dei mass media.

In breve, secondo un terribile progetto, tutto da verificare, la Sanità avendo risorse modeste, si dice, pare che debba stabilire delle priorità, come quella della concentrazione della Spesa Sanitaria orientata verso giovani pazienti malati acuti, tralasciando quei pazienti, malati cronici, in quanto per ragioni di risparmio, finito quanto stanziato in bilancio per questi malati, verrebbero dimessi dalle strutture ospedaliere in qualsiasi condizione di salute si trovino, ancor più grave se trattasi di disabili, in tarda età od in fase terminale.

Se questo avviene, allora non ho nessuna remora nell’affermare che trattasi di eutanasia al di “fuori”, per il momento, di ogni Provvedimento Legislativo e dall’Ordinamento Giuridico Italiano. Il Parlamento, al quale ho inviato una urgentissima Petizione deve risponder e farci conoscere la verità alla pubblica opinione.

 

E con la parola del Santo Giovanni Paolo II°: “ Andiamo avanti con speranza ”.

Previte

 

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