“Fine della Vita”: Documento della Conferenza Episcopale Italiana

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Papa Francesco

Sul fine vita, la Conferenza Episcopale Italiana e alcune Confessioni Religiose hanno approntato un Documento interreligioso, che verrà pubblicato tra alcuni giorni dal titolo “ Manifesto dei diritti nei percorsi di fine vita “, con l’obiettivo di far apprendere come nella cura di un paziente morente, la Fede ed il rispetto delle pratiche religiose non possano essere ignorate, dimenticate, sminuite.Il Testo è composto da nove articoli i quali hanno la funzione di definire, in diversi modi, il diritto al riconoscimento della propria sfera religiosa, spirituale, cultuale. Certamente il momento del fine vita di una persona è estremamente delicato, quindi la Struttura Sanitaria deve sommare al percorso medico anche il rispetto della dimensione religiosa di quelle pratiche , anche riguardo al momento del fine vita stesso, sono diverse da confessione a confessione e di questo l’Ospedale, la Clinica e la struttura Ospedaliera devono prendere coscienza per poter dare al paziente morente una vera e piena assistenza.In analisi questo Documento tende a contrastare le spinte eutanasiche che oggi sono più che mai prepotentemente in auge .In favore della vita contro la morte, come insegna la Raccomandazione n. 776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa che afferma “ che il Medico deve placare le sofferenze e che non il diritto di accelerare il processo di morte”.Oggi così come è presentato questo delicato argomento nella Politica, col P maiuscolo come dice Papa Francesco, a tratti quasi a corrente alternata, si corre il rischio di considerare la cosiddetta pietà per le sofferenze insopportabili od altre motivazioni, come strumento che porta all’eliminazione della vita, ritenuta da alcuni non più di valore. Si tratta di “supposizioni che “non sono diritti deboli, ma diritti dei deboli” come argutamente dice il Cardinale Dionigi Tettamanzi in un suo libro molto pericolose perché potrebbero coinvolgere malati di Alzheimer, malati psichici, handicappati fisici, pazienti anziani o con gravi patologie, bambini anormali, come in Gran Bretagna che è stato chiesto alla Suprema Corte il suicidio assistito per i depressi ( un relativismo incosciente, aberrante, antisociale ! ) ed ora in Francia su una persona in stato di incoscienza .In Italia il principio fondamentale di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, assieme a quello di libertà, pari dignità, solidarietà sociale, è affermato dall’art. 3 della Costituzione Italiana .Sarebbero quindi contrarie alla stessa quelle eventuali “norme giuridiche” che concedessero ad una categoria od a singoli individui particolari privilegi non riconosciuti alla generalità delle persone, perché ciò violerebbe il principio della uguaglianza di trattamento dei cittadini . Ma insiste anche l’art. 25 della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU dove è sancito che si deve “ridurre al minimo e prevenire ulteriori disabilità, anche durante l’infanzia e l’età avanzata” cioè aborto onde prevenire complicazioni future e frenare la diffusione di handicap genetici, per “eliminare” figli imperfetti e/o evitare la pratica dell’eutanasia per eliminare la vita senza senso e l’art.25 /f precisa “ impedire il rifiuto dell’Assistenza Sanitaria, dei Servizi Sanitari nonché di alimenti o liquidi a causa della disabilità”, come si è ripetuto in Francia .Alla pari “dignità sociale”, più volte richiamata e poco incarnata dalla n/s Costituzione, ne discendono i così detti Diritti Sociali, nonché direi doveri , come il diritto ad ottenere dallo Stato determinate prestazioni a favore di bisognosi, di Assistenza Sanitaria, cure gratuite per gli indigenti, addestramento professionale per gli invalidi (art.38) la protezione della madre e del “ Eutanasia senza consenso sulla persona incapace di esprimersi “ ?La Dichiarazione dal titolo “ Fine vita per un impegno di solidarietà e di fraternità” è la descrizione dei Vescovi Francesi, i quali sono contro qualsiasi revisione della legge sull’eutanasia o sul fine vita che non abbia a cuore “ il rispetto dovuto ad ogni persona in fin di vita ”. I Vescovi francesi sono contro qualsiasi revisione della legge sull’eutanasia o sul fine vita che non abbia a cuore “ il rispetto dovuto ad ogni persona in fin di vita ”. Il Consiglio Permanente dei Vescovi di Francia firmando quella esplicita Dichiarazione in cui la Chiesa Cattolica di Francia ribadisce un secco “no all’accanimento terapeutico”, precisano un no a qualsiasi atto volto ad “aiutare un malato a mettere lui stesso fine alla sua vita o deliberatamente causare la morte di un paziente su sua richiesta” compreso quello della persona in stato di incoscienza “ di una eutanasia senza consenso della persona divenuta incapace di esprimersi “ .“Migliorare la legislazione” scrivono i Vescovi ,” non significa cambiarla radicalmente. L‘argomento è troppo serio per non procedere con prudenza”, mentre “ nessuno può deliberatamente causare la morte, anche su richiesta di una persona gravemente malata” , aggiungono i Presuli , “senza violare un divieto fondamentale, “non uccidere” che è uno dei più importanti requisiti morali di ogni società e, per i credenti cristiani, un Comandamento di Dio.È il fondamento di tutta la vita sociale rispettosa degli altri, soprattutto dei più vulnerabili . Ma cosa è l’eutanasia ? E’ il procurare la morte delle persone la cui vita potrebbe essere compromessa da una malattia inguaribile, da una menomazione, da una condizione di natura psichica grave .Ancora una volta dobbiamo ritornare su di un argomento, l’eutanasia, che non si può concepire su ognuno di noi, cristiani o non cristiani, specialmente in coloro di una certa età ed in certe condizioni di salute . Attorno a quei emblematici obiettivi : eutanasia, accanimento terapeutico, testamento biologico cui la Politica ci vuol far giungere ad ogni costo in Italia, se ne “parla” troppo, a volte in maniera impropria, ciononostante brevemente esaminiamo queste “circostanze” .Nell’antichità il vocabolo eutanasia significava una morte dolce, vale dire senza sofferenze, mentre oggi si interpreta quale intervento diretto ad attenuare il dolore della malattia e dell’agonia . Nell’odierna interpretazione l’accanimento terapeutico è costituito da una serie di interventi Medici sul malato in fase terminale, la cui terapia potrebbe risultare essere inefficace, una “via” compiuta allo scopo di evitare ulteriori sofferenze al paziente con il fornire forti dosi di stupefacenti .Il testamento biologico, incarnato ancora oggi in nessuna legge, trattasi di una la dichiarazione anticipata di volontà di una persona in relazione alle terapie che intende siano proposte nel caso di malattie o gravi lesioni cerebrali, cioè il consenso informato, vale a dire l’autodeterminazione del paziente a garanzia di cure palliative e tutte le terapie del dolore disponibili.Da tempo, anche in Italia, si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia e su questo argomento che riteniamo molto importante, fermiamo la n/s attenzione, ancora una volta rinnovato dal caso francese .Purtroppo queste vicende umane vorrebbero spingere la società ad essere selettiva sulla vita e sulla morte dei suoi membri, quello che si chiama omicidio, una uccisione intenzionale, una omissione di soccorso attraverso una anche se impropria, ripeto, “licenza di uccidere”: budget del ricoverato .In parole povere : la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, confortare nel rispetto della libertà la dignità della persona, impegno a fanciullo (art.31).Ora, Signori della Politica, non si può più indorare la pillola come attualmente si cerca di fare con il presentare “casi dolorosi od altro” che insidiano la salute e la vita. Il valore della vita dipende per i cristiani dalla capacità di seguire il rapporto della persona indicato dalla Fede e per i non credenti dal rispetto della dignità e della libertà umana come nel caso francese .Con le parole del Santo Giovanni Paolo II° “Andiamo avanti con speranza!” (NMI, 58).Previtehttp://digilander.libero.it/cristianiperservireLa nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto né gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti .

Papa Francesco

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