Eutanasia: é licenza di uccidere? Finiamola di speculare sul dolore umano!

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Si ri-parla oggi 2017 con troppa enfasi di eutanasia, speculando anche su dolore umano, come nel caso Fabio che si è “ucciso” in Svizzera !

Ma cos’è l’eutanasia, che da 75 anni se ne parlava quando andavo a Scuola  ed oggi 2017 se ne “sparla” ! E’ il procurare intenzionalmente la morte alla persona, al malato, a colui che non può più sopportare il dolore, soprattutto a quello la cui vita è compromessa da una patologia disgregante, da una menomazione grave, da una condizione di natura psichica.

Nel periodo antico la parola eutanasia era considerata quale morte dolce senza sofferenze atroci, mentre oggi viene definita, nel bene o nel male, intervento della medicina diretta ad attenuare i dolori della malattia come quello compiuto da Fabio, cieco e tetraplegico da 3 anni in seguito ad un incidente d’auto, che si è “ucciso” in Svizzera in un ultimo stadio preagonico .

La parola eutanasia, oggi viene anche intesa, quanto può procurare la morte per pietà, allo scopo di eliminare le sofferenze per bambini anormali, malati terminali, anziani non autosufficienti, “azioni” definite a non prolungare una vita infelice.

Ma “togliere” o “togliersi” la vita per noi cristiani è contro la Morale Cattolica, contro ogni forma di attivazione di snaturare la vita, mentre vi è voglia di vita e del vivere, un valore che va difeso e se indifeso si può andare incontro a discriminazioni inique o distruttive.

In Italia il cammino verso l’eutanasia e la sua eventuale legalizzazione, salvo il ricordo della Germania nazista che ne ha proposto il triste primato, l’ha introdotta la teoria social-liberale con una proposta di legge dell’On. Loris Fortuna, mirando a disciplinare la sospensione delle terapie straordinarie destinate a prolungare inutilmente una vita.

Il diritto a far valere l’affermazione del si e del no all’eutanasia, al di fuori dei singoli avvenimenti, è una manifestazione della volontà che l’uomo ha di se stesso, della vita, della sofferenza e della morte, ma tra Legge dello Stato e Legge che ogni persona porta nella propria coscienza potrebbe portare alla considerazione che ciò che è ritenuto legale, come la possibile emanazione di una Legge sull’Eutanasia, non è morale per l’uomo.

Oggi insiste nella politica l’accanimento terapeutico, che sarebbe una serie di interventi medici sul malato in fase terminale, mentre il testamento biologico è la dichiarazione anticipata di volontà, cioè il consenso informato e l’autodeterminazione del paziente, a garanzia di cure palliative e tutte le terapie del dolore disponibili.

Ma da molto tempo se ne parla troppo, mentre siamo di fronte ad una superficiale cultura che sottrae alla ragione il perché si soffre e si muore ed è necessario, quasi impellente, affrontare con la logica le motivazioni di ricorso all’eutanasia.

E’ inconcepibile e stranamente contraddittorio che una società come la nostra, che continua a riaffermare, giustamente, il valore della vita (no alla guerra, no alla pena di morte, no al terrorismo), nega questa vita attraverso il tentativo di instaurare quel presunto “diritto di  licenza di uccidere” .

E’ necessaria, ancora, la partecipazione di noi tutti, cristiani o non cristiani, di considerare il nostro prossimo, perché il dolore e specialmente la solitudine non condannino nessuno alla disperazione ed ancora una volta dobbiamo ribadire alle Istituzioni che vi sono altre priorità rispetto ad atteggiamenti di accanimento terapeutico, di considerazioni di future iniziative per testamenti biologici o quant’altro !

Potrebbe esse un monito, ma si corre il rischio di andare dalla pietà per le sofferenze insopportabili, alla vita senza valore, come episodi quasi giornalieri che si verificano, situazioni che potrebbero coinvolgere innocenti, malati terminali, anziani non autosufficienti, bambini o disabili psico-fisici :

Per le persone in fase terminale, con tutta la considerazione ed il rispetto per questo “evento”, occorre aiutarli all’accettazione aspettando che la natura compia il suo ciclo, mentre gli psicologi dicono che la richiesta di morire è un forte grido di non essere lasciati soli nella drammaticità della vita che termina.

Per noi Cattolici l’eutanasia è un’offesa alla dignità della persona umana ! E’ un crimine contro la vita ! E’ un ’attentato contro l’umanità !

Nel rispetto dei valori etici e sociali, che una quasi giornaliera diffusa psicopatia vuole distruggere il concetto della vita considerandosi autonoma e svincolata da ogni rapporto umano e sociale ritenendo la persona un “ oggetto usa e getta “, il mondo civile la singola persona la ragione e la logica non chiedono di morire , ma di vivere.

La famiglia tradizionale, “martellata” oggi purtroppo in maniera pressante, densa di “stress” ingovernabili, continua a mantenere la promessa di fedeltà dei coniugi, a farsi carico dei figli, ad aiutare i propri genitori anziani, soprattutto a curare i propri membri malati e disabili, a dispetto di questo mondo egoista ed amorale ed una “parola di speranza” è e resta quella che si instauri o si restauri per il bene di tutti quell’istituzione naturale che è la famiglia, motore universale della continuazione dell’uomo .

Solo il Creatore ha diritto di vita o di morte !

 

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II° :”Andiamo avanti con speranza !”

Previte

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