Ancora una volta ignorati i disabili psico-fisici!

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Nell’ultimo “atto” altalenante del teatrino della Politica e del Governo Gentiloni, il quale nel Suo intervento in Parlamento non ha evidenziato la situazione in cui si trovano la moltitudine d’indigenti, di sofferenti, dei disabili psico-fisici, ma  ancora una volta, come altri, li ha ignorati !

Il 13 maggio 1978 il Parlamento Italiano approvava la legge 180 ispirata dalle teorie dello psichiatra veneziano Franco Basaglia, che poneva fine all’istituzione manicomiale e che il “Manicomio” non era un luogo di cura, ma un’Istituzione da abbattere, mentre sono passati ben 38 anni dall’emissione di quella Legge che ha abolito i Manicomi, il Parlamento ed ora anche il Governo in carica tacciono su una questione d’ordine sociale molto rilevante.

In origine mentre i trattamenti innovativi prevedevano il blocco dei ricoveri, a tutt’oggi fine 2016 poche cose sono cambiate non solo dal punto di vista della terminologia, ma anche per la carenza di aiuti alle famiglie di questi “desaparecido della nostra civiltà.”

E’ una “fermata della diligenza” di cui lo Stato Sociale non ha saputo o voluto cogliere l’esigenza  di una priorità, perché non è stato sufficiente destituzionalizzare il mondo della sofferenza psico-fisica per una pseudo integrazione nel mondo della società civile, ma che era ed è necessario ed urgente intervenire per restituire il rispetto del diritto non solo come “malato”, quale “persona” da beneficiare di norme giuridiche ed economiche, necessità che non possono prescindere dalla realtà quotidiana.

La legge 180 e la legge 833 emanate prive del Regolamento d’Applicazione e ne ha proseguito l’iter del non concludere, non hanno previsto strutture alternative ed adeguate, organizzazione dei Servizi, perché non vi è stata una serena valutazione dei limiti terapeutici attuati nell’epoca, stabilendo che la malattia mentale è un problema sociale, in cui il “malato” è stato assimilato all’emarginato, all’handicappato, all’anziano non autosufficiente.

 

Con l’entrata in vigore della “legge regina” rubricata al n. 180/1978 :

1.)   per decenni Basaglia ha cercato di curare i malati psichici fuori dagli Ospedali Psichiatrici ;

2.)  viene vietata la  riapertura e la costruzione di nuovi “manicomi”, introducendo la norma che “accertamenti e trattamenti sanitari sono volontari”;

3.)  il TSO ( Trattamento Sanitario Obbligatorio) è a base di farmaci antipsicotici e dura solitamente 7 giorni, deve essere richiesto da uno psichiatra, firmato dal Sindaco e convalidato del Giudice Tutelare;

4.)  tutti gli interventi relativi alla cura,  prevenzione e riabilitazione devono essere attuati di norma dai Servizi e dai Presidi Psichiatrici extra Ospedalieri.

In quel di norma si nota tutta la lacuna in cui la psichiatria ha vissuto e vive tutt’ora in aperta ambiguità perché :

a.)   si dà il mandato al privato con costi elevati per cura;

b.)  nei Reparti Ospedalieri a volte non esiste la presenza psichiatrica ed i pazienti vengono sottoposti a terapie massicce di farmaci tanto da renderli socialmente accettabili e poi dimessi, per essere riammessi qualche settimana o mese dopo.

 

In breve la legge ha due movimenti d’interpretazione, perché alcuni sostengono che :

1.)   la legge 180 va rivista, rimodernata, mentre il privato “copre” il 50% delle esigenze del pubblico con alti costi ,

2.)  bisogna potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale ; reinserimento lavorativo ; prevenzione. Siamo favorevoli al potenziamento dei Dipartimenti, ma contrari a quanti sostengono per nessun ricovero od Ospedalizzazione Pubblica, negando la cronicità (forse pensando di curare con la buona parola in alberghi a 5 stelle), favorendo in tal modo il lucro ed i business privati, come in atto sussiste !

Onde consentire una più consona realizzazione delle strutture intermedie ed alternative previste dai “Progetti-Obiettivi della salute mentale” è opportuna la realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagi, costi e pericoli, con servizi specifici in strutture adeguate, l’autorizzazione al TSO obbligatorio, anche in assenza del consenso del paziente almeno in determinate condizioni, la prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età giovanile .

Le norme che regolano la 180 vanno rivedute in una proposizione che renda ragione e giustizia, perché ancora oggi questa “problematica” ha compiuto un cammino tra demagogia e conflittualità ( dobbiamo sottolineare che il concordato Testo Unificato Burani-Procaccini sulla riforma dell’assistenza psichiatrica è letteralmente sparito dall’agenda parlamentare dall’aprile 2005: quelli che hanno compiuto questo pateracchio ne dovranno rispondere alla loro coscienza !

A 38 anni dall’emissione della legge 180, insiste una sola domanda : mentre le famiglie sono rimaste sole e con esse la società, su una realtà così sconvolgente, quali risultati qualitativi sono stati raggiunti ?

Purtroppo passano mesi, per non dire anni, prima di “rivedere” questa situazione che dura da ben 38 anni, perché con le prossime elezioni politiche ormai alle porte il “problema” verrà accantonato e la possibilità di emanare provvedimenti finanziari volti a sostegno delle famiglie seppur giusti, ma  poco per le famiglie dei disabili psico-fisici.

Dobbiamo ricordare, ancora una volta fino ad essere petulanti, che è anche famiglia quella che continua a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi, a farsi carico dei propri figli, ad aiutare i propri genitori anziani, soprattutto, a curare i membri disabili o svantaggiati.

Non ci aspettavamo soluzioni immediate, ma eravamo aperti alla speranza quando avevo in 9 punti “offerto” al Governo Berlusconi il 17 marzo 2005 nella Sala Verde di Palazzo Chigi una seppur precaria immediata soluzione delle priorità verso i “malati” psico-fisici.

Alla politica vogliamo dire che non aspiriamo e non siamo così ingenui da immaginare “soluzioni” a questa “problematica”  sol perché non le facciamo valere con cortei od altre manifestazioni di piazza, ma vedere come tutti i santi giorni polemiche o stupide ripicche che riempiono le giornate politiche tralasciando le priorità, non è politica questa specie quando a pagarla fior di sudatissimi quattrini è la gente onesta..

 

Ancora una volta dobbiamo ribadire che non basta solo denunciare sperperi o tagliare spese inutili, era ed è necessario che questi “accorgimenti” portino ad un concreto cambiamento, ma dobbiamo constatare che forse non riescono a recepire il “problema” sopra citato coloro che queste gravi disgrazie non l’hanno in famiglia e che pertanto non pesano sulla pelle della politica ( col P maiuscolo !)

Una coerente solidarietà sociale non deve essere quella della superficialità o della esteriorità a sostegno delle famiglie (categoria che in politica ognuno si sente di difendere ora !), ma di impegno comune per rimodellare la società, come anela l’opinione pubblica, secondo le necessità, i valori ed i principi di autentica etica civile.

Dostojevski , il celebre poeta russo, diceva che una società va giudicata a secondo del trattamento che riserva ai malati di mente.

Il livello di civiltà si dimostra e si evidenzia nel rispetto della persona. Di ogni persona!

Sperare che si possa aprire uno spiraglio di mutamento nell’attuale situazione italiana è forse utopia, perché è un continuo naufragare in questo mare del silenzio e del disinteresse delle Istituzioni.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II° : ” Andiamo avanti con speranza !”

Previte

 

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

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