La dignità ed i diritti delle donne, ormai , sono continuamente offese da violenze fisiche e verbali!

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Questo è quanto avviene in Italia ancora oggi luglio 2016, dove la dignità e i diritti umani delle donne continuano ad essere violati in particolare dalla persistente piaga della violenza sessuale e fisica contro di esse in famiglia, dove pace, amore, solidarietà sono parole cancellate dal n/s linguaggio. E dico poco !

violenza_donneNegli anni e nelle diverse situazioni le donne hanno dimostrato di essere per un cambiamento, riconciliazione e ricostruzione nell’ambito delle loro famiglie, rivestendo pure un ruolo vitale, dove anche Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Amoris laetitia” esprime questa opinione. sull’amore nella famiglia.

Il Pontefice “ha puntato il dito” contro i “vergognosi” maltrattamenti contro le donne, la violenza domestica, le varie forme di riduzione in schiavitù, piuttosto che una dimostrazione di potere maschile” dove ha sottolineato “ sono atti codardi di “viltà”, aggiungendo che la violenza verbale, fisica e sessuale che le donne sopportano in alcuni matrimoni “contraddice la natura stessa dell’unione coniugale” assistendo e proteggendo al contempo le vittime, sia a favorire “l’adozione di misure per porre fine all’impunità” dei responsabili.

San Giovanni Paolo II la evidenziò già nella “Lettera alle Donne” del 1995, facendo riferimento per una parità di lavoro, condizioni, protezione delle madri che lavorano, giusti avanzamenti di carriera, uguaglianza fra i coniugi nel Diritto di Famiglia.

La “preoccupazione” della Santa Sede, del Pontefice, dei Vescovi è per il rischio che tale impegno per l’uguaglianza possa però essere ostacolato da “altri obiettivi e interessi” che impediscano misure efficaci e tempestive, richiamando le Istituzioni ai loro doveri anche sociali.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì nel 1999 la “ Giornata Internazionale per l’eliminazione delle violenze contro le donne”, dove era ed è inderogabile per ogni connivenza sociale proseguire nella riflessione di questo, ormai, deplorevole fenomeno che quasi giornalmente avviene in ogni Paese.

La lotta contro la violenza sulle donne, oggi, si è spostata con estrema escalation nelle famiglie ed ora anche contro i bambini, disabili, emarginati e persone indifese e la rievocazione che avviene il 25 novembre di ogni anno, nel contesto della questione e condizione femminile, è dovuta anche per la conseguenza derivante da un lungo ciclo di scarso protagonismo culturale, sociale e politico della donna .

Forse la donna è protagonista involontaria di effetti negativi per la carenza di servizi sociali allorquando ha in famiglia persone deboli, ammalate, indifese, ma il diritto riconosciuto alla donna di partecipare alla vita sociale, è parzialmente messo in dubbio e non del tutto ”svanita” l’abitudine di addossare alla stessa la soluzione dei molteplici bisogni e problemi connessi alla vita familiare, divenendo, forse, quella violenza domestica oggi sempre più ricorrente .

Questo avviene specialmente quando sono necessarie strutture sociali atte alla cura di congiunti malati in stato vegetativo, in fase terminale, alla prevenzione cura, inserimento sociale di malati psichicamente instabili in quelle famiglie dove si potevano evitare episodi crudeli nei quali figli hanno ucciso padri, madri, dove madri uccidono i propri figli, padri uccidono moglie e figli, come le tragedie familiari passate o sempre più recenti .

Molte sono le criticità sul fronte sanitario e le emergenze che si profilano all’orizzonte per tutelare il diritto alla salute e la sicurezza specie per la donna.

Non ci possiamo esimere nel non ricordare quelle donne, madri, sorelle vittime indifese di violenze d’ogni genere, soprattutto di stupri ricorrenti, che lasciano nella “vittima” profondi solchi quasi irreparabili di natura spesso psichica.

Ormai sono solite le rievocazioni di fatti in questi giorni ampiamente riportati dai mass media, dove con la scusa alle volte troppo giuridica per la incapacità dei protagonisti, sono considerazioni etiche sulle quali dovrebbe calare il “sipario” del pietoso silenzio, perché l’attenuante, cioè l’incapacità dell’intendere e del volere, come, spesso si vuole far apparire, non interrompe l’aggravante per il fattaccio avvenuto.

Indubbiamente la dimensione del “fenomeno” è significativa e pare allargarsi in maniera tale che necessita di più consistenti “interventi legislativi” già adottati, per dare risposte alle necessità di congiunti costretti a far fronte quotidianamente a fatti che logorano le loro resistenze psichiche e fisiche in una silenziosa sofferenza.

La Costituzione Europea, mi permetto ricordare, allontana le inquietudini e nel contempo traduce i dubbi e le attese dei cittadini, rafforzando la lotta contro l’esclusione sociale garantendo la protezione della famiglia nel Titolo 4°artt.93-94-95, il rispetto della persona e della salute umana di tutti ed in qualsiasi situazione, salvaguardando la non discriminazione di cui al Titolo 3° art .II-81,Parte 3° art.III-118,Capo 5° Parte 3° art.III-278.

La “problematica femminile” di difesa, anche a livello europeo, non può essere considerata alla stregua di un’appendice di un settore e questo è il significato del ricordo per l’eliminazione della violenza contro le donne che sancisce l’importanza di taluni valori fondamentali etici e sociali.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II°: “ Andiamo avanti con speranza “!

Previte

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