Cuneo, ragazzo sordo impara la geografia con le cartoline

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Non riusciva a ricordare le spiegazioni fatte dalle sue insegnanti, così è nato il progetto

Superare ogni limite e confine per insegnare la geografia. Anche grazie alle cartoline giunte da tutto il mondo. Tutte indirizzate ad Umberto, un ragazzo di 13 anni che frequenta la scuola di Vezza d’Alba, piccolo paese del Roero in provincia di Cuneo, dove le insegnanti di sostegno Cristina Morone e Roberta Neirotti, dell’istituto dei sordi di Torino che segue il ragazzo da otto anni, con l’appoggio della dottoressa Valentina Foa, hanno pensato a un progetto che lo aiutasse nello studio. Perché Umberto, che frequenta la terza media, è un ragazzino speciale affetto da sordità. Anche per questo non riusciva a ricordare le spiegazioni fatte dalle sue insegnanti

Le maestre

«Così abbiamo avuto l’idea delle cartoline- spiegano le due maestre-. E le abbiamo trasformate in un supporto per lo studio». È bastato un appello sui social per riuscire a farsi spedire centinaia di cartoline da ogni parte d’Italia. Proprio quelle che si mandano ad amici e parenti quando si va in vacanza e che, al pari degli amici di penna, possono raccontare storie e avvenimenti. Un vero libro fatto di cartoline più divertente del sussidiario e delle cartine appese in classe, quasi meglio anche di Google Maps. «Chi si aspettava un successo del genere – dicono incredule le insegnanti-. A rispondere sono stati coetanei e non, da ogni parte della Penisola». Immagini arrivate da ogni parte d’Italia, dal nord al sud, dalle montagne al mare passando per la pianura. Umberto ha imparato a sistemarle sulla cartina, poi dopo aver tradotto in Lis (la lingua dei segni) i messaggi che venivano scritti per lui, perfino risposto ad ogni biglietto.

Il Carnevale di Ivrea

«Le cartoline si possono toccare e annusare e raccontano una storia- dicono ancora le insegnanti -. Tradurre una sequenza di concetti in una storia rappresenta un mezzo di forte facilitazione e immedesimazione. Prendiamo l’esempio della cartolina arrivata da Ivrea. Raccontava del Carnevale. Da lì siamo partite e abbiamo raccontato la storia della città, delle sue peculiarità e dell’industria nata con Olivetti».

Vale anche con le scienze: l’album di pianeti

Un modo creativo che le due docenti hanno sperimentato anche in altre materie. Ad esempio con la scienza. «In questo caso abbiamo creato un album di figurine- raccontano -. Ad ogni numero corrisponde un pianeta. E anche qui lo studio creativo ci ha dato una mano». Progetti che Roberta e Cristina hanno raccontato nel blog della scuola “Il mondo a colori”. «Umberto ha dimostrato ancora una volta che la sordità non è un ostacolo- concludono le -. Che se si vuole si può fare tutto. E il nostro obiettivo ora è quello di insegnargli a leggere l’italiano».

https://torino.corriere.it/

 

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