Erika Stefani a tutto tondo ai microfoni de La Verità. Il ministro per le Disabilità ha analizzato i principali dossier del governo e uno dei temi più divisivi è legato al green pass: per l’esponente della Lega il modello francese è molto rigido e, a suo avviso, «è bene che resti intaccata la libertà di scelta tra vaccinarsi e non vaccinarsi».

di Carmine Massimo Balsamo

Il ministro Erika Stefani e il governatore Luca Zaia (LaPresse)

Erika Stefani si è poi soffermata sul Pnrr, mettendo in rilievo i grandi interventi in programma per il mondo della disabilità: «Non esiste un capitolo dedicato, perché si tratta di una condizione che non può certo essere ghettizzata, né nel quotidiano, né tanto meno nei testi normativi. Non abbiamo bisogno di leggi speciali, ma di assicurarci che in ogni scelta vengano rimossi gli ostacoli che impediscono a una persona con disabilità di partecipare alla vita sociale».

Erika Stefani: “Usano disabili per far passare il ddl Zan”

Non poteva mancare una riflessione sul ddl ZanErika Stefani ha sottolineato che le discriminazioni sono un tema reale da affrontare e che la legge sull’omotransfobia non rappresenta il contenitore più adatto per trattare il tema. Il ministro leghista non ha apprezzato l’inserimento della parola “disabilità” nel testo dem, considerando che non sono poi previste azioni concrete, «come fosse un riferimento, diciamo così, “forzato»Erika Stefani ha rimarcato: «Le norme più scellerate sono quelle fatte di pancia, e sull’onda della piazza. Vale per tutti. Bisognerebbe sempre affrontare questi temi con serenità e senza ideologie e strumentalizzazioni. Il tema è serissimo ma potrebbe essere affrontato in maniera diversa: sul ddl Zan non c’è stato un dibattito sereno in commissione Giustizia, anche perché nel merito si è entrati poco»Erika Stefani ha poi aggiunto di avere il sospetto che l’attenzione alla disabilità sia stata utilizzata come scudo per portare avanti altre battaglie: «Vorrei che il problema delle discriminazioni venisse trattato con senno e ponderazione. Si può fare anche attraverso questa legge, ma occorre prima aprire un dibattito vero» .

 

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