Lingua dei Segni: dalle origini alla riforma Gentile

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Non tutti conoscono il significato delle sigle LIS (lingua dei segni italiana), BSL (British Sign Language), ASL (American Sign Language), LSF (Langue des Signes Française)nonostante queste lingue esistano e siano utilizzate da secoli oramai.

Difatti le prime testimonianze scritte che riconducono ai sordi ci sono state fornite dai filosofi Platone ed Aristotele.

Il primo nel Cratilo (427-347 a.C.) durante il dialogo tra Socrate ed Ermogene afferma:

“la comunicazione gestuale dei sordi è il modello di una forma naturale di espressione, fondata sull’imitazione e sulla raffigurazione”.

In seguito tra il 384-322 a.C. Aristotele si accorge che le persone sorde dalla nascita solitamente sono anche mute proprio perché dalla nascita non hanno mai avuto la possibilità di ascoltare le parole e di conseguenza, non riescono a riprodurle.

Nel 532 a.C. nel Codex Iustinianus i sordi vengono privati di alcuni diritti fondamentali tra cui: fare testamento, stipulare contratti, rendere testimonianza.

Nel 354-430 d.C. Sant’Agostino, vescovo e filosofo, sottolinea che la sordità è un male perché può comportare una mancanza di fede: Fidex ex auditu (la fede viene dall’ascolto).

Tuttavia, nel suo libro De Quantitate Animae, ha raccontato di aver visto un “sordomuto” in grado di esprimersi compiutamente attraverso la lingua dei segni.

Nel 347-420 d.C. San Gerolamo, accenna alla possibilità che i sordi possano accedere al Vangelo attraverso i segni.

Durante gran parte del Medioevo, i Sordi vengono considerati alla stregua di molte altre figure ai limiti del mondo sociale, come gli ammalati cronici o i mendicanti; viene condannata ogni loro forma di comunicazione intesa come una forma di linguaggio animalesca e incontrollata.

In realtà, una comunicazione gestuale viene usata proprio in alcuni ambienti religiosi: i monaci circensi che osservano la regola del silenzio, utilizzavano un codice gestuale per comunicare, i cosiddetti “Segni Monastici”.

Una testimonianza è rappresentata dalla raccolta del filosofo Gottfried Leibniz, del fine 600, in cui si descrivono i gesti con cui si portavano avanti le attività del Monastero.

Nel ‘500 si hanno i primi tentativi di insegnare a scrivere e a leggere un bambino sordo attraverso il supporto di immagini e la configurazione della mano.

Uno degli educatori più importanti di questo periodo, un monaco benedettino, è Padre Ponce de Leòn, il quale riuscirà ad educare alla parola e alla scrittura due suoi allievi appartenenti alla famiglia di Castiglia.

Si arriva dunque ad un bivio: metodo oralista o manualista?

Educare alla scrittura i figli sordi di aristocratici è l’unico modo per potersi riprendere i diritti fondamentali di cui i sordi sono stati privati e , nel 600, si assiste ad un vero e proprio mercato di metodi terapeutici e tecniche di educazione.

Johann Conrad Amman è il primo medico che introduce il problema di come sfruttare la persistenza di un residuo uditivo, tipica dei bambini sordi, egli educa i  suoi allievi alla parola, attraverso la percezione delle vibrazioni dei suoi organi articolatori.

Sulla scia di Amman, Pereire diventa il più noto promulgatore del metodo oralista.

Il primo istituto aperto ai sordi, abbienti e meno abbienti, viene fondato a Parigi da Charles-Michael de l’Èpée.

In questo frangente si ha l’introduzione dei Segni metodici, segni atti all’insegnamento: educare alla lettura e alla scrittura con segni che prendeva ai ragazzi sordi.

Il suo successore Roch-Ambroise Sicard concederà ad alcuni allievi sordi di svolgere il ruolo di educatori sordi: Jean Massieau e Laurent Clerc.

Nel 1815 Gallaudet viene finanziato dal padre americano di una bambina sorda per andare in Europa ad apprendere il metodo francese.

Rimane all’istituto francese per qualche mese e al suo ritorno negli USA porta con sé Clerc.

Lungo il viaggio per mare verso gli Stati Uniti, Gallaudet apprende la Lingua dei Segni Francese grazie a Clerc ed al suo arrivo fonda la prima scuola per sordi, attuando il metodo manualista.

Nonostante l’evoluzione ed i progressi che hanno caratterizzato tutto il 700, nel 1880 durante il Congresso di Milano, le principali scuole europee decretano l’esclusione dagli istituti dell’insegnamento con i segni.

Ma la Lingua non smette di esistere!

All’interno della comunità sorda e in alcuni contesti formativi ed educativi la lingua dei segni continua ad essere utilizzata.

Tuttavia a livello burocratico bisogna attendere la riforma Gentile del 1923 per mezzo della quale nascono i primi Istituti Speciali Statali per sordi dove per comunicare tra loro utilizzano la Lingua dei Segni.

Autore: Maria Soviero

Mi chiamo Maria e sono una studentessa della LIS (lingua dei segni italiana). Appassionata di ciò che concerne l’area dell’educazione e della formazione, dell’e-learning, del coding e della robotica educativa

 

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