Canone Rai: verrà eliminato dalla bolletta? Cosa succederà a settembre

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Per ora il canone Rai resta nella bolletta elettrica.

Se non altro, per questioni di tempo. L’eventuale intervento per toglierlo dalla fattura energetica infatti può trovare spazio nella bozza del disegno di legge per la concorrenza, che però è già slittato nel Cdm di settembre, quando il Parlamento riprenderà i lavori dopo la pausa estiva.

di Massimiliano Jattoni Dall’Asén

La contrarietà dell’Europa

I rumors degli scorsi giorni però hanno un fondo di verità. Negli allegati tecnici al Piano nazionale di ripresa e resilienza, il governo ha scritto il suo impegno ad aumentare la trasparenza per gli utenti nella bolletta elettrica e e di cancellare l’obbligo per i venditori di elettricità di raccogliere tramite le bollette somme che non sono direttamente correlate con l’energia. Non si parla esplicitamente del Canone Rai, ma è evidente che il provvedimento introdotto nel 2016 dall’allora premier Matteo Renzi è proprio una di quelle tasse improprie inserite nel costo della bolletta elettrica. L’Europa, del resto, non si è mai detta d’accordo con la scelta di Renzi, che comunque con questo provvedimento abbatté l’evasione della tassa in pochi mesi (dal 30% al 4%), assicurando alla Rai un flusso di ricavi sicuro pari a 1,7 miliardi di euro l’anno (dei 90 euro pagati dagli utenti in 10 rate, alla tv di Stato vanno 75,4 euro, mentre il restante è diviso tra presidenza del Consiglio e Mise come contributo al Fondo per l’editoria e per le antenne locali).

Usigrai: la Rai ha bisogno di certezza nelle risorse

Nell’attesa di sapere se in autunno Draghi deciderà per una contro-riforma, l’ipotesi di un’abolizione del canone Rai dalle bollette elettriche incassa il sostegno «a pieni voti» da parte del Codacons. «L’inserimento nel canone Rai nelle fatture elettriche ha rappresentato una vera e propria vessazione a danno degli utenti, che si sono ritrovati a pagare bollette più salate a causa della decisione del governo Renzi», è la tesi del Codacons. Per Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, «la discussione sul canone in bolletta dimostra che non esiste futuro per la Rai se non si risolve la questione della certezza delle risorse». Canone o no, in bolletta o no, « quello che interessa (a Usigrai, ndr) è che finalmente il Servizio Pubblico abbia risorse certe, di lunga durata, autonome e indipendenti. In modo da poter fare un serio piano industriale, senza dipendere anno per anno dal governo di turno».

Codacons: tempi maturi per abolizione totale del canone

Ma anche se per Codacons il canone è «a tutti gli effetti l’imposta più odiata dagli italiani», l’operazione “pagarlo tutti per pagarlo meno” voluta da Renzi ha portato un risparmio agli utenti di 23 euro all’anno. Prima della riforma, infatti, il Canone era di 113 euro, contro i 90 di oggi. Nonostante poi la Rai offra realmente un servizio di pubblica utilità (basti pensare ai tg regionali o ai sottotitoli, alle audiodescrizioni e all’offerta in lingua dei segni per i non udenti), per il Codacons tutto questo non merita sia sostenuto dai cittadini: i tempi, insomma, sono «oramai maturi per procedere ad una abolizione totale del canone Rai», conclude l’associazione, «considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria».

 

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