Sono oltre dieci milioni i malati psichici in Italia? Ma cosa pensa il “Governo del Cambiamento“?

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Dalla legge sulla chiusura dei manicomi ad oggi sono trascorsi esattamente 40 anni, durante i quali i malati sono oltre i dieci milioni in sofferenza e la psichiatria italiana ha fatto innegabili progressi, facendo tesoro delle importanti acquisizioni nel campo delle neuroscienze, di un più attento utilizzo delle discipline psicologiche e di una progressiva applicazione di nuove regole etiche a tutela dei diritti dell’ammalato mentale quali il consenso, la formazione al lavoro, la contrattualità.

Non si può ignorare l’enormità del problema che vede coinvolti oltre 10 milioni di pazienti nella nostra Italia, ma che, soprattutto, tocca la metà delle famiglie con il corredo pietoso dei disagi, delle difficoltà di relazione, del vissuto vergognoso .

Un carico pesante anche economico nell’ultimo anno il Servizio Sanitario Nazionale, né si può ignorare che la salute mentale è uno stato di benessere essenziale e fondamentale ad ognuno di noi; senza di essa non riusciamo a percepire e comprendere la realtà che ci circonda, non riusciamo a comunicare i nostri sentimenti .

Senza di essa ogni evento quotidiano, dal più banale al più importante, che sostanzia la nostra esistenza, diventa un fatto estraneo. Il malato mentale è privato del gusto e del sapore della vita, condannato a trascorrere anni e anni nella comunità senza partecipazione, senza autonomia, senza anima, quindi ne abbiamo consapevolezza ed è per questo che la tutela della salute mentale è stata inserita come priorità per la difesa dei soggetti più deboli .

Tuttavia i problemi irrisolti sono molti e solo la loro soluzione potrà liberare la Psichiatria e tutto il mondo della Salute Mentale da quella ambiguità che ancora la connota da parte dell’opinione pubblica e dello stesso mondo Medico .

I problemi più rilevanti possono essere riassunti in sei grandi temi :

1) Lo “stigma” che ancora investe, con un’ombra triste di distacco e di isolamento, non solo il malato, ma tutta la sua famiglia.

2) Il peso sempre meno sopportabile per le famiglie, che è andato inevitabilmente aumentando e che costituisce il disagio sociale e umano più rilevante.

3) La disarticolazione tra intervento Medico e intervento Socio-Assistenziale, specialmente evidente nei malati gravi, nei malati destinati alla cronicità, nei malati anziani, nei malati soli, nei malati in difficoltà economica.

4) La persistenza e il funzionamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ( oggi divenuti REMS, ma con quali sconosciuti risultati ? ) e la modalità di gestione dei problemi psicopatologici nelle carceri .

5) L’insufficienza di risorse destinate alla formazione del Personale e alla Ricerca Scientifica.

6) Una attenzione carente ai problemi della Salute Mentale in età evolutiva , cioè dei ragazzi/e .

Quest’insieme di inadeguatezze, con cui il Paese si deve confrontare per portare a termine una Riforma tra le più illuminanti e civili del secolo scorso, rappresenta la sfida cui il Sistema Sanitario, ma non solo Sanitario, è chiamato ad approntare.

I malati mentali sono i desaparecidos della nostra civiltà ?

Saranno adottate dal Legislatore “appropriate misure legislative”, come dice la “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU ?

A seguito dello svilupparsi di episodi legati a violenze ed omicidi commessi da persone con problemi e forti disagi psichici, spesso ci chiediamo cosa deve ancora avvenire affinché questo nostro Paese volti pagina.

Mi riferisco ai drammi che avvengono nella società, specie quelli frequenti nelle famiglie.

A parte le vittime, genitori, parenti, amici ( a volte passanti nelle strade delle nostre città e paesi) che subiscono le “intemperanze” dei malati mentali, sono proprio quest’ultimi a rappresentare ed essere i “desaparecidos della nostra civiltà”, abbandonati come sono nelle loro famiglie, nelle Strutture Manicomiali se sono ancora in atto, “vittime” di crisi per le quali ricevono poca e saltuaria assistenza.

Queste situazioni le abbiamo denunciate da lungo tempo ai massimi e minimi livelli Istituzionali Italiani ed Europei e proprio per quello stato di abbandono, nel quale insistono le “problematiche neuropsichiche” degli stessi malati e per conseguenza delle loro famiglie, vengono lasciati “marcire” in un siderale generalizzato silenzio dimostrato da un disinteresse da quanti dovrebbero provvedere. Queste “situazioni” erano state “condensate” in un Testo Unico ( Burani-Brocaccini, presupposto da noi auspicato per l’emissione di una legge-quadro, poi, “sparito” dall’Agenda Parlamentare dall’aprile del 2005 fino alla derubricazione. Ci domandiamo : chi è stato?

Tutto questo ha concorso a formare un quadro di generalizzato ritardo nell’affrontare i problemi dell’handicap mentale, non contemplati, che potevano trovare una prima soluzione durante la ratifica della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU .

Ma quando avverrà, dopo innumerevoli sollecitazioni, l’inizio dell’iter Parlamentare delle n/s Petizioni e delle Proposte di Legge numerose che giacciono inevase in Parlamento ?

Ma non possiamo non rilevare, brevemente, punti negativi relativi alla applicazione della “Convenzione”, come venne evidenziato nel testo del disegno di legge n.1279, là dove gli Stati Parte si dovevano impegnare ad adottare tulle le Misure Legislative, Amministrative e di altra natura che si rendono necessarie per realizzare i diritti riconosciuti dalla ”Convenzione” come recita l’art.4 !.

Nel disegno di legge n.1279 del Governo Berlusconi dell’epoca non vi è citata nessuna “norma legislativa” utile a dirimere il problema malattia mentale :
1.) ma quali e dove sono queste “ appropriate misure legislative” ?
2.) ma come si può dare “piena ed intera esecuzione”(art.2) ??? alla “Convenzione”?
Il disegno di legge n.1279 :
1.) non incide su leggi e regolamenti vigenti, né comunitari ;
2.) non vengono introdotte nuove definizioni normative ;
3.) non si abroga esplicitamente né implicitamente nessuna norma .

Ma, allora, quali benefici hanno ottenuto i destinatari diretti ( le persone con disabilità) e quelli indiretti ( la collettività) e quando verranno risolti i problemi malattia mentale, irrisolti da ben 40 anni ?

Ci si è preoccupati di istituire un ennesimo “Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità”, composto di 40 persone, con l’onere finanziario di 500.000 euro annui fino al 2014.

Ma non vi è un contrasto con il fine di contenere i costi connessi al funzionamento dell’Osservatorio non prevedendo compensi per i suoi componenti ?

Attendiamo, con altre anomalie segnalate, una chiara risposta ai molti interrogativi evidenziati dalle n/s Petizioni giacenti nei Parlamenti Italiano ed Europeo .

Previte
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