Nel silenzio assoluto delle Istituzioni, aboliti i manicomi, i disagi restano nel disinteresse del Parlamento e del “Governo del cambiamento”!

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Il 13 maggio 1978 il Parlamento Italiano approvava la legge 180 “ispirata” dalle teorie dello Psichiatra veneziano Franco Basaglia, che poneva fine all’istituzione manicomiale, sanzionando, che il malato di mente ( giustamente ! ) è un malato da curare e non segregare, mentre con il 13 maggio 2018 sono passati 40 anni di assoluto silenzio da parte delle Istituzioni a risolvere questo ”bubbone sociale.” I trattamenti innovativi dell’epoca prevedevano il blocco dei ricoveri, ma a tutt’oggi 2018, poche cose sono cambiate anche per la carenza di aiuti alle famiglie di questi “desaparecido della nostra civiltà.” Il pensiero o la filosofia basagliana si incentra in quella cultura anti istituzionale diffusasi negli anni 68’/ 70’ pieni di ideologie e di entusiasmi, introducendo il decentramento, la continuità terapeutica tra Ospedale e Territorio, lavoro in equipe, formazione Professionale per gli Operatori Sanitari, prevenzione ed eventuale inserimento sociale (?) dell’individuo “malato”.  Nel 1978 nasce la legge 180 tra forti polemiche anche in seno al Parlamento Italiano, tutti volevano la Riforma, votò contro il MSI, i liberali si astennero, tutti gli altri Partiti votarono a favore. Tutti sappiamo dalla storia contemporanea che venne approvata dal Parlamento Italiano sotto la spinta minacciosa di un Referendum Abrogativo nella convinzione che il “manicomio” avrebbe riportato una maggioranza schiacciante, determinando il passaggio dal concetto custodialistico a quella terapeutico.

Quella legge emanata priva del Regolamento d’Applicazione, ha vietato la costruzione di nuovi “manicomi” decretando la progressiva chiusura di quelli esistenti, trasferendo le funzioni amministrative dalle Province alle Regioni, istituendo pochi Reparti di Psichiatria all’interno degli Ospedali Generali prevedendo ricoveri coatti solo in circostanze eccezionali e per brevi periodi, avviando la nascita dei Servizi di Salute Mentale alternativi al “manicomio”. La legge ed il pensiero di Basaglia, poi fu “trasferita” nella legge 833/1978, imprimendo una svolta storica all’Assistenza Psichiatrica, smantellando la convinzione della pericolosità sociale del “matto” del “pazzo” del “furioso” del “mentecatto” la necessità del suo internamento.

Tanti si chiedono : cosa non ha funzionato nella legge 180 ?

Una serena valutazione dei limiti terapeutici vigenti nell’epoca, una frettolosa emanazione, ripeto, di un Referendum, una non prevista emarginazione del “soggetto” per nulla distinguibile dal vecchio “manicomio”.

Il Basaglia non condanna il “manicomio” solo per lasciare intatta l’identità del Psichiatra, del Psicologo, del Psicoterapeuta umanizzando la “gestione” più dolce a quella violenta, ma la necessità di eliminare questa assurda “preposizione” soprattutto là dove si poteva riprodurre in comunità terapeutiche, Ospedali Privati, Cliniche Private.

Qui bisogna aprire una parentesi che nessuno vuol “sentire” : se questa “legge” vuole il riconoscimento giustamente della dignità del malato, perché non ha adeguato la Normativa Penale a quella Civile per gli ex 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari, oggi trasformati in Rems (Stutture Sanitarie gestite dalla Sanità Territoriale), senza contare i sofferenti nelle carceri ? Con l’entrata in vigore della legge 180 per decenni Basaglia ha cercato di curare, giustamente, i malati psichici fuori degli Ospedali Psichiatrici, vietata la riapertura e la costruzione di nuovi “manicomi”, introducendo la Norma che “accertamenti e trattamenti sanitari sono volontari”, che il Trattamento Sanitario Obbligatorio a base di farmaci antipsicotici dura solamente 7 giorni e deve essere richiesto da un Psichiatra, firmata dal Sindaco e convalidato dal Giudice tutelare, che tutti gli interventi relativi alla prevenzione, cura e riabilitazione devono essere attuati di norma dai Servizi e dai Presidi Psichiatrici extra ospedalieri.

In quel di norma si nota la lacuna in cui la Psichiatria ha vissuto e vive tutt’ora in aperta ambiguità, perché si dà mandato al privato di interagire con costi elevati per cure e ricoveri  e che nei Reparti Ospedalieri a volte non esiste la presenza Psichiatrica ed i pazienti vengono sottoposti a terapie massicce di farmaci ( una manciata di pillole !) tanto da renderli socialmente accettabili e dopo 7 giorni dimessi, per essere riammessi qualche settimana dopo, con costi economici non indifferenti. Per brevità la “Legge” ha due movimenti d’interpretazione perché alcuni sostengono che la legge 180 va rivista e rimodernata perché parzialmente inutile, mentre il privato copre il 50% delle esigenze del pubblico con alti costi e che bisogna potenziare i Dipartimenti di Salute Mentale, ma siamo contrari a quanti affermano e sostengono per nessun ricovero od Ospedalizzazione Pubblica, negando quindi la cronicità ( forse pensando di curare con la buona parola in alberghi a 5 stelle ), favorendo in tal modo il lucro ed i business privati, come in atto sussiste ! Le Norme che regolano la 180 vanno rivedute in una proposizione che renda ragione e giustizia, perché ancora oggi questa “problematica” ha compiuto un cammino tra demagogia e conflittualità .Cosa chiediamo al “Governo del Cambiamento” ? Bisogna tenere conto e quindi prioritario quanto abbiamo chiesto fin dal 7 ottobre 1998 assieme all’Opere don Orione, don Guanella e ri-chiesto il 18 marzo 2013 nelle n/s Petizioni al Senato della Repubblica (Commissione XII° ) ed alla Camera dei Deputati ( Commissione XII°), per una legge-quadro nazionale, che poi ogni singola Regione l’approva a secondo delle situazioni locali :

 

1.) richiediamo al “Governo del Cambiamento” rivedere la legge Basaglia n. 180 e 833/1978 in soli due punti :

a.) l’autorizzazione al trattamento sanitario obbligatorio anche in assenza del consenso del paziente, almeno in determinate condizioni.

b.) la realizzazione di strutture territoriali di Riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravi un carico insostenibile di disagio, costi e pericoli.

Queste due modifiche, con le dovute garanzie del rispetto del paziente e dei suoi familiari, non hanno purtroppo trovato l’attenzione se non di qualche Parlamentare, per cui il Testo Unificato Burani Procaccini Concordato con tutte le parti politiche si è arenato in Parlamento nel 2005 e da quell’epoca silenzio  assoluto e disinteresse quasi maniacale !

2.) La competenza di istituire Servizi di Riabilitazione territoriali e Servizi di vicinanza, che consentono di rilevare precocemente comportamenti anormali di pazienti noti o di persone ignote, è una competenza regionale. Purtroppo per la Psichiatria si continua ad investire poco, malgrado l’evidenza che questa è un’area di disagio estremamente critica ed in aumento legata fra altro alla senescenza in forme miste ancora più complesse. ( Budget in Italia 3,4%, in Tanzania il 7%, in Australia il 10%, in Inghilterra il 12%, in Europa dal 3,5 al 4% circa.)

3.) L’aspetto sanitario è solo una parte del “problema”, in quanto l’aspetto Sociale è altrettanto se non più importante. Il definire sostegni economici alle famiglie che si gravano dell’assistenza ai pazienti con handicap mentale, cioè il Fondo Dopodinoi, l’inserimento lavorativo e di sostegno con mediazione tra Azienda e paziente, il sostegno scolastico ecc., sono temi che competono ad altri Ministeri e che non sono mai stati affrontati in maniera decisiva.

4.) La prevenzione in età scolare dei disturbi del comportamento e delle psicopatie in Italia non viene fatta, malgrado si sappia che questa azione preventiva può consentire di affrontare le psicosi ( malattie del sistema nervoso dovute a causa congenite, nascita prematura, difficoltà respiratorie, lesioni celebrali ), mentre le nevrosi o turbe psichiche non psicotiche sono ( la facile irritabilità, difficoltà motorie, totale mancanza di fiducia negli adulti, paura di andare a scuola o di stare insieme ai coetanei ), in particolare la schizofrenia in modo migliore e più efficace.

Per fare questo è necessario aprire un Tavolo Tecnico composto da rappresentanti dei vari Ministeri, delle Regioni e del Volontariato, onde fare una proposta condivisa data l’attenzione massima che, non solo in Italia, è riservata al tema del disagio mentale. Signor Presidente del Consiglio dei Ministri: attendiamo da Lei un segno che parla di equità,di modenizzazione, dicambiamento ce lo dica con tutta franchezza : trova posto nel quadro delle Riforme un Provvedimento Legislativo sulla malattia mentale che da troppo tempo Le abbiamo inviato tramite a mail ?  Per non assistere più a morti innocenti che avvengono quasi ogni giorno per la carenza di valide strutture atte alla prevenzione, cura e reinserimento sociale (?) di questi “malati”, provvedimenti attesi dal mondo della disabilità, della sofferenza, del dolore ! La sola “cosa certa” che resta a quei inermi concittadini colpiti da handicap, alle loro famiglie ed a noi cittadini per la nostra sicurezza è la speranza che la sconfitta fin oggi registrata sia un domani di sincero rispetto e concreto realismo !

 

In attesa di una cortese risposta con migliori saluti.

Previte

http://digilander.libero.it/cristianiperservire

La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.

 

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